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Vaticano lecca i piedi al sistema australiano di ingiustizia

Dopo che la corte suprema di Victoria (Australia) ha respinto l'appello del cardinale martire George Pell, il Vaticano ha replicato in modo sottomesso il proprio "rispetto" per il sistema di [in]giustizia australiano.

In una dichiarazione del 21 agosto, l'ufficio stampa del Vaticano ha sottolineato che Pell ha sempre riaffermato la propria innocenza e che è diritto di Pell fare appello alla corte suprema.

In una seconda dichiarazione, il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni, ha aggiunto che la Congregazione per la Dottrina della Fede attende l'esito del procedimento in corso prima di assumere il caso per fare indagini proprie.

Il Vaticano non considera il fatto che le accuse contro Pell sono impossibili e non plausibili.

La procura ha affermato che Pell ha lasciato la processione di chiusura della liturgia senza che nessuno lottasse per poter molestare un ragazzo proprio nella sagrestia pubblica della cattedrale.

Un bugiardo comprovato ufficialmente ha usato le stesse accuse contro un sacerdote americano, che è stato condannato ed è morto in prigione.

A differenza del Vaticano, il diacono inglese Nick Donelly ha capito: “Polizia, procura, giudici e media hanno voglia di credere a queste accuse a prescindere da quanto siano assurde. Ci odiano."

Foto: George Pell, © Mazur/catholicnews.org.uk, CC BY-NC-SA, #newsYizzokrwgf
il vandea
La Giustizia di Dio non si lascia sfidare. A tutti i persecutori sara' data la giusta retribuzione delle loro colpe e non avranno scampo.