Le condizioni di validità del Sacramento dell'Eucaristia

Perchè sia celebrato validamente il Sacramento dell'Eucaristia ha bisogno di alcune condizioni senza le quali non si dà il Sacramento. Le elenchiamo brevemente:

- Materia (pane di frumento e vino d'uva)
- Parole "ad validitatem" (Le parole della consacrazione)
- L'intenzione del celebrante di fare ciò che fa la Chiesa

Secondo la tradizione della Chiesa, il pane deve essere di frumento puro e secondo la tradizione propria della Chiesa latina, azzimo, ovvero non fermentato. Pertanto è materia invalida il pane di altre specie di cereali come l’orzo, l’avena, il miglio, il riso, il mais, etc. Si considera, invece, materia valida il pane delle diverse tipologia di grano: grano duro, grano siciliano, etc.

Il vino deve essere frutto della vite, quindi naturale e genuino, non mischiato a sostanza estranee; il vino deve essere spremuto dalle uve mature affinché la materia sia valida. Il vino di mele, l’aceto, il succo di frutta, il succo di uva non matura rendono la materia invalida.

Le parole "ad validitatem" - sto parlando del nuovo rito della Messa (detta di Paolo VI) - sono per il pane "Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi". Per il vino: "Questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di Me". Se queste parole vengono cambiate non si verifica la transustanzazione cioè il cambiamento sostanziale del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo.

L'intenzione del celebrante significa che il sacerdote deve avere intenzione di transustanziare il pane e il vino secondo la fede di santa romana Chiesa e per questo deve possedere intatta la fede divina e cattolica nel santo sacrificio della Messa che - insegna il Concilio di Trento - non è un racconto di commemorazione dell'ultima cena ma la ripresentazione incruenta - senza spargimento di sangue - dell'unico sacrificio della croce che è anche il sacrificio della cena perchè la cena fu un sacrificio. Se nell'antico rito romano della Messa - la Messa in latino per intenderci - il senso di sacrificio era centrale in tutto il rito e perciò il rito stesso salvaguardava la fede del celebrante che nell'offertorio, nelle parole della consacrazione e in altre preghiere sapeva, diceva e doveva credere che stava offrendo un sacrificio, questo nel nuovo rito della Messa - la Messa in italiano - non è più presente e perciò il sacramento è potenzialmente invalido. Questo non lo dice nessuno ma è dottrina eucaristica! Come si può sapere se un sacerdote crede nel dogma eucaristico e quindi sapere se transustanzia davvero il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo? Se le prime due condizioni sopra elencate - materia e parole - vengono a mancare o vengono alterate, si può avere certezza che non si dà il sacramento. Se si pensa alla terza condizione, quella è nota solo a Dio che conosce i cuori e sà quali sono le intenzioni del celebrante. Sto parlando ovviamente del nuovo rito della Messa, non dell'antico rito tridentino. Tutto questo dando per scontato che chi celebra sia un vero sacerdote, validamente ordinato con un rito valido, da un vero vescovo consacrato con un valido rito di consacrazione episcopale.

francesca lois
Versato x voi e x Molti( non tutti) in remissione dei peccati...con TUTTI la comunione é Invalida.Inoltre la Santa Messa é la commemorazione del Sacrificio di Gesú sulla Croce e non la commemorazione della Ultima Cena,come dite voi Cattolici Modernisti Bergogliani! Pax vobiscum!
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