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Perdonare un assassino. 12PORTE - 13 gennaio 2011:"Chi ha ucciso deve accettare la punizione, senza sconti, come vera e propria espiazione non solo davanti agli uomini ma anche davanti a Dio". È uno …Altro
Perdonare un assassino.

12PORTE - 13 gennaio 2011:"Chi ha ucciso deve accettare la punizione, senza sconti, come vera e propria espiazione non solo davanti agli uomini ma anche davanti a Dio". È uno dei passaggi più forti dell'omelia pronunciata dall'Arcivescovo nella Chiesa di Santa Caterina al Pilastro, nella messa di suffragio per i carabinieri uccisi nella strage dell'uno bianca.
L'omelia del Cardinale Caffarra nella Messa in suffragio dei carabinieri caduti al Pilastro, ha il merito di riaccendere l'attenzione su un tema fondamentale della civiltà cristiana, che spesso viene travisato.
In un'epoca in cui il giornalismo va continuamente a caccia del sensazionale, capita spesso di sentir chiedere ai parenti delle vittime se sono in grado di perdonare gli assassini.
Allora cerchiamo di intenderci su alcuni punti.
1) Perdonare non significa dimenticare, o far finta di niente. Fatti enormi come questi, ma anche i piccoli grandi torti della vita quotidiana, non devono essere dimenticati. Non serve a niente, anzi, si rischia perfino di dare ragione a chi ha fatto il male.
2) Il perdono è una grazia da chiedere a Dio e consiste prima di tutto nel non coltivare sentimenti di odio o di vendetta nei confronti di chi ha colpito. Non cercare il male, mai e per nessun motivo. Questo è il primo livello.
3) Il secondo livello del perdono cristiano consiste nel volere il bene del colpevole. Badate, non ho detto "voler bene", ma "volere IL bene": non è la stessa cosa. Non è un sentimento spontaneo, ma una decisione da prendere. Qual è il bene di un assassino? Credo che possa essere anche quello di soffrire tanto nel suo cuore, da poter comprendere, e in qualche modo espiare, le loro colpe. Grazie a Dio, a me non è mai toccato di soffrire così tanto come i parenti dei carabinieri uccisi, ma più volte ho pregato che chi si è macchiato di questo delitto atroce, come purtroppo tanti altri delitti efferati, possa essere tormentato da un tale rimorso e punto da una tale sofferenza, da poter comprendere il male di cui sono responsabili. Ma la vendetta, appartiene a Dio!
4) Il perdono cristiano non ha niente a che vedere con la giustizia umana. Cioè, non è che "perché ti perdono", non vai in carcere. Si potrebbe dire il contrario. Proprio perché ti perdono, cioè "voglio il tuo bene", il tuo posto è là dove tu possa pensare a quanto hai fatto ed emendare la tua vita.
5) Voglio chiarire un ultimo punto. La giustizia umana non viene erogata in nome dei famigliari delle vittime, ma in nome dello Stato. Non sono e non devono essere i famigliari né a chiedere condanne, né ad auspicare la grazia, ma deve essere compito di una magistratura imparziale, che agisce a nome e per conto di tutta la comunità, nel rispetto delle leggi. È barbaro e incivile, per esempio, quel giornalista che andasse a chiedere ad un famigliare che cosa pensa di una eventuale grazia, riaprendo ferite, e chiedendo a chi già soffre tanto un eroismo non necessario.
6) I famigliari di una vittima, se rinunciano alla vendetta personale e si affidano alla giustizia dello Stato, hanno già fatto quanto era necessario per poter parlare di perdono cristiano. Perché perdonare non vuol dire "far finta di niente", ma "volere il bene" di chi ha sbagliato. E "volere il bene" può essere anche il carcere. (mons. Andrea Caniato).
tnd
Grazie! Grazie! Grazie! Bellissima spiegazione del perdono. Mi ha chiarito le idee su molte cose. Grazie ancora 👏