Massimo79
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Vatican gender

Soleva dire Nietzsche che il Cristianesimo morirà di troppo Cristianesimo, e a valutare lo svolgimento dei lavori del Sinodo sulla Famiglia in corso forse non aveva tutti i torti.

Il problema non risiede nel dibattito in corso tra "progressisti" e "tradizionalisti", stantia riedizione delle categorie mentali dell’uomo moderno che dal Concilio Vaticano II ogni superficiale commentatore si ostina ad utilizzare nel descrivere le diverse correnti interne della Chiesa sui cosiddetti temi etici.
Quel che colpisce non sono solamente le cosiddetti aperture alle coppie gay ed ai divorziati risposati, ma il modo in cui queste avvengono, non a caso con la regia di un’attenta ottica comunicativa, per poi ribadire che la famiglia tradizionale resta quella formata da un Uomo e da una Donna.

Quindi si ribadisce quello che dovrebbe essere già ovvio e cioè che la Chiesa non nega ascolto anche a chi ai suoi occhi commette peccato, ma allora non si capisce il problema di dover addirittura convocare un Sinodo per ribadire qualcosa di ovvio.

Allora ci si deve chiedere dove si vuole andare a parare e se quest’ottica di richiesta di “diritti spirituali” da parte di minoranze che si sentono escluse sia penetrata nella Chiesa parallelamente all'affermarsi di un'ottica democratica che non può non portarla verso una crisi devastante.

Possibile che la sfera del Sacro, di cosa esso rappresenti per milioni di cattolici, di come affrontare la vita di oggi, con lo spirito Eroico e Santo, che hanno caratterizzato il cattolicesimo romano per secoli , sia totalmente assente da questo dibattito, per privilegiare un minimalismo moralistico da esibire come "nuovo" e "aperturista" verso la cosiddetta Società?

Se il cattolicesimo deve diventare una serie di tavola di valori condivisi dalla società in cui esso opera, allora può benissimo trasformarsi in un Ente Morale, che dall'alto distribuisce patenti di liceità morale a comportamenti di natura sessuale o categorie di genere.

Di un cristianesimo benpensante, globalizzato e accettato dai maitres à penser del pensiero unico non se ne sente proprio il bisogno, e se Papa Benedetto XVI si era soffermato sulla Dottrina e sulla Liturgia, come elementi fondamentali dell'azione di ripresa del cattolicesimo romano ed europeo, Papa Francesco sembra aver sterzato nel più ampio campo di un Cristianesimo sempre più svincolato dal cattolicesimo romano, per assomigliare sempre più alle Chiese evangeliche sudamericane, con il loro portato emotivo più che liturgico.

Mettere l’accento sulle "categorie" ( gay, risposati ) come se fossimo nell'applicazione a livello spirituale delle "teorie di genere" è un altro errore metodologico e interpretativo che lascia molto perplessi, perché implica l’accettazione della logica democratica sul piano metafisico, mettendo tra l’altro in secondo piano le difficoltà in cui si dibattono giornalmente le tanto vituperate "famiglie tradizionali" ed il problema dell’intossicazione delle anime e delle coscienze, soprattutto di quelle più giovani, su certi temi.

Ma l’errore di fondo mi sembra quello di rincorrere un Cristianesimo che per essere paradossalmente "troppo cristiano" sta scivolando in una rincorsa affannosa dell’accettazione dei dogmi del politically correct, senza più riuscire ad assumere quella centralità sacrale, quell'Essere il Centro, che indubbiamente, comunque la si voglia pensare, ha rappresentato per secoli la sua forza.

Rincorrere il consenso accettando le agende di lavoro delle lobbie e le carezze del ceto intellettuale liberal trotzkista che impazza sui media, non mi sembra il miglior viatico per il futuro della Chiesa, ma tant'è ... Forse il filosofo pazzo aveva la vista lunga.

Carlo Bonney
Maurizio Muscas
Ottime osservazioni ma Bergoglio che ha giá puntato la sua prora per ora ha perso solo il primo round e l'ha ribadito all'Angelus di oggi , Domenica 19 ottobre. Rimandando tutto al prossimo sinodo. Che Iddio ci salvi da costui. Exsurge Domine!