NESSUNA CONFUSIONE. SOLO CHIAREZZA SU MONS. ANTONIO LIVI - Danilo Quinto - 30 gennaio 2019
Leggo quanto scrive Maria Guarini su “Chiesa e Post Concilio”:
“Ho rimosso l'Appello per mons. Livi pubblicato ieri perché mi sono fidata della fonte che ritenevo attendibile e che peraltro trovava conferma nell'analogo appello di Tosatti. Senonché ulteriori approfondimenti mi hanno resa più guardinga. Conoscevo la gravità delle condizioni di salute di mons. Livi: lo stiamo da tempo accompagnando con la preghiera. Però non mi risultava la sua condizione di bisogno, che in effetti mi aveva dapprima meravigliata ma che avevo raccolto, pensando a sopravvenute esigenze a me non note. Tuttavia, ho ricevuto comunicazioni in base alle quali ora non posso più sentirmi coinvolta in qualcosa che non mi è chiaro. Ciò che mi è ben chiaro, e mi è stato confermato, è la lucida e serena consapevolezza di mons. Livi e il suo fiducioso affidamento al Signore. Mi spiace per lui che non meritava tutta questa confusione e vi invito a continuare ad accompagnarlo con la preghiera”.
Mi limito a dire questo:
1. Maria Guarini scrive che ha “ricevuto comunicazioni in base alle quali ora non posso più sentirmi coinvolta in qualcosa che non mi è chiaro”, riferendosi alla condizione di bisogno materiale di Mons. Livi.
2. Sono personalmente in contatto costante con Mons. Livi, da quando – nel mese di novembre – mi ha chiamato una sua collaboratrice, la signora Amanda Chipana, proprietaria della Casa Editrice Leonardo da Vinci, di cui Livi è direttore editoriale, per raccontarmi che era ricoverato all’Ospedale Gemelli di Roma, che stava molto male, pregandomi di assumere informazioni che non le venivano date. Ho immediatamente approfondito, attraverso contatti medici, esterni all’ospedale, la sua reale situazione di salute. Gravissima, mi è stato detto. Gli era stato diagnosticato un tumore al cervello e gli era stata proposta l’operazione. Si trovava da solo all’Ospedale Gemelli di Roma e, insieme a mia moglie Lydia, la prima cosa che abbiamo pensato di fare è stata quella di inviargli un amico sacerdote con cui potesse parlare. Mons. Livi ha rifiutato di sottoporsi all’operazione ed ha fatto, a mio avviso, bene perchè si trattava di un intervento delicatissimo. In seguito, si è sottoposto a numerosi consulti, a Siena e in altre città ed ha, nello stesso tempo, iniziato una terapia cortisonica.
3. All’inizio del mese di gennaio, nel corso di una telefonata, Mons. Livi mi ha detto che non aveva neanche il danaro necessario per affrontare i viaggi per le numerose visite mediche e che aveva dovuto farselo prestare, aggiungendo che si trovava in una situazione di assoluta indigenza materiale. Gli ho chiesto cosa potessi fare e mi ha risposto pregandomi di comunicare alle persone di aiutarlo comprando i suoi libri.
4. In base a questi presupposti mi sono personalmente mobilitato (pur sapendo che l’acquisto di libri era poca cosa rispetto alle esigenze manifestate), lanciando un appello a suo favore, e in base alle sue intenzioni, diffuso sulla mia pagina facebook, sul mio sito e sul sito www.cruxfidelis.it/index2.php.
5. Ho parlato della situazione di Mons. Livi prima con Riccardo Cascioli, poi con Silvana De Mari. Silvana De Mari ha deciso di promuovere sul suo blog l’appello, ripreso da Tosatti e Blondet.
6. Diffuso quest’ultimo appello, immediatamente sul web qualcuno fa girare la voce della morte di Mons. Livi.
7. Già questa cosa mi è parsa molto strana, come lo è parsa a Marco Tosatti, che l’ha sottolineata sul suo blog.
8. Ora, Maria Guarini racconta che ha “ricevuto comunicazioni” in base alle quali “non può sentirsi coinvolta in qualcosa che non le è chiaro”.
9. Chiedo: che cosa non è chiaro?
10. Forse che Mons. Antonio Livi, Decano di Filosofia dell’Università Lateranense, tra i massimi filosofi e teologi contemporanei, nel cosiddetto mondo cattolico (la cui “pasta” sappiamo di quali ingredienti sia costituita) abbia molti nemici?
