ENZO BIANCHI L'ERETICO AMICO DELLA FALSA CHIESA

Enzo Bianchi l'eretico che punta alla demolizione della Chiesa, per trasformarla in uno dei tanti movimenti “spirituali” che contribuiscono al “nuovo ordine mondiale”. Ma a Roma viene accolto e acclamato come un santo.

Tutto è chiaramente simbolico: il giornale che lo intervista proprio perché parli male del cristianesimo e bene dell’islam (le domande sembrano proprio redatte da chi deve rispondere) è lo stesso giornale dove il suo fondatore, Eugenio Scalfari, ha lodato papa Francesco per avergli dato ragione in tutto, e in particolare sul rifiuto di Dio come creatore del mondo e come autore della legge morale naturale.
Erano altri tempi quando La Repubblica usciva con un articolo in prima pagina intitolato «Il Papa contro le donne» (si trattava di una delle reiterate condanne dell’aborto da parte di san Giovanni Paolo II). Quel papa era da criticare ferocemente, e con lui tutta la tradizione dogmatica e morale della Chiesa cattolica. Il papa attuale invece va elogiato perché – dice esplicitamente Scalfari e dice implicitamente anche Bianchi – ha iniziato un’opera di demolizione della Chiesa come depositaria della verità rivelata da Cristo, per trasformarla in uno dei tanti movimenti “spirituali” che contribuiscono al “nuovo ordine mondiale”, che mira all’annullamento delle differenze tra le religioni e ultimamente all’annullamento della religione stessa.

Bianchi fa di Cristo un semplice modello di umanità, e lo ho ripetuto a proposito della riduzione che il cardinale Kasper fa dell’Eucaristia a mero strumento rituale dell’identificazione dei fedeli nella comunità. Ora, nel cosiddetto monastero di Bose, Bianchi ha chiamato proprio il suo maestro Kasper a parlare dell’ecumenismo, inteso logicamente come attività politico-culturale con la quale la Chiesa cattolica dovrebbe dissolversi in un’indifferenziata religiosità umanistica. E alla vigilia del convegno, Bianchi illustra alla compiacente e compiaciuta giornalista di Repubblica i criteri fondamentali del suo progetto etico-politico, che passa dalla critica di ogni dottrina e di ogni prassi della Chiesa cattolica che non siano omologabili all’ecumenismo inteso come indifferentismo religioso.

Enzo Bianchi si mostra entusiasta di papa Francesco, ma solo perché in qualche caso le sue direttive pastorali sembrano in sintonia con le direttive politiche emanate dalle lobbies installate negli organismi internazionali, dall’ONU all’UE, delle quali sono zelanti propagandisti La Repubblica e gli altri media di orientamento laicista, cioè massonico. Ad esempio, parlando delle direttive pastorali di papa Francesco riguardo all’accoglienza dei profughi in Italia, Bianchi va all’attacco di ogni opinione e di ogni prassi che a lui sembrano “disobbedienza” al Papa: «Il papa ha lanciato l'allarme già due anni fa, dopo la visita a Lampedusa. È rimasto inascoltato e credo che anche questo suo nuovo appello lo sarà. Il fastidio di un certo clero verrà magari dissimulato dall'ipocrisia religiosa, che è la più bieca e spaventosa di tutte». E poi: «Un mese fa il vescovo di Crema ha chiesto di ospitare i rifugiati in locali adiacenti una scuola cattolica, è stato contestato dalle famiglie. La situazione italiana è una vergogna, soprattutto nelle regioni tradizionalmente più cattoliche, il Veneto e la Lombardia». L’intervistatrice domanda a Bianchi: «Il rifiuto è più sociale o più confessionale?», volendo forse far dire a Bianchi che si tratta di ragioni più religiose che politiche. E infatti Bianchi risponde: «Quello confessionale l'hanno gridato a suo tempo il cardinal Biffi e il vescovo Maggiolini, secondo cui bisognava eventualmente accogliere solo i cristiani.

Eliminata la verità di Dio creatore e autore della legge naturale; eliminata la verità di Cristo, unico «Salvatore dell’uomo», e quindi la verità di Dio uno e trino; resta da eliminare – per finire di togliere al cristianesimo la sua dimensione soprannaturale - la verità di Maria «Madre del Redentore». E Bianchi, per denigrare il culto mariano (inviso ai protestanti e quindi considerato da Bianchi un ostacolo sulla via dell’ecumenismo), non esita a tirare in ballo il vecchio tema della misoginia nella Chiesa cattolica: «Si dice sbrigativamente che certi musulmani siano ancora nel medioevo. Ma il velo completo per le suore di clausura è stato abolito solo nel 1982. È molto recente la presa di coscienza della pari dignità della donna e dell'uomo nel cristianesimo, che non ha ancora nemmeno il linguaggio per esprimerla. La soggezione delle donne agli uomini è un retaggio scritturale nell'islam, ma è presente anche nelle nostre scritture: san Paolo afferma che le donne non devono assolutamente parlare nell'assemblea della chiesa e devono stare a capo coperto. Di nuovo, serve una rilettura storico-critica di tutti i libri sacri, per scorgerne l'intenzione e non le forme. Nella chiesa c'è buona volontà ma poi della donna si hanno immagini irreali: il modello di Maria, vergine e madre, che non può essere il riferimento per una promozione della donna nella chiesa; l'idea, insinuata per moda, che la Madonna sia più importante di San Pietro, idea insipiente come dire che la ruota in un carro è più importante del volano... Non siamo ancora capaci di prendere sul serio l'uguaglianza indubbia tra uomini e donne. Il cammino per la chiesa è ancora lunghissimo perché ovunque ci sia un esercizio di comando restano gli uomini, mentre le donne sono confinate al servizio umile».

Indubbiamente Bianchi sogna (assieme a Hans Küng) una riforma della Chiesa cattolica che la porti ad assomigliare alle comunità protestanti, con donne-sacerdoti e donne-vescovi. Ma per i cattolici dotati di buon senso e di autentico sensus fidei questo non è un bel sogno, anzi è un incubo.