Fatima.
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PIÙ BUONI DI DIO

qualche giorno fa, su Avvenire - un tempo quotidiano dei vescovi italiani e adesso una cosa a metà tra La Repubblica e Il Manifesto - qualcuno, per farsi figo con l'inquilino di Santa Marta, ha disseppellito la vecchia eresia origeniana dell' apocatastasi - che oggi tanto suggestiona, tanto per dire, l'analfabetismo teologico di un Vito Mancuso - per affermare che l'inferno si svuoterà, che l'intera creazione sarà "reintegrata". E che, in altre parole, Hitler Stalin, Pol Pot, e Robespierre, si troveranno, alla fine dei tempi, a braccetto con Francesco di Assisi, Giovanni Bosco, Teresa di Lisieux e Charles de Foucauld. Mentre trombe e cori angelici intoneranno un rassicurante

"Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto...
chi ha dato, ha dato, ha dato...
scurdámmoce 'o ppassato,
simm 'salvi, nè paisá..."

E dunque scopriremo che è stata tutta una burla: la fede, le opere, il sacrificio di sé. I martiri saranno salvi come i loro aguzzini. Gli ebrei di Auschwitz avranno lo stesso destino delle SS.

Vi diranno, questi maestri del nulla, che "Dio è misericordia", dimenticando che, conflata in un unico moto, Dio è anche giustizia infinita. E non può premiare chi, impenitente fino alla fine, gli ha detto coscientemente no.
Ma che volete: questi cialtroni - talora anche in tonaca; nera, viola, rossa o bianca che sia - si credono più buoni di Dio. Ed è questo il sigillo della loro bestemmia.

John B. Keating