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Ruanda: La bontà "insensata" di Marguerite. (Genocidio dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994)

“L’angelo del Burundi”

Pace e fraternità, malgrado le difficili condizioni socio-economiche, si possono incontrare in alcuni luoghi dove il dialogo e la cooperazione ne costituiscono i pilastri. Una delle realtà più importanti è La Maison Shalom, “la casa della pace”, fondata nel quartiere di Ruyigi (Bujumbura), nel 1993, da Marguerite Barankitse per offrire un aiuto concreto alle vittime della guerra civile e per lottare pacificamente contro l’idea di una società divisa secondo appartenenze etnico-religiose.

La decisione di creare questo progetto nacque dopo che Maggy fu testimone del massacro di settantadue persone, tra cui la sua migliore amica. Dopo un iniziale periodo di avvilimento, Maggy Barankitse, chiamata anche “l’angelo del Burundi”, sentì in lei un richiamo: «Compresi che la mia missione era di occuparmi dei bambini orfani e di far comprendere ai miei fratelli burundesi che Dio li ama, e che noi siamo stati creati non per massacrarci, ma per essere felici». La sua forza interiore le è stata trasmessa sin dall’infanzia.

Quando morì il padre, Maggy era ancora piccola e sua madre, per infonderle coraggio, le disse: «Non piangere Marguerite, un cristiano non è mai orfano!» La profondità di quell’insegnamento l’ha motivata a creare una “casa della pace”, dove accogliere e aiutare bambini, prostitute, gente scampata ai massacri. «Ho accettato di non comprendere tutto dell’animo umano, e di questa violenza che è in noi. Ho lasciato che la presenza di Dio in me fosse più forte della mia angoscia».

Messaggi di fratellanza

Tramite la Maison Shalom vengono realizzati vari programmi, con una priorità verso il sostegno psico-sociale, la prevenzione contro l’Aids e il reinserimento nella società civile di donne ex-combattenti. Altrettanto importante è il progetto di costruzione dell’Hôpital Rema, centro medico dedicato alle cure sanitarie per madri e bambini.

Marguerite Barankitse, per il suo impegno ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio internazionale ONU per i rifugiati e il Voices of Courage Award dalla Commissione femminile per le donne e i bambini degli Stati Uniti. Anche l’Italia l’ha accolta più volte, sostenendola nel suo progetto, e conferendole il Premio Federico II per la Pace, edizione 2010, riconoscimento assegnato a chi opera per il bene comune.

Margherite Barankitse ha tra l’altro partecipato al Festival del Suq 2010, organizzato presso il Porto Antico di Genova, in occasione di un’intervista rilasciata a Maria Pace Ottieri, il 6 maggio, nella Sala del Consiglio Provinciale.

Il coraggio e la determinazione di Marguerite Barankitse sono stati raccontati nel libro La haine n’aura pas le dernier mot, scritto da Martin Christel e Nobécourt Lorette (tradotto con il titolo Madre di diecimila figli, Piemme edizioni), le cui pagine svelano l’altruismo di questa donna, che ha saputo reagire alle ingiustizie attraverso l’amore e il perdono.

missioni-africane.org