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Vangelo secondo Giovanni 18,1-24 con commento a cura di Marco Lucchesi. Testo con audio. Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino …Altro
Vangelo secondo Giovanni 18,1-24 con commento a cura di Marco Lucchesi. Testo con audio.

Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli.
Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli.
Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi.
Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore.
Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?».
Risposero: «Gesù, il Nazareno».
Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano»,
perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro.
Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei:
«È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote.
Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro.
E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».
Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento.
Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

COMMENTO

Giovanni da' ora inizio alla narrazione della PASSIONE di GESÙ. MATTEO, MARCO E LUCA hanno già descritto l'agonia di GESÙ nell'orto degli ULIVI e il bacio di GIUDA. GIOVANNI si limita ad aggiungere dei particolari che gli altri hanno tralasciato, proprio perché egli rimase vicino a GESÙ, mentre tutti gli altri discepoli, al vedere i soldati con lanterne, torce ed armi, erano forse istintivamente indietreggiati e, fra quelli, anche MATTEO. PIETRO rimase accanto a GESÙ e cercò di fare qualcosa in sua difesa :colpi ' con la spada il servo del Sommo Sacerdote, di cui solo GIOVANNI dice il nome, che era forse un funzionario incaricato di arrestare GESÙ e chiamato, genericamente, servo. Alcuni dicono che MATTEO, MARCO E LUCA, avendo scritto i loro Vangeli molto prima di GIOVANNI, non dicono il nome di quel funzionario per evitare che PIETRO avesse dei guai.
Sta di fatto che quello fu un atto di coraggio da parte di PIETRO e quasi non si dà rilievo alla prontezza con la quale GESÙ raccoglie l'orecchio destro di MALCO e glielo rimette a posto : una cosa da nulla. .... Sia questo "piccolo"miracolo, sia quell'altro, di far stramazzare al suolo i soldati e altri, col solo SUO dire : "CHI CERCATE? ,sono una prova che GESÙ era sempre in possesso di tutta la SUA potenza e, se l'avesse voluto, avrebbe potuto sottrarsi alla cattura. Mentre MATTEO(26,31 )e MARCO(14,27 )citano il passo del profeta ZACCARIA (13,7 ): "PERCUOTI IL PASTORE E SIA DISPERSO IL GREGGE,GIOVANNI vuole ricordare che GESÙ mette in atto la parola che aveva appena proferita nella SUA preghiera al PADRE riguardo ai discepoli :"NESSUNO DI LORO È ANDATO PERDUTO, DICENDO : SE....CERCATE ME, LASCIATE CHE QUESTI SE NE VADANO".
E infine è ancora solo GIOVANNI che riferisce le parole dette da GESÙ a PIETRO : "NON DEVO FORSE BERE IL CALICE CHE IL PADRE MI HA DATO? Come a dirgli : questa è la mia ora...., stavolta non mi sottrarro ' a loro.
I soldati ,che qui nomina solo GIOVANNI, erano Romani ed erano certamente stati richiesti dai Sinedriti per affiancare le loro guardie del tempio.
