I frutti del Concilio: Novus Horror Missae (An): "Messa" sul molo e S. Comunione a gente in acqua
Foto della "messa" ripresa con un drone
Pensavamo di avere visto il fondo del degrado liturgico: qui c'è un lungo (e triste) elenco dei più svariati abusi liturgici del clero (ad esempio: il vescovo in bici nel presbiterio, l'altare di lego o di zaini, la spazzatura davanti all'altare, calici di vetro, e altri se ne vedano qui)
Invece ahinoi, al peggio non c'è fine.
Un lettore ci segnala questo ennesimo scempio liturgico che dimostra, nel migliore delle ipotesi, la ingenua superficialità del sacerdote nel concepire la "devozione e il rispetto che si devono alla Divina Eucarestia".
Si tratta di una "Messa" celebrata ieri mattina nella solennità di San Giovanni Battista sul molo di Portonovo (An) sopra ad un "altare" largo meno di un metro quadrato, alla presenza di "fedeli" in bichini. E fin qui, ci siamo purtroppo abituati alle chiese gonfiabili che per quanto assurde, non erano mai state usate per celebrare la S. Messa).
Il bello deve ancora venire.
Al momento della Comunione, non solo vengono comunicati i "fedeli" in costume, ma pure quelli che, stando in acqua, si sono avviciniati al bordo del molo e che ricevono l'Ostia dal sacerdote accucciatosi in una posa ieratica.
Putroppo non possiamo pubblicare le foto, che vi invitiamo a vedere, se avete uno stomaco forte, sul sito del quotidiano
Corriere Adriatico
o del 25.06.2018.
Si percepisce che l'intenzione del sacerdote è buona (sull'altare c'è una - pur corta - tovaglia, ci sono i fiori, c'è un cero; egli indossa camice e stola; è stata mantenuta la tradizionale benedizione delle acque per San Giovanni Battista - impartita dal Vescovo di Ancona all'alba, ecc.) ma non basta.
I requisiti minimi ricercati dal prete sembrano tuttavia folcloristici e vuoti, se non accompagnati da altre accorgimenti che egli avrebbe dovuto raccomandare: come, ad esempio, invitare ai fedeli in costume di coprirsi le spalle con un telo, un parasole o una maglietta, di togliersi il berretto da sole almeno dopo la consacrazione. Ecco come dire "io vi porto il Signore in spiaggia ma ricordiamoci di assumere un atteggiamento e un abbigliamento consono. Secondo me questo avrebbe aiutato a sensibilizzare un po' i fedeli ormai sbracati e poco avvezzi al rispetto liturgico. In quest'ottica paradossalmente sarebbe potuta essere un'occasione per "evangelizzare".
L'errore più grande del sacerdote è stato però la distribuzione della S. Comunione a fedeli in acqua... Non siamo esperti ma ci potrebbero essere anche le condizioni per la profanazione delle sacre specie... ma non vogliamo essere così drastici, anche se ...
Ecco: se proprio voleva celebrare una Messa sul molo, avrebbe dovuto non tanto preparare un altare (più) degno, ma creare quella dimensione ieratica che rendesse "santa" la Messa che avrebbe celebrato, in tal modo da realizzare meglio il fine anabatico del sacramento.
Invece no. La ricerca di consensi e lo spasmo di "uscire", ha fatto perdere di vista la Verità.
E noi francamente, di preti così siamo stufi. Non si può continuare a tollerare preti che trattano la S. Comunione alla stregua di un semplice pezzo di pane (non me ne voglia Domine Iddio di questa banalizzazione, ma è l'espressione che meglio esemplifica la condotta di certi suoi ministri nei riguardi della Ss.ma Trinità presente nell'Eucarestia).
Roberto
blog.messainlatino.it/…/novus-horror-mi…
Pensavamo di avere visto il fondo del degrado liturgico: qui c'è un lungo (e triste) elenco dei più svariati abusi liturgici del clero (ad esempio: il vescovo in bici nel presbiterio, l'altare di lego o di zaini, la spazzatura davanti all'altare, calici di vetro, e altri se ne vedano qui)
Invece ahinoi, al peggio non c'è fine.
Un lettore ci segnala questo ennesimo scempio liturgico che dimostra, nel migliore delle ipotesi, la ingenua superficialità del sacerdote nel concepire la "devozione e il rispetto che si devono alla Divina Eucarestia".
Si tratta di una "Messa" celebrata ieri mattina nella solennità di San Giovanni Battista sul molo di Portonovo (An) sopra ad un "altare" largo meno di un metro quadrato, alla presenza di "fedeli" in bichini. E fin qui, ci siamo purtroppo abituati alle chiese gonfiabili che per quanto assurde, non erano mai state usate per celebrare la S. Messa).
Il bello deve ancora venire.
Al momento della Comunione, non solo vengono comunicati i "fedeli" in costume, ma pure quelli che, stando in acqua, si sono avviciniati al bordo del molo e che ricevono l'Ostia dal sacerdote accucciatosi in una posa ieratica.
Putroppo non possiamo pubblicare le foto, che vi invitiamo a vedere, se avete uno stomaco forte, sul sito del quotidiano
Corriere Adriatico
o del 25.06.2018.
Si percepisce che l'intenzione del sacerdote è buona (sull'altare c'è una - pur corta - tovaglia, ci sono i fiori, c'è un cero; egli indossa camice e stola; è stata mantenuta la tradizionale benedizione delle acque per San Giovanni Battista - impartita dal Vescovo di Ancona all'alba, ecc.) ma non basta.
I requisiti minimi ricercati dal prete sembrano tuttavia folcloristici e vuoti, se non accompagnati da altre accorgimenti che egli avrebbe dovuto raccomandare: come, ad esempio, invitare ai fedeli in costume di coprirsi le spalle con un telo, un parasole o una maglietta, di togliersi il berretto da sole almeno dopo la consacrazione. Ecco come dire "io vi porto il Signore in spiaggia ma ricordiamoci di assumere un atteggiamento e un abbigliamento consono. Secondo me questo avrebbe aiutato a sensibilizzare un po' i fedeli ormai sbracati e poco avvezzi al rispetto liturgico. In quest'ottica paradossalmente sarebbe potuta essere un'occasione per "evangelizzare".
L'errore più grande del sacerdote è stato però la distribuzione della S. Comunione a fedeli in acqua... Non siamo esperti ma ci potrebbero essere anche le condizioni per la profanazione delle sacre specie... ma non vogliamo essere così drastici, anche se ...
Ecco: se proprio voleva celebrare una Messa sul molo, avrebbe dovuto non tanto preparare un altare (più) degno, ma creare quella dimensione ieratica che rendesse "santa" la Messa che avrebbe celebrato, in tal modo da realizzare meglio il fine anabatico del sacramento.
Invece no. La ricerca di consensi e lo spasmo di "uscire", ha fatto perdere di vista la Verità.
E noi francamente, di preti così siamo stufi. Non si può continuare a tollerare preti che trattano la S. Comunione alla stregua di un semplice pezzo di pane (non me ne voglia Domine Iddio di questa banalizzazione, ma è l'espressione che meglio esemplifica la condotta di certi suoi ministri nei riguardi della Ss.ma Trinità presente nell'Eucarestia).
Roberto
blog.messainlatino.it/…/novus-horror-mi…