Piero
1,6K

L’offerta in cammino

« Un nuovo inizio con l’Immacolata
Un movimento continuo »
L’offerta in cammino
8 dicembre 2011 di reginadipace
di P. Kresimir Busic
Iniziare una nuova tappa del nostro cammino spirituale con l’Immacolata non è soltanto un gesto simbolico, ma vuole essere un inizio reale e consapevole del momento storico e della grazia che il Signore ci dona per affrontare le battaglie spirituali del nostro tempo. La bellezza del cammino spirituale sta nella dinamicità, nel continuo salire verso le nuove vette della conoscenza dell’amore di Dio. Il Cristianesimo non si lascia catalogare in formule o concetti perché innanzitutto è dono, presenza, esperienza, in poche parole è vita. Se è vita, allora non può fermarsi. La vita non ha termine, la vita conosce diverse fasi, passaggi, sviluppi e maturazioni, ma non avrà mai fine.
Per san Paolo il Cristianesimo è vita in Cristo e vita nello Spirito. La lettera agli Ebrei ci parla di una vita cristiana come di una peregrinazione con l’esigenza di un culto spirituale purificato. Per l’evangelista Giovanni invece, il Cristianesimo è l’ingresso nella vita eterna, offerta a chi si fa discepolo di Gesù Cristo mediante la fede e l’impegno a vivere la comunione.
Maria, modello di perfezione
Tutte queste visioni bibliche ci dicono un’unica verità: che il Cristianesimo è un movimento spirituale continuo, una dinamica che non si ferma mai, un’offerta viva che si perpetua nel tempo. Di questa grazia il testimone per eccellenza è Maria Santissima. Durante tutta la sua esistenza terrena la vita divina in lei era sempre viva. Colei che è immune di ogni macchia del peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento è dunque il nostro modello di fede. Noi, però, non siamo chiamati ad imitare la Vergine Maria, ma ad assimilare il suo comportamento in ogni circostanza poiché lei ha percorso il cammino di un’offerta libera e completa, ha compiuto un cammino di fede che ha conosciuto difficoltà, prove, passaggi verso livelli più maturi… In lei, come riporta simbolicamente il libro dell’Apocalisse, è avvenuto quel parto doloroso che ogni cristiano dovrebbe vivere per passare da una conoscenza iniziale ad una più profonda esperienza di Cristo. La Madonna è l’esempio eccellente dell’offerta vissuta come passaggio, che è il vero significato dell’offerta.
Armonia in Cristo
Ogni uomo attraversa continuamente diverse fasi sulla terra: fa esperienze utili, conquista molto sapere, può acquisire una solida maturità umana, imparare tante cose dalla vita, ma se in tutto questo manca una forte adesione a Cristo, l’uomo rimarrà sempre nell’oscurità interiore e privo della luce divina, non potrà mai raggiungere la sua vera identità e capire il senso più profondo del suo esistere sulla terra, e tanto meno cogliere la missione iscritta nel suo essere.
Il nostro sviluppo dovrebbe ricevere l’alito dello Spirito Santo. La crescita umana e quella spirituale dovrebbero essere in armonia per poter arrivare all’originalità e alla maturità in Cristo. E di questa armonizzazione ha parlato Gesù nel messaggio sulle dimensioni della vita, nel libro “Verso la nuova creazione” (Vol. II): “La vita dell’uomo nasce, si sviluppa e giunge a maturazione in un contesto preciso, cioè in una dimensione che si compone di tre elementi fondamentali di tempo, spazio e spirito. L’aspetto temporale, spaziale e spirituale si armonizzano fino a formare la dimensione, quell’immaginario grembo in cui si sviluppa la vita. È lo spirito che avvolge ogni dimensione”. Quindi non è sufficiente soltanto l’aspetto temporale e spaziale, ma tutto deve essere penetrato dallo Spirito per avere uno sviluppo armonioso. In quest’ottica direi che la vita offerta è la capacità interiore di entrare nel vortice dell’amore di Dio che armonizza la mia vita, la plasma, la eleva in quella dimensione dove si pregustano i frutti del Regno di Dio.
