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Don Francesco Soddu, scandalo immigrati, la Caritas: si faccia chiarezza. “Esprimiamo fiducia nell’operato della magistratura, e auspichiamo che sia veloce e faccia chiarezza al più presto, anche per …Altro
Don Francesco Soddu, scandalo immigrati, la Caritas: si faccia chiarezza.

“Esprimiamo fiducia nell’operato della magistratura, e auspichiamo che sia veloce e faccia chiarezza al più presto, anche per rispetto del lavoro di tante persone”. Così don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, commenta all'agenzia Sir l’accusa rivolta al direttore della Caritas diocesana di Teggiano-Policastro, don Vincenzo Federico, in un’inchiesta riguardante l’accoglienza degli immigrati. “Chiediamo che la vicenda - precisa don Soddu - non offuschi il lavoro di tante Caritas e tanti operatori Caritas impegnati tutti i giorni a servizio dei poveri”.

La diocesi: sorpresa ma fiducia nella magistratura
La diocesi di Teggiano–Policastro ha pubblicato il seguente comunicato, firmato da don Michele Totaro, responsabile dell'Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali : "In seguito all’accusa di peculato che vedrebbe coinvolto il direttore regionale della Caritas, don Vincenzo Federico, in merito all’inchiesta su fondi legati all’emergenza profughi", esprimiamo innanzitutto sorpresa, "insieme alla piena fiducia nell’operato della magistratura".

"L’accoglienza dei migranti ha trovato la nostra Caritas in prima linea in una missione affrontata senza scopo di lucro e con generosa dedizione. La stessa Diocesi ha impegnato risorse umane competenti e motivate da spirito di servizio, che si sono coinvolte con profondo senso di umanità e comprensione. Le iniziative di animazione hanno portato al coinvolgimento di famiglie, comunità ed enti locali e alla collaborazione con le istituzioni preposte all’accoglienza in totale trasparenza di comportamenti e di azioni. In questo modo, si è lavorato per l’inserimento di immigrati nel percorso lavorativo, attenti a promuoverne la tutela dei diritti. Ciò che sta a cuore di tutti, ora, è che tale opera non sia semplicemente vanificata. Per questo, la Diocesi – mentre esprime la propria vicinanza a don Vincenzo Federico – auspica che l’accertamento dei fatti avvenga nel più breve tempo possibile, per rispetto alla verità e a quanti si sono spesi nel servire persone che scappano dalla fame, dalla guerra e dalle persecuzioni, così come è nella tradizione della Chiesa".

L'avvocato: tempi rapidi per l'inchiesta
"Massima serenità e piena fiducia nella giustizia auspicando, però, che tutto possa definirsi in tempi rapidi, una rapidità almeno simile alla velocità con la quale, in spregio a ogni riserbo istruttorio, si è dato ampio risalto mediatico a una ipotesi di accusa". Lo ha dichiarato l'avvocato Revinaldo Lagreca, legale di don Vincenzo Federico, il responsabile della Caritas Campania indagato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sulla gestione dei soldi.

"L'accusa nei confronti di don Vincenzo Federico - afferma il legale - è, a dir poco, surreale. Si badi, secondo il provvisorio capo di imputazione non è contestata la mancata consegna dei ticket money agli immigrati ma la spendita dei detti ticket money in schede telefoniche. Ora, dopo aver precisato l'ovvio e, cioè, che non siamo titolari di compagnie
telefoniche, sarà assai agevole per gli inquirenti verificare che nessuna ricarica telefonica ha interessato la Caritas di Teggiano-Policastro".

"Auspico - continua l'avv. Lagreca - che tanto si possa fare con massimo puntiglio e velocità a tutela non solo dell'onore e decoro di persone perbene ma, soprattutto, perché la missione che quotidianamente svolgono don Vincenzo Federico ed i suoi collaboratori non può rimanere offuscata neppure da un sospetto".

"Già in tempi non sospetti - ha aggiunto l'avvocato Lagreca - fu proprio don Vincenzo Federico a segnalare al Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione l'inopportunità di procedere con la consegna dei ticket money perché, cito testualmente: 'Tale situazione favorisce un mercato 'illegale' dei pocket money che vengono tramutati in contante
trattenendo, da chi lo fa, una illecita provvigione (se mi dai il blocchetto che vale 75 euro ti do 50 euro in contanti)'. A fronte di tale preciso allarme, che è servito a far mutare il sistema, il procurato vilipendio mediatico è profondamente ingiusto. La Caritas non è meritevole di tanta offesa mediatica. La Caritas - conclude l'avvocato Lagreca - con diuturno impegno e dedizione offre il proprio sostegno allo Stato nel fronteggiare l'emergenza immigrazione".

www.avvenire.it/…/immigrati-la-ca…