Sul Magistero della Chiesa Cattolica

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Esponiamo qui la dottrina cattolica sul Magistero ecclesiastico. Il Magistero si divide in Solenne e Ordinario. Quello Solenne si suddivide in Conciliare e Pontificio; quello Ordinario in Universale o Papale.
●Magistero Solenne Conciliare è l’ insegnamento di “tutti” (totalità morale, non matematica o assoluta) i Vescovi del mondo riuniti fisicamente - in maniera non abituale o non permanente e non stabile - in Concilio Ecumenico sotto il Papa.
●Magistero Solenne Personale Pontificio è il magistero del Papa che, in quanto Maestro universale (o seduto sulla cattedra di Pietro, “ex cathedra Petri”), definisce come divinamente rivelata una dottrina riguardante la Fede e/o la Morale ed obbliga a crederla come assolutamente necessaria alla salvezza.
Magistero Ordinario
●Innanzi tutto Magistero Ordinario significa che quanto al modo di esercizio non è solenne, non è eccezionale o straordinario, ma è normale, abituale, comune. Quindi non è il Magistero dell’insieme dei Vescovi riuniti straordinariamente in Concilio sotto il Papa, poiché un Concilio Ecumenico è un avvenimento non ordinario, non abituale, non in pianta stabile, ma eccezionale nel corso della storia della Chiesa (Concilio di Trento, 1563; Concilio Vaticano I, 1870). Non è neppure il Magistero del Papa che definisce in maniera solenne o straordinaria una verità di Fede, ma è il Magistero del Papa che trasmette la Rivelazione, contenuta nella Tradizione e nella Scrittura, in maniera non solenne, non cattedratica. Ciò non vuol dire che non sia Magistero vero, autentico, ufficiale e persino infallibile, se adempie a tutte le condizioni perché sia assistito infallibilmente da Dio, ossia se vuole definire una questione controversa e obbligare a credere, anche se si esprime in maniera comune, ordinaria o semplice quanto al modo di insegnare (ad esempio con un’ Enciclica). In tal caso il Magistero, anche se ordinario, trasmette realmente il Deposito della Rivelazione e in ciò non può errare, pur non impiegando la pompa magna o la forma straordinaria e solenne nella trasmissione della divina Rivelazione.
Il Magistero Ordinario si suddivide in Magistero Ordinario Universale e Magistero Ordinario Pontificio:
●Magistero Ordinario Universale è la trasmissione delle verità divinamente rivelate fatta dai Vescovi sparsi fisicamente nel mondo e cioè residenti nelle loro Diocesi, ma in comunione col Papa e uniti intenzionalmente o in accordo tra loro e con Lui nell’insegnare una verità.
●Magistero Ordinario Pontificio è la trasmissione delle verità rivelate fatta dal Papa in maniera ordinaria. Inoltre il Papa è infallibile quando riprende, ripete ed enuncia una Verità di Fede o Morale, costantemente e universalmente tenuta da tutta la Chiesa (“quod semper, ubique et ab omnibus creditum est”): in tal caso la sua infallibilità è l’eco dell’infallibilità della Chiesa.
Da notare: come il teologo tedesco Albert Lang spiega bene, «non riveste importanza essenziale il fatto che i Vescovi esercitino il loro Magistero ‘in modo Ordinario e Universale’, oppure esercitino il loro Magistero ‘in modo Solenne’ riuniti in un Concilio Ecumenico convocato dal Papa. In entrambi i casi sono infallibili solo se, in accordo tra di loro e con il Papa, annunziano una dottrina in modo definitivo e obbligatorio». Ossia, per l’infallibilità, il modo di insegnamento ordinario o straordinario è secondario e accidentale; ciò che è principale è la volontà di definire e obbligare a credere una verità di Fede e/o di Morale in quanto divinamente rivelata, sia che lo si faccia in maniera solenne sia che lo si faccia in maniera comune o ordinaria.
●Il Magistero è la regola prossima della Fede, mentre Scrittura e Tradizione sono la regola remota. Infatti è il Magistero della Chiesa che interpreta la Rivelazione e obbliga a credere ciò che è contenuto in essa come oggetto di Fede, per la salvezza eterna.