Tre gradi e tre vie
I maestri spirituali e i Padri della Chiesa per descrivere il dinamismo nella crescita spirituale parlavano di gradi, di una progressione nella grazia di Dio: un processo che avviene in modo impercettibile ma che si può facilmente individuare attraverso dei segni esteriori; un’evoluzione che si manifesta nell’agire, nei desideri e negli sforzi. Gli studiosi di allora avevano focalizzato tre gradi principali – come ci fa notare san Tommaso d’Aquino – per cui ogni cosa ha un inizio, uno stadio intermedio e una fine.
Un’altra tesi identificava questi tre gradi con delle tipologie di persone: i principianti, i progrediti e i perfetti; i primi sono coloro che vivono nel timore di Dio, poi vengono quelli che sperano e infine quelli che amano. Il timore di Dio è il motivo principale nella vita spirituale dei principianti. I più progrediti sperano nelle ricompense. I perfetti vivono, prevalentemente, esercitandosi nell’amore di Dio.
Anche sant’Ignazio di Loyola ha impostato i suoi “Esercizi spirituali” su una progressione ma al posto dell’immagine dei tre gradi usa quella di tre vie: la via purgativa, la via illuminativa e la via unitiva.

Ritengo che quest’immagine finale sia più attuale e reale. Tutti gli uomini, infatti, in ogni fase del proprio cammino e in ogni dimensione della propria esistenza vivono dei passaggi. Mi sembra, quindi, che il concetto di via esprima in modo più chiaro il dinamismo dell’offerta. Ogni giorno devo decidermi per essere purificato nella verità dello Spirito Santo, illuminato da Lui per potermi unireprofondamente a Cristo e a Dio Padre. Sono dei passaggi che l’anima deve compiere continuamente fino a raggiungere lo stato perfetto di creatura nuova, quella condizione in cui si vive l’unione completa con Dio nell’amore, come è accaduto alla Vergine Maria quando fu attirata con l’anima e il corpo nella Santissima Trinità.
Il passaggio dinamico dell’offerta
Oggi comprendo meglio che l’offerta della vita a Gesù attraverso Maria è sempre un passaggio dinamico, un abbandono alla sapienza divina, affinché essa ci guidi oltre tutto quello che la logica e la stessa sapienza di Dio ci possono dare. Se la mia decisione e il mio abbandono a Dio sono limpidi, mi porteranno sicuramente all’elevazione o all’unione con Dio.
Confesso che nel passato la mia adesione a Cristo era spesso contrassegnata dalla rigidezza di voler in ogni modo convincere chi mi ascoltava. Oggi mi sembra di vivere in modo nuovo e più sereno il mio approccio con gli altri e la mia testimonianza. Di questo mi rallegro, e il pensiero che Gesù non ha lavorato invano dentro di me mi dona tanta speranza e pace. Nello stesso tempo sento che si risveglia in me un desiderio sempre più profondo di unirmi al Signore. Inoltre, ho anche l’impressione di riuscire a leggere meglio i segni che confermano la cura e l’amore di Dio nei miei e nei nostri confronti.
Mi ha sempre attirato la fortezza e la tenerezza di Maria Santissima, forte e irremovibile nella sua decisione per Dio e contemporaneamente tenera verso i suoi simili. In Lei la fortezza non è durezza ma stabilità di donna redenta. Sono certo che solamente con Lei posso percorrere il cammino dell’offerta, perché Maria ha superato ogni barriera ed ogni ostacolo.
L’annuncio del ritorno di Cristo
In questa luce vorrei gettare uno sguardo sul tempo che stiamo vivendo, attraverso la Parola che Dio ci dona nella Liturgia. Ascoltiamo in questi giorni di Avvento delle bellissime profezie. Domenica scorsa (II dom. avv., anno B) san Pietro ci diceva: «Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con tutte le sue sarà distrutta» (2Pt 3,10). Ci domandiamo, che valore e che peso dare a queste parole? Sono da relativizzare, da considerare solo come una simbologia oppure accadrà così come è descritto? Come dare una giusta interpretazione a questi eventi?
