SAN CANZIAN D’ISONZO (Go). L’antica villa romana dimora dei santi Canziani.

E’ una villa imperiale di dimensioni eccezionali quella scoperta a San Canzian d’Isonzo, a fianco della parrocchiale e dei resti della prima basilica paleocristiana dedicata ai martiri Canziani. Perlomeno a vedere la vastità della sala riportata alla luce dagli archeologi Andrea Villa, Cristiano Tiussi e Angela Borzacconi su incarico del Comune di San Canzian d’Isonzo d’intesa con la Soprintendenza ai beni archeologici e il sostegno finanziario della Provincia.

A delimitarla, come hanno spiegato ieri gli archeologi nel fare il punto sulla campagna di scavo, due absidi contrapposte distanti fra loro 10 metri, mentre la terza abside propria di edifici di questo genere si trova con tutta probabilità sotto l’antiquarium o la strada d’accesso alle strutture della parrocchia.

«Si tratta dell’architettura di alto livello della fine del terzo-inizio del quarto secolo dopo Cristo – ha sottolineato Andrea Villa -. Uno dei pochi confronti possibili, quanto a dimensioni, è con la villa di Massimiano a piazza Armerina a Roma. Ad Aquileia esistono costruzioni di questa tipologia, ma nessuna dalle dimensioni monumentali come quella di San Canzian».

Lo spazio era inoltre decorato in modo lussuoso, stando ai rinvenimenti di tessere di mosaico e marmoree. Gli archeologi stanno quindi esplorando la possibilità che la villa, inserita in un contesto agricolo fiorente e collocata a ridosso di uno snodo viario (la strada tra Aquileia ed Emona) e fluviale importante, appartenesse agli stessi Canzio, Canziano e Canzianilla.

La loro era una famiglia importante, quella, per la tradizione, degli Anicii e dell’imperatore Carino, che, stando agli archeologi, aveva la possibilità di erigere un edificio del genere
.
«Stiamo approfondendo l’ipotesi – ha confermato Villa – che il sito abbia ospitato prima una costruzione residenziale per poi trasformarsi in primo luogo di culto dei martiri”.
Gli scavi hanno ribadito quanto già emerso nella campagna degli anni ’60: il muro occidentale della villa romana è divenuto poi parte della prima basilica paleocristiana, sorta tra la fine del IV e l’inizio del V secolo dopo Cristo. L’area è stata comunque utilizzata prima e dopo, senza soluzione di continuità. La villa di epoca tardo imperiale è sorta come “ristrutturazione” di una precedente costruzione, databile al primo secolo e le cui caratteristiche denotano sempre un tenore di vita elevato. Il riscaldamento era a pavimento e attorno a un piccolo impluvium si apriva un corridoio su cui erano affacciati i locali di residenza.

Il luogo è stato frequentato, però, anche in epoca altomedievale, come indica il frammento di pergula databile alla metà dell’VIII secolo e che potrebbe ricondurre all’insediamento monastico sorto a San Canzian e collegato allo sviluppo del culto dei martiri.

Gli esiti degli scavi sono stati definiti importanti dal funzionario della Soprintendenza Angela De Laurenzi, mentre il sindaco Silvia Caruso ha sottolineato come i risultati siano il frutto della strategia messa in campo dal Comune: puntare su interventi contenuti e mirati e quindi realizzabili con risorse finanziarie non enormi. Fondamentale, come hanno rilevato sia la rappresentante della Soprintendenza sia l’assessore provinciale alla Cultura Federico Portelli, è stata anche la capacità di fare rete delle istituzioni con la parrocchia, proprietaria delle aree, l’associazionismo e l’Università di Trieste.

Autore: Laura Blasich

Fonte: IlPiccolo.gelocal.it, 29/02/2012

www.archeomedia.net/san-canzian-dis…

-----------------------------------------------------------------------------------------------La prima notizia:

Prima di essere il luogo del martirio dei santi Canziani
e un faro di fede per un’ampia zona dell’attuale Alpe Adria, l’area adiacente alla chiesa parrocchiale di San Canzian d’Isonzo ospitava una villa di epoca imperiale di dimensioni tali da non avere pari in Friuli Venezia Giulia.

La campagna di scavi avviata lo scorso autunno, su incarico del Comune grazie al sostegno finanziario della Provincia e alla collaborazione della parrocchia, dagli archeologi Cristiano Tiussi e Andrea Villa, coordinati nelle indagini dall’archeologa Angela Borzacconi, sta restituendo tutta l’importanza che San Canzian rivestiva già in epoca romana, centro satellite di Aquileia e posto lungo la viabilità “maggiore” dell’epoca.

Gli archeologi ritengono che si trattasse della proprietà di una famiglia patrizia, forse la stessa che diede i natali ai tre martiri, Canzio, Canziano e Canzianilla, uccisi all’inizio del IV secolo dopo Cristo nel corso delle persecuzioni dioclezianee. Come dimostrato nel corso della prima fase delle indagini, la villa fu poi trasformata del resto in primo luogo di culto dei santi.

«Al di sotto della zona su cui è collocato l’altare dedicato ai martiri – anticipa il sindaco Silvia Caruso, che la prossima settimana tirerà le fila della campagna di scavo assieme agli archeologi – è stata rinvenuta una lastra di marmo poggiante su strutture in muratura, ancora sigillata.

Gli archeologi dovranno verificare se all’interno del sacello si possano trovare delle reliquie o comunque dei resti utili a comprendere ulteriormente la storia del luogo».
A confermare l’esistenza della villa ancora in epoca imperiale più tarda c’è intanto la moneta rinvenuta nei pressi del muro di cinta e databile con sicurezza al 256 dopo Cristo. Ulteriori dettagli sui risultati ottenuti nel corso delle indagini saranno illustrati dagli archeologi appunto la prossima settimana. La prima fase degli scavi ha comunque già permesso di chiarire come il muro di chiusura della basilica paleocristiana appartenga a una costruzione di età imperiale.

Del primo secolo dopo Cristo sono tutte le strutture messe alla luce alle spalle della basilica, quindi in direzione dell’abside della parrocchiale. L’area era già stata scavata negli anni ’60, ma in modo abbastanza frettoloso, perché l’attenzione era concentrata sulla basilica paleocristiana, che per dimensioni rimane una delle più importanti del suo tempo.

Nell’area della basilica del tardo IV secolo dopo Cristo è stato invece rinvenuto un sarcofago, inserito a un livello inferiore rispetto al piano pavimentale su cui si trovavano i brani di mosaici conservati nell’Antiquarium.

All’interno vi sono stati rinvenuti fili d’oro, forse appartenenti al vestiario del sepolto. Il collegamento tra sarcofago e basilica rimaneva però da chiarire. Sempre sotto il piano pavimentale è stata portata nuovamente allo scoperto la struttura semicircolare che ha sempre posto interrogativi sulla sua natura a partire dalla campagna di scavi di cinquant’anni fa. Un vano a esedra che potrebbe trovare spiegazione se ricondotto, come appartenenza, all’adiacente edificio di epoca romana.

Autore: Laura Blasich 22/02/2012

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