Settimana santa 2008: le omelie nascoste di papa Benedetto

Settimana santa: le omelie nascoste di papa Benedetto

Nascoste tranne ai fedeli che le hanno potute ascoltare dal vivo: poche migliaia su 1,2 miliardi di cattolici nel mondo. Eccone i testi integrali. Una lettura d'obbligo per capire questo pontificato

di Sandro Magister

ROMA, 25 marzo 2008 – Delle sei omelie pronunciate da Benedetto XVI durante i riti della settimana santa di quest'anno, solo due hanno avuto un'estesa risonanza e sono arrivate all'orecchio di milioni di persone.

La prima è quella letta al termine della Via Crucis del venerdì santo e l'altra è il messaggio "urbi et orbi" della domenica di Pasqua. Entrambe trasmesse in diretta radiofonica e televisiva in numerosi paesi del globo.

Ma le altre quattro no. Sono arrivate a pochi. Cioè soltanto alle poche migliaia di fedeli che erano presenti ai riti celebrati dal papa e capivano la lingua italiana (perché molti tra essi erano stranieri). Ai quali andrebbero aggiunti coloro, anch'essi pochi, che le hanno poi lette sui media cattolici, nei giorni successivi.

Se si pensa che i cattolici nel mondo superano abbondantemente il miliardo, il numero di quelli che hanno ascoltato o letto le omelie del papa nella trascorsa settimana santa appare ancor più microscopico.

Eppure queste omelie sono uno dei tratti più rivelatori del pontificato di Joseph Ratzinger. Sono una vetta del magistero di questo papa teologo e pastore.

Sono inconfondibilmente scritte di suo pugno. E sono inscindibilmente legate alla celebrazione liturgica nella quale sono pronunciate. Nel loro genere, dei capolavori.


Il paragone che viene più naturale è con le omelie dei Padri della Chiesa, ad esempio di Leone Magno, il primo papa di cui sia stata conservata la predicazione liturgica. di sant'Ambrogio. di sant'Agostino.

È un paragone illuminante anche sotto il profilo comunicativo. Perché anche le omelie di un Leone Magno, all'epoca, furono ascoltate da pochi e lette da pochissimi. Lo stesso si può dire di sant'Agostino. Ma l'influsso che la predicazione di questi Padri ha avuto sulla Chiesa è stato ugualmente grande e si è prodotto lungo l'arco di secoli.

Non è impossibile che per le omelie di Benedetto XVI accada qualcosa di analogo. Occorre solo che vi siano, nella Chiesa, persone che riconoscano l'originalità e la profondità della predicazione liturgica di questo papa. E agiscano per propagarne l'ascolto.

Di Benedetto XVI hanno fatto notizia il libro su Gesù, le encicliche, i grandi discorsi su fede e ragione. Da qualche tempo si è acceso un interesse anche sulle sue udienze del mercoledì, dedicate prima agli Apostoli e ora ai Padri della Chiesa.

Sulle sue omelie, invece, manca ancora un'attenzione almeno pari. Ma basta leggere quelle della settimana santa di quest'anno – riprodotte qui sotto – per capire quanto siano centrali, nel magistero di papa Benedetto.

Stupisce che la macchina comunicativa della Santa Sede le abbia fin qui trascurate.
"L'Osservatore Romano" le pubblica con tempestività, ma per una cerchia troppo limitata di lettori, mancando finora questo giornale di un'adeguata presenza in internet. Quanto alla Libreria Editrice Vaticana, non ha finora prodotto alcun libro che raccolga le omelie di Benedetto XVI nel loro insieme o nei vari tempi liturgici, ad esempio le omelie natalizie, o quelle pasquali, meglio ancora se corredate dei testi delle liturgie di cui sono parte.
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per le omelie v. chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/195041.html
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Francesco I
Francesco I
@alda luisa corsini
Ulteriore dimostrazione del boicottaggio, interno ed esterno al Vaticano, perpetrato ai danni di Sua Santità
Benedetto XVI.
alda luisa corsini
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