Evidentemente dare una risposta esauriente è impossibile, perché Gesù stesso dice che neanche Lui sa quando ciò accadrà. Tuttavia egli ci invita ad essere vigilanti ed attenti nel leggere i segni. In qualche maniera, allora, questa indicazione è già una risposta. Non dobbiamo né relativizzare né parlare a vanvera sul giorno della sua Parusia (il ritorno di Cristo), ma bisogna essere pronti. Un’indicazione più che sufficiente.
Leggere i segni
Gesù ci spiega che esiste una Parusia soggettiva e personale alla quale siamo chiamati a partecipare, come ho già accennato parlando dell’offerta, e in questa noi possiamo capire i segni del tempo che preparano anche alla Parusia gloriosa e definitiva, quando sarà ricapitolato tutto in Cristo. Quando in un’anima manca l’equilibrio che nasce dalla santità di vita, facilmente cade in interpretazioni sbagliate, che poi generano paura o fanatismo.
Ma Gesù non ha detto che solo alcuni capiranno i segni e che poi lo diranno agli altri. Gesù ha parlato a tutti. Dovremmo quindi essere tutti in grado di vedere e di capire i segni dei tempi. In questo modo non temeremo più altri modi di interpretare la stessa cosa.
Il problema dei cristiani è che spesso e volentieri delegano ad altri il compito di comprendere e di spiegare le cose che riguardano Dio. Al contrario uno dei segni chiari del nostro tempo è che ogni uomo dovrebbe essere partecipe della grazia di Dio secondo la missione e i doni che gli sono propri, ma sempre nello stesso Spirito.
Il vero problema non è la Parusia, gli eventi che riguardano la fine del mondo, ma la nostra scarsa adesione al progetto di Dio. Quando Gesù è salito al cielo i discepoli tenevano fisso lo sguardo su di Lui senza paura; forse solo con tristezza perché il Maestro se ne andava. Anche noi oggi dovremmo avere la stessa intensità nello sguardo dell’anima per vedere il Signore della gloria che viene. In noi dovrebbe vibrare una preghiera costante: Maranatha! Vieni, Signore Gesù! Allora nella nostra anima non ci sarà più posto per la paura di catastrofi o cose simili, ma ci sarà soltanto la gioia di incontrare l’amato.
Cosa avverrà alla fine dei tempi?
San Pietro parla che i cieli passeranno con fragore e che gli elementi si dissolveranno nel calore… Questa descrizione della fine del mondo fa anche pensare a quella che prospettano gli scienziati moderni, soltanto che questi prevedono “una fine per freddo piuttosto che per caldo. Loro immaginano che si raffredderà la terra e gli altri pianeti, si raffredderanno il sole e le altre stelle, si raffredderà ogni cosa… Diminuirà la luce e aumenteranno nell’universo i buchi neri… Sarà allora il Big Crunch, una grande implosione, e tutto ritornerà al vuoto e al silenzio che precedette la grande esplosione, o Big Bang di miliardi di anni fa”.
Certamente si tratta di ipotesi. Nessuno sa cosa realmente avverrà. Ma personalmente penso che in questo presupposto scientifico ci sia qualcosa di interessante e di vero. Mi riferisco soprattutto alla fine del Male.
Un brano del libro “Oltre la Grande Barriera” riporta una descrizione che, in qualche maniera, completa quella degli scienziati: “Cosa resterà sotto la grande barriera del cielo? Rimarrà il nulla cosmico! Il nulla cosmico rimarrà in quella dimensione dove non esiste l’amore di Dio, e quindi non esiste la vita. Demoni e dannati si sono sottratti volontariamente all’amore di Dio, essi perciò vivono nel nulla, e sperimentano in sé soltanto il vuoto. Alla fine dei tempi, l’inferno sarà definitivamente staccato dalla creazione. La conoscenza che i demoni possiedono verrà ritirata da Dio, allora Lucifero e i demoni regrediranno. Privati della conoscenza e del potere che ne deriva, Lucifero e i suoi saranno definitivamente abbandonati al di sotto della Grande Barriera del cielo, e saranno davvero un nulla.
