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Lezione odierna tratta dai Quaderni del 1943 con audio. Dice Gesù: «Che il demonio cerchi di turbarti, è naturale. Non può più farlo sulla carne, e cerca perciò di turbare il tuo spirito. Esso fa …Altro
Lezione odierna tratta dai Quaderni del 1943 con audio.

Dice Gesù:
«Che il demonio cerchi di turbarti, è naturale. Non può più farlo sulla carne, e cerca perciò di turbare il tuo spirito. Esso fa quello che è sua occupazione. Ossia tenta di avvilire le anime, di spaventarle, di farle titubare. Generalmente cerca di farle peccare per staccarle da Me. Quando a questo non riesce, perché l’anima è ben vigilante e l’insidia non entra, allora tenta di spaventarla e mettere pensieri in apparenza buoni, ma che in verità sono nocivi.
Vedi, Maria. Tra il pensiero: "Io diverrò santa" e il pensiero: "È impossibile che io diventi santa", il più pericoloso e il più contrario a Me è il secondo. Il primo non è atto di superbia, se è corroborato da tutti gli sforzi della volontà per raggiungere la santità.
Io ho detto: "Siate perfetti come il Padre mio". Dicendo così, non vi ho fatto una semplice esortazione, ma vi ho dato un dolce comando, dandovi la misura della perfezione: quella di Dio, il Perfettissimo. Perché Io vi avrei voluto tutti perfetti per avervi tutti intorno a Me in eterno.
L’anima deve perciò tendere alla santità, dire a se stessa: "Voglio divenire santa" senza titubanze, senza fiacchezze. Riconoscete di essere deboli? Ma Io lo so più di voi che siete deboli, eppure vi ho detto: "Siate perfetti", perché so che se lo volete, con l’aiuto mio, potete essere perfetti, ossia santi.
Questo il Maligno non lo vuole. Sa bene, perché è intelligentissimo, che quando un’anima ha fatto il primo passo nella via della santità, ha gustato il primo boccone della santità, il cui sapore è ineffabile1, diviene nostalgica di santità e per lui è perduta. Allora crea pensieri di falsa modestia e di diffidenza.
"Non è possibile che io meriti il Paradiso. Per quanto Dio sia buono, è possibile che mi possa perdonare, aiutare? È possibile che io, anche col suo aiuto lo possa accontentare? Sono buona a nulla".
Oppure sibila le sue insinuazioni. "Ma ti pare che tu possa divenire santa? Quello che provi, che senti, che vedi, sono illusioni di mente malata. È la tua superbia che te le fa pensare. Tu santa? Ma non ricordi questo... questo... questo? E non ricordi cosa ha detto il Cristo? Tu pensando così fai un nuovo peccato, il mio stesso. Pensi di esser simile a Dio...".
Lascialo sibilare. Non merita risposta. Quello che provi è da Dio, quello che pensi è il desiderio mio che si ripercuote in te. Perciò è cosa santa. Ti ho detto quale è il segno mio. È la pace. Quando in te senti pace è segno che è cosa di Dio quello che provi, senti, vedi, pensi. Continua senza titubare. Io sono con te.
Quando il Nemico nostro cerca di darti troppa noia, di’: "Ave Maria, Madre di Gesù, mi affido a te". Il demonio ha ancora più ribrezzo del nome di Maria che del mio Nome e della mia Croce. Non ci riesce, ma cerca di nuocermi nei miei fedeli in mille maniere. Ma l’eco soltanto del nome di Maria lo mette in fuga. Se il mondo sapesse chiamare Maria, sarebbe salvo.
Quindi invocare i nostri due Nomi insieme è cosa potente per fare cadere spezzate tutte le armi che Satana avventa contro un cuore che è mio. Da sole le anime sono tutte dei nulla, delle debolezze. Ma l’anima in grazia non è più sola. È con Dio.
Perciò quando l’altro ti turba con riflessioni di falsa modestia o di timore, devi sempre pensare: "Non sono io che penso esser santa, ma è Gesù che vuole che io lo sia. Siamo noi: Gesù e io, Dio e io, che vogliamo che ciò avvenga per gloria sua".
Non ho forse detto Io: "Quando due saranno riuniti insieme a pregare, il Padre concederà loro il richiesto"? Ma che sarà quando Uno dei due è Gesù stesso?
Allora il Padre darà la grazia richiesta con misura piena, scossa, abbondante. Perché il Figlio è potente sul Padre e tutte le cose sono fatte in nome del Figlio.»

