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La Passione di nostro Signore Gesù Cristo - Commento al Vangelo di S. Matteo - vol. ° 3 - San Giovanni Crisostomo

Mt. 27, 45 -61

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia".
E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!". E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!". C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo. Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.
Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo
e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.


Questo è il segno che Gesù aveva promesso di dare ai giudei che prima gliel’avevano chiesto, dicendo: “Una generazione malvagia e adultera chiede un segno; nessun prodigio però le sarà dato di vedere se non quello del profeta Giona”. Con queste parole egli si riferiva alla croce, alla morte, alla sepoltura e alla risurrezione. E ancora, per manifestare in altro modo la forza della croce, aveva detto: “Quando avrete sollevato in alto il Figlio dell’uomo, allora comprenderete che io sono”, il che significa: quando mi avrete crocifisso e crederete di avermi vinto, allora soprattutto conoscerete la mia forza. Infatti, dopo essere stato crocifisso, la città venne distrutta, il giudaismo fu annientato, gli ebrei perdettero il loro stato e la loro libertà, mentre cominciò a fiorire la predicazione del Vangelo e la dottrina di Cristo si estese fino agli estremi confini del mondo. E la terra, il mare, le contrade abitate e i deserti proclamano ora dovunque la sua potenza. Di tali eventi parlava Gesù e di quanto sarebbe accaduto nel momento stesso della sua crocifissione. Ed è ben più straordinario che tutto questo accada mentre egli si trova inchiodato sulla croce e non mentre è in cammino sulla terra. Ma non in questo soltanto consiste il sensazionale, bensì anche nel fatto che nel cielo si manifesta ciò che essi hanno chiesto, e si estende a tutta la terra: cosa mai successa prima, se non in Egitto, quando gli ebrei stavano per celebrare la Pasqua. E in realtà i prodigi verificatisi in Egitto erano figura di questi. Osservate in quale ora calano le tenebre.
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