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Il 25 gennaio 1997 le esequie della Beata Nuccia Tolomeo. Nell'omelia: "E' morta una santa" www.nucciatolomeo.itAltro
Il 25 gennaio 1997 le esequie della Beata Nuccia Tolomeo. Nell'omelia: "E' morta una santa"
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padrepasquale
"Fratelli e sorelle, è un momento di ringraziamento questo, di ringraziamento al Signore per averci dato la sorella Nuccia, che è stata un grande dono per la sua famiglia, per la comunità parrocchiale, per la Chiesa tutta e per tanti fratelli che in questo momento avrebbero desiderato essere qui presenti, per tutto il bene che hanno ricevuto con semplicità, ma anche con forte intensità, da questa …Altro
"Fratelli e sorelle, è un momento di ringraziamento questo, di ringraziamento al Signore per averci dato la sorella Nuccia, che è stata un grande dono per la sua famiglia, per la comunità parrocchiale, per la Chiesa tutta e per tanti fratelli che in questo momento avrebbero desiderato essere qui presenti, per tutto il bene che hanno ricevuto con semplicità, ma anche con forte intensità, da questa sorella. È un momento di ringraziamento al Signore, ma è anche un momento di festa, perché Nuccia entra nel cielo, incontra il suo Gesù, il Padre, lo Spirito Santo, incontra Maria, incontra la mamma, il papà e tanti amici. È inoltre un momento di suffragio: vogliamo presentare la sua bella anima al Signore, perché la purifichi e la renda sempre più splendida.

Ringrazio Don Franco, che ha voluto che celebrassi io le esequie di Nuccia: è una grande grazia, come è stata una grazia avere incontrato sei anni addietro Nuccia, un incontro quasi casuale, ma da allora è iniziato un colloquio, una intimità con Nuccia che, bontà sua, ha voluto fossi la sua guida spirituale.
M'aveva telefonato cinque giorni addietro; proprio venerdì, il giorno della sua morte, desiderava che celebrassi in casa sua. Venivano degli amici dalla Sicilia e desiderava la Santa Eucaristia. Il Signore ha voluto che fosse lei a celebrare questa eucaristia, entrando nella gloria del Padre, per ricevere il premio della sua fedeltà.
"Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto" (Giov.12,24).
E Nuccia ha prodotto molto frutto, proprio perché ha vissuto la sua debolezza, la sua fragilità, la sua impotenza umana in intimità con Gesù sulla croce.

"È venuta l'ora; glorifica il Figlio tuo, affinché il Figlio glorifichi Te"! (Giov. 17,1). L'ora di cui parla Gesù è l'ora del Calvario, l'ora della croce. Gesù associa il tema della gloria al tema della croce. Nuccia morendo, celebrando questa eucaristia (rendimento di grazie), riceve la gloria, partecipa alla gloria di Cristo Risorto.
"Dov'è abbondata la debolezza, è sovrabbondata la grazia"! (Rom. 5,20). Nuccia, la conoscevamo tutti, era la sofferenza in persona!
Tutta la vita passata lì su una sedia a rotelle, ma conosciamo anche quanto la grazia ha operato in lei: quante persone qui presenti hanno ricevuto da una parola di Nuccia conforto, speranza! Quanti pianti sono stati asciugati! Quante lacerazioni sono state sanate! Non solo da Catanzaro, da tutta Italia si ricorreva a lei. Ogni volta che io ero con lei, c'erano sempre quelle tre o quattro telefonate che venivano da Palermo, da Milano, da Brescia… e le lettere che riceveva, …e le conversioni che il Signore operava attraverso la testimonianza semplice di Nuccia.
La signora Maria Spasari subito dopo dirà qualche cosa sull'apostolato che Nuccia ha compiuto a Radio Maria. Anche questa sera, nel programma di Federico, a mezzanotte circa, sarà letto il suo messaggio: una preghiera, in cui si immola, si offre totalmente al Padre per i lontani, per coloro che non vanno incontro a Dio, per coloro che vivono situazioni di difficoltà. Lei si immola, si abbandona in Dio e invita tutti con la sua flebile voce a trovare nel Signore la risposta ai loro problemi.
"Ti ringrazio, o Padre, che hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mat.11,25). Come è vera questa preghiera di Gesù! Nuccia viveva questa infanzia evangelica e, proprio per questo, era stata toccata dalla grazia.
Credo che la testimonianza più bella, che lei ci dava, era il suo sorriso, quel sorriso che era di una semplicità incredibile, inimmaginabile, incomprensibile da un punto di vista umano. Normalmente quando ci manca qualcosa, ci elettrizziamo, a lei mancava tutto o quasi tutto, non certamente l'affetto dei suoi cari. Con grande abnegazione, Anna, i nipoti, tutti i suoi cari e tanti di voi amici, con quanta cura avete assistito Nuccia. Lei aveva quel sorriso, quella gioia di vivere, ma anche quei valori spirituali, che erano di una ricchezza sovrabbondante. Lei, che secondo i canoni della bellezza non aveva niente, era la bellezza, perché in lei si rifletteva la bellezza di Dio: nei suoi occhi, nella sua voce, nel suo cuore c'era la ricchezza di Dio, la presenza di Maria, la tenerezza della sorella.
Certo è la Chiesa che deve canonizzare i santi, ma non vi nascondo che la prima riflessione che ho fatto, appena l'ho vista morta, è stata questa: è morta una santa. Da ieri ad oggi mi sono trovato nella mia vita sacerdotale in tre situazioni dolorosissime, comprendevo la mia inefficienza, ho pregato, ho detto la mia parola semplice e nel profondo del cuore ho invocato Nuccia. "Tu che sei in questo momento accanto al Signore, ora puoi, prega, offri il tuo "sorriso"(il suo angioletto aveva questo nome) al Padre, perché usi la sua misericordia". Questa preghiera, che ho fatto io, fatela anche voi nella vostra giornata, e nei momenti tristi ricordate il suo sorriso, la sua accoglienza, la sua delicatezza, la sua sensibilità, la sua squisitezza, anche umana. Amen".