Consigli della Madonna nella lotta contro Satana – Rivelazioni dalla "Mistica Città di Dio"

Figlia mia, l'antico serpente diede prova della sua perversità ed astuzia cancellando dal cuore umano la scienza dell'umiltà, che la clemenza del suo Creatore vi aveva seminato, e al suo posto sparse l'empia zizzania della superbia. Perché questo vizio sia estirpato e l'anima ritrovi il bene perduto dell'umiltà, è necessario che essa accetti di essere umiliata dalle altre creature e che domandi all'Altissimo con incessanti desideri e cuore sincero tale virtù e i mezzi per ottenerla.

Sono molto rari coloro che si dedicano a questa sapienza e giungono a conseguire l'umiltà con perfezione, perché richiede una vittoria compiuta e totale sulla propria natura e ad essa pochi arrivano. Questo contagio ha talmente penetrato le facoltà dell'uomo da diffondersi in tutto ciò che fa, e quindi a mala pena si scorge qualcosa che non abbia in sé il sapore della superbia, così come la rosa nasce con le spine ed il grano con la resta.

Per tale ragione Dio ha tanta stima dei veri umili, e quelli che riportano per intero il trionfo sulla superbia sono da lui innalzati e collocati tra i principi del suo popolo, considerati figli prediletti e in un certo senso liberati dalla giurisdizione del demonio, non si mostra tanto ardito contro di loro, perché li teme; le loro vittorie, infatti, lo tormentano più delle fiamme del fuoco eterno.

Io desidero, o carissima, che tu giunga a possedere in pienezza il tesoro inestimabile di questa virtù e che consegni al Signore tutto il tuo cuore rendendolo docile, affinché egli, come su morbida cera, vi imprima senza resistenza alcuna l'immagine delle mie umili opere. Poiché ti ho manifestato gli arcani segreti di questo mistero, sei estremamente tenuta a corrispondere alla mia volontà e a non perdere occasione per annientarti ed avanzare costantemente in umiltà, come feci io, essendo Madre del medesimo Dio e in tutto piena di purezza e di grazia. Inoltre, avendo avuto maggiori doni mi umiliai di più, perché ai miei occhi questi superavano di gran lunga i miei meriti ed aumentavano le mie obbligazioni. Tutti gli altri figli di Adamo sono concepiti nel peccato e peccano.

Se nessuno può negare tale verità, quale ragione può trovare l'uomo per non umiliarsi davanti a Dio e ai suoi simili? Abbassarsi fino a terra e considerarsi inferiore a tutti non è grande umiltà per colui che ha peccato, perché anche così avvilito viene ad aver sempre più onore di quello che merita. Il vero umile deve discendere ad un posto più basso di quello che gli spetta. Se tutte le creature lo disprezzano, lo detestano o l'offendono, qualora egli si riconosca degno dell'inferno, tutto ciò sarà giustizia più che umiltà, perché riceve quanto gli è dovuto. Ma la profonda umiltà si estende a desiderare maggiore umiliazione di quella che spetta per giustizia. Per questo è vero che nessun mortale può arrivare al genere di umiltà che ebbi io, come tu hai inteso e scritto; nondimeno, l'Altissimo si considera servito e vincolato dal fatto che gli uomini si umilino in ciò che possono e devono.

Vedano adesso i peccatori superbi la loro bruttezza e comprendano che imitando Lucifero nella superbia sono come mostri dell'inferno. Infatti, in principio costui era bello, arricchito da grandi doni di grazia e di natura, e anche se si vantò dei beni ricevuti in effetti li possedeva come suoi. Ma l'uomo, che è fango e che oltre a ciò ha peccato ed è pieno di brutture e di abomini, è un mostro se si vuole gloriare, ed in questa pazzia viene a sorpassare lo stesso demonio, perché non ha una natura nobile come la sua, né la grazia e la bellezza che egli aveva. Lucifero e i suoi seguaci conoscono la follia ed il delirio vano e spregevole degli uomini, li disprezzano e si fanno beffe di loro perché con qualità così basse s'insuperbiscono.

Rifletti dunque, o figlia, su questo rimprovero e abbassati fino a terra senza sentirti da più di essa quando il Signore ti umilia direttamente o per mezzo delle creature. Non considerarti mai offesa da alcuno; e se detesti la finzione e la menzogna, stai bene attenta, perché quella maggiore è bramare onore ed importanza. Non attribuire agli altri quello che Dio fa per umiliare te e loro con afflizioni e tribolazioni, poiché è ordine della divina misericordia castigare gli uomini per indurli all'umiliazione che si addice loro.

Umiliati alla sua presenza per te stessa e per tutti i tuoi fratelli, al fine di placare il suo sdegno, come se tu sola fossi colpevole e come se non avessi ancora riparato, giacché nessuno durante la sua vita può sapere se lo ha fatto. Mostrati grata, come chi merita meno e deve tanto, per i doni e i favori che hai ricevuto e che riceverai. Con questo stimolo, umiliati più di tutti e adoperati continuamente per soddisfare almeno in parte la divina pietà che con te è stata così generosa.


Tratto da:

La Mistica Città di Dio, Vita della Vergine SS. rivelata alla Venerabile Maria d’Agreda, Libro VI, Cap. 3, §§ 1063-1065.

PER CONOSCERE LA VENERABILE MARIA D'AGREDA

Singolarissima figura di donna, religiosa, mistica, scrittrice, della Spagna del XVII secolo, la cui fama ha superato i secoli e i continenti.

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