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IL buon pastore... la porta... entrare.. uscire... - Gv 10, 1-18 - Meditazione di Eugenio Pramotton

Gv 10, 1-18

Questa similitudine disse loro Gesù, ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.

Noi il più delle volte non capiamo le parole di Gesù, perché Gesù ci parla di cose più grandi di noi, perché Gesù con le sue parabole si propone di farci conoscere i misteri del Regno dei Cieli (Mt 13, 11). Noi che siamo più che altro attaccati alle cose della terra e poco familiari con quelle del cielo, facciamo molta fatica a capirLo. E facciamo anche fatica a capirLo perché nella nostra mente c'è poca luce e molta confusione. Allora Gesù, che ci vuole bene, racconta delle storie in cui ci sono cose che riusciamo a capire; queste sono simili ad altre che non riusciamo ancora a capire, ci aiuta così a compiere il passaggio dalle cose che conosciamo a quelle che non conosciamo.
Un altro motivo per cui Gesù parla spesso in parabole è per nascondere i misteri o i tesori del Regno a coloro che non meritano che vengano loro manifestati (Mt 13, 13). Così, quelli che dimostreranno buona volontà nel cercare di comprendere quanto dice il Signore verranno illuminati, mentre quelli che non si impegnano, non pregano, non vogliono fare nessuno sforzo per comprendere la Parola di Dio o, peggio ancora, disprezzano le cose di Dio, rimarranno nelle tenebre.
Rimane il fatto che il brano di Vangelo che abbiamo ascoltato non è di facile comprensione. Il rischio di fare un po' di confusione c'è. Sant'Agostino, un giorno che doveva spiegare alla sua comunità questo stesso Vangelo, ha sentito il bisogno di rivolgersi ai suoi ascoltatori più o meno con queste parole: "Quando avrò spiegato, secondo le mie forze, queste parole, può darsi che non riesca a farmi capire, o perché il significato di queste parole è ben nascosto, o perché io non ne ho capito bene il significato, oppure perché non sono capace di spiegare quello che ho capito, o infine perché qualcuno di voi ha difficoltà a capire; chi avrà difficoltà a capire non si scoraggi, creda nelle cose che non capisce, e il Signore al momento opportuno lo illuminerà".

Il buon Pastore viene a cercare le sue pecore

Potremmo tentare di riassumere l'insegnamento principale del Vangelo che abbiamo ascoltato con queste parole: c'è un pastore buono che vuole venire a cercare le sue pecore per portarle al pascolo; per entrare nell'ovile dove le pecore sono radunate deve passare attraverso una porta e questa deve essergli aperta da un guardiano o portinaio. Quando il guardiano apre, le pecore possono sentire la voce del pastore che chiama ognuna di loro per nome; le pecore che ascoltano la voce del pastore escono dall'ovile e lo seguono. Seguendo il buon pastore, troveranno senz'altro di che sfamarsi. Un'altra cosa importante che viene detta a proposito del pastore è il suo grande amore per le pecore. Esso è tanto grande che sarebbe disposto a morire per difenderle dai nemici.
Questa storia, che tutti siamo in grado di capire, è simile ad un'altra che invece facciamo molta fatica a comprendere. Quest'altra storia è quella dell'amore di Dio per ognuno di noi. La parabola allora, incomincia col dirci a parole quello che Gesù sulla croce ci dirà con i fatti, vale a dire che Dio è disposto a morire Lui perché possiamo vivere noi...
Secondo le cose appena dette, e tenendo conto di alcune spiegazioni che ci dà il Signore stesso, potremmo spiegare la parabola in questo modo: nonostante le apparenze, nonostante le arie che gli uomini si danno, noi siamo in questo mondo come pecore senza pastore, ossia non sappiamo bene dove andare per trovare pascolo, non sappiamo dove andare per trovare qualche cosa che riempia veramente la nostra vita, che la nutra, che plachi la nostra fame e sete di amore, di giustizia, di sicurezza, di verità, di gioia. Inoltre, sempre per il fatto di essere pecore senza pastore, siamo esposti agli assalti dei ladri, dei briganti e dei lupi, ossia siamo in balia di chi, per il fatto che siamo deboli e indifesi, al fine di soddisfare i suoi meschini interessi, cerca di approfittare di noi. Questi nemici sono poi così crudeli che non esiterebbero a farci morire.
Conoscendo Dio la nostra debolezza e fragilità, conoscendo i pericoli a cui andiamo incontro, conoscendo la nostra infelicità, decide di venire in nostro soccorso, e decide di farlo passando attraverso suo Figlio, passando attraverso l'incarnazione o l'umanità di suo Figlio, per questo Gesù afferma: Io sono la porta delle pecore. Come se dicesse: - Io sono la porta attraverso la quale Dio passa per venire a salvare le sue pecore -.
Dio si presenta quindi all'uomo per salvare l'uomo con un volto umano, il volto di Gesù. Il volto di Gesù quando Gesù era su questa terra in modo visibile, e il volto dei cristiani da quando la sua presenza su questa terra non è più visibile ma nascosta. Nell'uno e nell'altro caso però, manca ancora qualche cosa perché l'incontro fra Dio e l'uomo possa avvenire. Quello che manca è l'opera del guardiano o portinaio.

Il guardiano o portinaio

Qual è il lavoro di un portinaio?... paolaserra97.blogspot.ro/…/meditazione-di-…