Sicuramente si tratta sempre di immagini e di simboli, che tuttavia si avvicinano molto alle realtà ultime. In qualche modo sono dei tentativi scientifici e spirituali da prendere in considerazione e con rispetto, perché possono essere sempre dei mezzi che il Signore ci dona in vista della sua venuta gloriosa.
Un passaggio dalla vita alla Vita
Come conclusione di questa mia riflessione, vorrei condividere un’esperienza vissuta ultimamente e che in qualche maniera abbraccia tutto quello che ho detto finora. Riguarda una carissima amica e sorella nel cammino, deceduta alcuni giorni fa all’età di 46 anni. Tutto si è svolto nell’arco di un mese. I primi dolori alla schiena, poi il ricovero, l’intervento, la diagnosi del tumore maligno ai polmoni; la prima e unica chemioterapia e infine la morte. Al funerale erano presenti moltissime persone e soprattutto ragazzi (che lei preparava alla cresima) e bambini, compagni dei suoi figli. Molto il dolore, ma era un dolore naturale, sano. C’era l’amore e c’era il passaggio alla vita eterna. La morte e la disperazione non c’erano. La morte in quella Messa di funerale era assente.
Non avevo mai sperimentato una cosa del genere. Si avvertiva la grazia dell’amore puro e della fede viva di quella donna. C’erano un’armonia e un rispetto tra la gente che lasciava stupiti. I ragazzi erano seduti nel presbiterio, per terra, attorno all’altare. Nonostante fossero tantissimi i bambini presenti non c’era neanche la minima confusione. Ho assaporato cosa significa essere un popolo unito. Tutto era al proprio posto. Almeno per qualche momento erano scomparse le divisioni, i livelli e i gradi; al centro c’erano solo la fede e l’amore di questa sorella verso Dio, che il sacerdote con le lacrime, e a volte tra i singhiozzi, continuamente sottolineava.
Questa donna ha vissuto per Dio e nella sua originalità ha cercato di trasmettere questo amore agli altri. Lei si è preparata alla sua Parusia personale non soltanto in un mese di malattia (quella sarebbe la preparazione nel timore). La sofferenza fisica è stata soltanto il perfezionamento della sua offerta a Dio, che lei aveva cominciato a vivere fin da piccola e che man mano si è andata sviluppando lungo tutta la sua vita. A suo marito aveva detto: “Affrontiamo anche la chemioterapia, ma se la cosa non andrà a buon fine io mi sento pronta di andare al mio Signore”. L’agonia delle ultime ore si è trasformata in uno sguardo beato di qualcosa o di qualcuno, e si è addormentata con il sorriso sulle labbra.
Mi sono detto: quanta fatica, quante energie spendiamo inutilmente, invece di indirizzare tutto verso il nostro Signore. Beati coloro che hanno scoperto il segreto di vivere l’offerta nell’amore, e solo nell’amore! Se perseverano, si spalancheranno per loro le porte della conoscenza di Dio già qui sulla terra e quando arriverà il momento della fine del mondo personale, niente farà loro del male, la seconda morte non li toccherà.
Ho iniziato questa riflessione parlando di una nuova tappa del cammino spirituale, una nuova partenza, consapevoli del momento storico e della grazia che ci viene data. Nella testimonianza che ho appena riportato intravedo un nuovo passo che consiste nell’accogliere tutto ciò che ci capita nella vita, tutte le situazione piacevoli o sgradevoli, come occasioni di crescita nell’amore verso Dio. Ho sperimentato che ogni volta in cui ho affrontato interiormente le situazioni difficili con l’abbandono e l’offerta viva, il Signore mi ha sempre dato con il suo tocco di amore la conferma che sono sulla strada giusta. Solo la croce portata con amore ha il potere di farci capire il Mistero di Cristo ed elevarci nelle dimensioni sempre più alte dove regna il perdono, l’amore e la fiducia nella guida del Signore. Ed è questo per me oggi il vero significato della vita offerta a Dio attraverso la Vergine Immacolata.♦