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NOVENA DEL S. NATALE composta da sant'Alfonso M. de' Liguori - VIII giorno - 23 dicembre. NOVENA DEL S. NATALE composta da S. Alfonso M. de’ Liguori 23 DICEMBRE - OTTAVO GIORNO "Della dimora di Gesù …Altro
NOVENA DEL S. NATALE composta da sant'Alfonso M. de' Liguori - VIII giorno - 23 dicembre.

NOVENA DEL S. NATALE
composta da S. Alfonso M. de’ Liguori

23 DICEMBRE - OTTAVO GIORNO

"Della dimora di Gesù fanciullo in Egitto ed in Nazaret".

Il nostro Redentore passa la prima sua fanciullezza in Egitto, menando ivi per sette anni una vita povera e disprezzata. Ivi Giuseppe e Maria eran forestieri e sconosciuti, non avendovi né parenti ne amici; per cui appena si sostentavano alla giornata con le fatiche delle loro mani. Povera era la loro casa, povero il letto e povero il cibo.

In questa casetta Maria slattò Gesù. Prima l'alimentava col petto, poi l'alimentava con la mano; prendeva con la mano dalla scodella un poco di pane disfatto in acqua e poi lo poneva nella sacra bocca del Figlio. In questa casa Ella gli fece la prima vesticciuola; lo sciolse dalle fasce e cominciò a vestirlo. In questa casa cominciò Gesù fanciullo a dare i primi passi, ma tremando e cadendo più volte, come avviene agli altri fanciulli. Ivi cominciò a proferir le prime parole, ma balbettando.

O meraviglia! A che si è ridotto un Dio per nostro amore! Un Dio tremare e cader camminando! Un Dio balbettare parlando!

Non dissimile fu poi la vita povera ed abbietta che fece Gesù ritornato dall'Egitto nella casa di Nazareth. Ivi fino all'età di trent'anni non fece altro ufficio che di semplice garzone di bottega, obbedendo a Giuseppe ed a Maria (cf. Lc 2,51).

Gesù andava a prender l'acqua, Gesù apriva e serrava la bottega, Gesù scopava la casa, raccoglieva i frammenti dei legni per il fuoco, e faticava tutto il giorno ad aiutar Giuseppe nel suoi lavori.

Oh stupore! un Dio che serve da garzone! Un Dio che spazza la casa! Un Dio che fatica e suda per dirozzare un legno! Chi? Un Dio onnipotente che con un cenno ha creato il mondo e può distruggerlo quando vuole! Ah che un pensiero di questi dovrebbe intenerirci d'amore!

Che dolce cosa poi era l'osservare la devozione con cui Gesù faceva orazione, la pazienza con cui lavorava, la prontezza con cui ubbidiva, la modestia con cui si cibava, e la dolcezza ed affabilità con cui parlava e conversava! Ah che ogni parola, ogni azione di Gesù era così santa che innamorava tutti, ma specialmente Maria e Giuseppe che sempre lo stavano osservando.

O Gesù mio Salvatore, quando penso che Tu, mio Dio, ti trattenesti tanti anni per amor mio sconosciuto e disprezzato in una povera casetta, come posso desiderare diletti, onori e ricchezze di mondo? Io rinunzio a tutti questi beni e voglio essere tuo compagno in questa terra, povero come Te, mortificato come Te e come Te disprezzato; così spero di poter godere un giorno poi la tua compagnia in Paradiso.

Che regni, che tesori! Tu, Gesù mio, hai da esser l'unico mio tesoro, l'unico mio bene.

Mi dispiace sommamente che per il passato ho tante volte disprezzato la tua amicizia per soddisfare i miei capricci; me ne pento con tutto il cuore. Per l'avvenire voglio perdere prima mille volte la vita, che perdere la tua grazia.

Dio mio, non ti voglio offendere più, e ti voglio sempre amare! Dammi Tu l'aiuto per esserti fedele sino alla morte.

Maria, tu sei il rifugio dei peccatori, Tu sei la speranza mia.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

Gesù, Maria, Giuseppe, illuminateci, soccorreteci, salvateci. Così sia.