Ancora una volta bisogna rilevare che GIOVANNI narra ,della passione del SIGNORE, quei particolari che gli altri Evangelisti non narrano e uno di questi è proprio l'interrogatorio subito da GESÙ da parte del Sommo Sacerdote ANNA che, pur non essendo più tale, conservava quel titolo. In realtà il Sommo Sacerdote in carica era CAIFA, genero di ANNA, ma questi godeva ancora di tale prestigio in ISRAELE (sebbene non fosse per nulla amato o venerato )che sembrò doveroso a CAIFA far condurre GESÙ davanti al suocero prima che davanti a lui e a tutto il SINEDRIO. POICHÉ l'interrogatorio di ANNA non poteva essere decisionale per la condanna di GESÙ, gli Evangelisti MATTEO, MARCO E LUCA non ne fanno parola, ma, dal momento che GIOVANNI poté entrare nella casa del Sacerdote ANNA e ne fu testimone, era ben giusto che lo riferisse. D'altra parte ANNA era molto astuto e di fatto la domanda che fece a GESÙ poteva indurlo a compromettersi e ad offrire così un pretesto d'accusa contro di lui. Dice GIOVANNI che ANNA interrogo ' GESÙ riguardo ai suoi discepoli ed alla sua dottrina. Se GESÙ gli avesse detto che i suoi discepoli erano molti e che la sua dottrina era stata un arricchimento ed unnapprofondimento della legge o che, con le sue imposture, gli scribi ed i farisei erano paragonabili a sepolcri imbiancati, che cosa avrebbe fatto il Sacerdote ANNA? Si sarebbe stracciato le vesti come fece poi CAIFA. GESÙ invece risponde secondo verità e con la dignità piena di chi sa di avere sempre agito con Sapienza e lealtà.
ANNA era stato ed era ancora un'autorità in ISRAELE, ma se avesse potuto sapere che COLUI che gli compariva dinanzi, come un accusato, sarebbe stato un giorno il suo giudice! ...L'atteggiamento di GESÙ non ha nulla di servile, EGLI non appare come uno che implora la grazia : ciò stupisce ed indispettisce una guardia lì presente che si sente autorizzata a percuotere GESÙ. La parola greca "RAPISMA " può significare sia schiaffo sia colpo di bastone. E GESÙ, colpito così ingiustamente, vuol mettere chi lo colpisce dinanzi all'irrazionalita ' del suo gesto ."SE HO PARLATO MALE, DIMOSTRATEMI DOV'È IL MALE. ... Anche quella guardia un giorno si troverà di fronte al tribunale di CRISTO, ma quella mano che colpi' il FIGLIO DI DIO, quella mano...quella mente, quel cuore che dettero impulso a quella mano di schiaffeggiare il FIGLIO DI DIO. ...Che ne sarà di quella mente, di quel cuore? Quando quell'uomo avrà saputo chi era COLUI che egli aveva percosso. ..Che ne sarà di quell'uomo? Chissà se qualcuno gli avrà detto che la bontà di GESÙ era tanto grande da perdonarlo!
ANNA, forse interdetto dalla risposta di GESÙ, non osa più interrogarlo. Quasi certamente ANNA E CAIFA abitavano in due ali dello stesso palazzo per cui GESÙ viene condotto, attraversando il cortile, alla casa di CAIFA. E facendo questo breve percorso volge a PIETRO il suo sguardo. ...LUCA racconta questo particolare (Luca 22,61 ). GIOVANNI si limita a dire che l'altro discepolo che seguiva GESÙ era proprio lui, GIOVANNI, aveva fatto entrare PIETRO in quel cortile e che PIETRO, interrogato successivamente da tre persone se anche lui fosse discepolo di GESÙ, lo aveva decisamente negato. Basta a GIOVANNI ricordare che la predizione di GESÙ riguardo a PIETRO si era avverata! Come mai GIOVANNI poté entrare facilmente nella casa dei SOMMI Sacerdoti? Egli conosceva bene anche la portinaia che definisce giovane. Si pensa che ZEBEDEO,suo Padre, avesse un bene avviato commercio di pesca e quindi poteva essere fornitore di quei personaggi. Se questo fu il vero motivo per cui GIOVANNI poté entrare in quel luogo? fu provvidenziale perché egli fu il testimone oculare di quel primo momento della passione di GESÙ .Infine GIOVANNI non descrive l'interrogatorio subito da GESÙ da parte di CAIFA e il motivo della sua condanna a morte; cioè l'aver proclamato di essere FIGLIO DI DIO. Tutto questo era già stato scritto in dettaglio sua da MATTEO sia da MARCO e LUCA. Mentre però questi Evangelisti riferiscono solo alcuni particolari del processo di GESÙ davanti a PILATO, GIOVANNI ne parla a lungo e proprio come chi ne abbia potuto seguire lo svolgimento da vicino.