“Ho rimosso l'Appello per mons. Livi pubblicato ieri perché mi sono fidata della fonte che ritenevo attendibile e che peraltro trovava conferma nell'analogo appello di Tosatti. Senonché ulteriori approfondimenti mi hanno resa più guardinga. Conoscevo la gravità delle condizioni di salute di mons. Livi: lo stiamo da tempo accompagnando con la preghiera. Però non mi risultava la sua condizione di bisogno, che in effetti mi aveva dapprima meravigliata ma che avevo raccolto, pensando a sopravvenute esigenze a me non note. Tuttavia, ho ricevuto comunicazioni in base alle quali ora non posso più sentirmi coinvolta in qualcosa che non mi è chiaro. Ciò che mi è ben chiaro, e mi è stato confermato, è la lucida e serena consapevolezza di mons. Livi e il suo fiducioso affidamento al Signore. Mi spiace per lui che non meritava tutta questa confusione e vi invito a continuare ad accompagnarlo con la preghiera”.
Mi limito a dire questo:
1. Maria Guarini scrive che ha “ricevuto comunicazioni in base alle quali ora non posso più sentirmi coinvolta in qualcosa che non mi è chiaro”, riferendosi alla condizione di bisogno materiale di Mons. Livi.
2. Sono personalmente in contatto costante con Mons. Livi, da quando – nel mese di novembre – mi ha chiamato una sua collaboratrice, la signora Amanda Chipana, proprietaria della Casa Editrice Leonardo da Vinci, di cui Livi è direttore editoriale, per raccontarmi che era ricoverato all’Ospedale Gemelli di Roma, che stava molto male, pregandomi di assumere informazioni che non le venivano date. Ho immediatamente approfondito, attraverso contatti medici, esterni all’ospedale, la sua reale situazione di salute. Gravissima, mi è stato detto. Gli era stato diagnosticato un tumore al cervello e gli era stata proposta l’operazione. Si trovava da solo all’Ospedale Gemelli di Roma e, insieme a mia moglie Lydia, la prima cosa che abbiamo pensato di fare è stata quella di inviargli un amico sacerdote con cui potesse parlare. Mons. Livi ha rifiutato di sottoporsi all’operazione ed ha fatto, a mio avviso, bene perchè si trattava di un intervento delicatissimo. In seguito, si è sottoposto a numerosi consulti, a Siena e in altre città ed ha, nello stesso tempo, iniziato una terapia cortisonica.
3. All’inizio del mese di gennaio, nel corso di una telefonata, Mons. Livi mi ha detto che non aveva neanche il danaro necessario per affrontare i viaggi per le numerose visite mediche e che aveva dovuto farselo prestare, aggiungendo che si trovava in una situazione di assoluta indigenza materiale. Gli ho chiesto cosa potessi fare e mi ha risposto pregandomi di comunicare alle persone di aiutarlo comprando i suoi libri.
4. In base a questi presupposti mi sono personalmente mobilitato (pur sapendo che l’acquisto di libri era poca cosa rispetto alle esigenze manifestate), lanciando un appello a suo favore, e in base alle sue intenzioni, diffuso sulla mia pagina facebook, sul mio sito e sul sito www.cruxfidelis.it/index2.php.
5. Ho parlato della situazione di Mons. Livi prima con Riccardo Cascioli, poi con Silvana De Mari. Silvana De Mari ha deciso di promuovere sul suo blog l’appello, ripreso da Tosatti e Blondet.
6. Diffuso quest’ultimo appello, immediatamente sul web qualcuno fa girare la voce della morte di Mons. Livi.
7. Già questa cosa mi è parsa molto strana, come lo è parsa a Marco Tosatti, che l’ha sottolineata sul suo blog.
8. Ora, Maria Guarini racconta che ha “ricevuto comunicazioni” in base alle quali “non può sentirsi coinvolta in qualcosa che non le è chiaro”.
9. Chiedo: che cosa non è chiaro?
10. Forse che Mons. Antonio Livi, Decano di Filosofia dell’Università Lateranense, tra i massimi filosofi e teologi contemporanei, nel cosiddetto mondo cattolico (la cui “pasta” sappiamo di quali ingredienti sia costituita) abbia molti nemici?