Dice Gesù:
«Nella lezione sui sacerdoti ho detto che ti avrei fatto riflettere sui bisogni delle persone consacrate da voti speciali, ma che non sono sacerdoti. Ossia delle vergini chiuse nei monasteri e conventi sparsi per tutto il mondo.
Nella mente dei fondatori questi luoghi avrebbero dovuto essere altrettante case di Betania dove Io stanco, disgustato, offeso, perseguitato, avessi a trovare ricovero e amore. E avrebbero dovuto essere, sempre nella mente dei fondatori, tante vette dove, in solitudine e in preghiera, le anime pure avrebbero continuato a pregare per gli abitanti del mondo, che lottano e spesso non pregano.
Castità, non solo di carne ma di pensiero e di anima, carità vivissima, preghiera, anzi: orazione continua che le occupazioni non turbano, amore alla povertà, rispetto all’ubbidienza, silenzio esteriore per udire nell’interno la voce di Dio, vocazione al sacrificio, spirito di verapenitenza, ecco le virtù che dovrebbero compenetrare i cuori di tutte le donne che si sono date a Me con voti speciali.
Se così fosse, ogni giorno vi sarebbe un ardere di spirituali incensi e un lavacro di spirituali aromi che purificherebbero la terra, salendo poi al mio trono. E la triste zizzania del peccato verrebbe a poco a poco distrutta. Perché chi prega ottiene, e se proprio si pregasse fortementeper i peccatori si otterrebbe la loro conversione.
Invece voi pregate per voi stessi. Questo è egoismo e ferisce la carità. Non tutte, ma molta parte delle anime che sono nei conventi, perché ci sono entrate?
Guardiamo insieme i perché. Ti verrà spontaneo il bisogno di pregare per queste anime fuori di strada, molto più che se fossero rimaste nel mondo.
Molte ci sono entrate per esaltazione, ubbidendo ad un impulso buono in sé ma non corroborato da fermo proposito, da severa riflessione e vera vocazione. Hanno visto l’aratro, in un’ora di sole su un campo fiorito, e vi hanno messo su la mano senza riflettere se avevano la forza di arare se stesse col vomere tremendo delle rinunce. I fiori cadono, il sole tramonta. Viene la terra sassosa, dura, tribolata, spinosa, viene la notte nera e burrascosa. Queste anime che hanno ceduto a un sogno senza riflettere, si trovano desolate in un mondo non loro, in cui non sanno muoversi che malamente. Soffrono e fanno soffrire. Altre sono entrate dopo una delusione. Hanno creduto di essere morte. Invece erano soltanto tramortite. Anche superando la riflessione che a Dio vanno offerte le primizie e non gli avanzi, occorrerebbe sempre riflettere se sia proprio morte dell’anima al mondo, o se è solo grave ferita. Ogni ferita non mortale guarisce, e si torna più vivi di prima. Anche queste, anzi più queste di quelle, si trovano poi turbate perché, oltre a capire che il mondo monastico non è il loro, vi portano dentro cose del mondo esterno: ricordi, rimpianti, nostalgie, desideri. Nel silenzio del chiostro queste cose sono come aceto su una piaga; la stuzzicano, la irritano, avvelenano tutto, rendono inquiete, astiose, mordenti. Anche queste soffrono e fanno soffrire senza meritare nulla.
Terza categoria: quelle che entrano per interesse. Sono sole, povere, paurose della vita, senza un mestiere o una professione che le assicuri. Si ritirano. Prendono la casa di Dio per un sicuro albergo dove c’è un letto e una mensa. Si assicurano il domani. Ma Dio non si irride e non si inganna. Dio vede nel fondo dei cuori. Che penserà Dio di costoro?
Infine vi sono le anime che si dànno a Dio con purezza di sentimento e vera vocazione. Queste sono le perle. Ma sono poche rispetto alle altre. Anche queste possono guastarsi e ammalarsi. Anche le perle si ammalano. È difficile che in una vita monastica non vi sia mai l’assalto di un germe che cerca rovinare la perla datasi a Dio.
La mia grazia le aiuta. Ma occorre pregare per loro. La Comunione dei Santi c’è per questo. Nessuno è tanto meschino che la sua preghiera non serva. Dio, attirato da una preghiera che sale dal mondo, può scendere come forza nel cuore di una mia sposa che vacilla in un convento.
L’umanità non muore nell’essere umano quando valica la soglia di un monastero. Non muore mai l’umanità. Essa entra, purtroppo, dentro le sacre mura e caccia Me. Essa crea le piccinerie, le astiosità, gli zeli inconsulti, dissipa, ostacola, raffredda. Vero è che fa aumentare del centuplo la santità delle "sante". Ma non basta.
Pregare, pregare, pregare per le mie spose. Che le illuse, le deluse, le interessate, comprendano e sappiano aggiungere la croce del loro errore alle altre della vita conventuale per farsene un nuovo gradino nella scala che sale al Cielo. È inutile essere mazzi di fiori messi su un altare, se quei fiori rimangono umani. Io voglio fiori spirituali.
Sai che differenza c’è tra un’anima che vive nell’umano e una che vive nello spirituale? Tu hai tanti fiori nella stanza e senti tanto profumo. Però confessi che tutte quelle rose, garofani, gigli, gelsomini, non ti dànno neppure la più lontana somiglianza del “profumo” che senti delle volte e che viene da regni soprannaturali. Quello è profumo di cielo e questo dei tuoi fiori profumo di terra.
Lo stesso è per le anime. Quelle veramente mistiche emanano un profumo celeste, le altre un profumo umano. Questo può essere ammirato dal mondo, ma Io non lo apprezzo.
Io voglio che i miei conventi siano serre di cielo dove cadono, come foglie morte, le sollecitudini umane, le superbie, le invidie, le critiche, gli egoismi, le falsità. È inutile osservare la regola all’esterno se l’interno è sporcato da veleni umani.
La preghiera non sale quando ha una zavorra di umanità appesa alle ali e l’orazione non può svolgersi. La preghiera non si spande sulla terra per salvare i peccatori e non sale per 5consolare Me, se è resa spessa da molto fango umano. Inutile allora consacrarsi a Me se il sacrificio della libertà non deve dare il frutto per cui certi sacrifici sono ideati.
Tutto muore quando manca la carità, soprattutto quella, perché la carità di Me fa puri, buoni, distaccati da tutto quello che non è Dio, amanti della Croce e delle croci; perché la carità di prossimo fa pazienti, dolci, generosi.
Il mondo può essere aiutato dalle vergini. Ma le vergini devono essere aiutate dalle vittime.»

Valtorta - Quaderni - 15 giugno 1943 ed. Cev