Archeologia, Israele: scoperta la città natale degli apostoli Pietro, Andrea e Filippo

18 Ago 2022 20:00 - di Redazione
archeologia israele

Un’iscrizione a mosaico di 1.500 anni fa nel sito di El-Araj, nel nord d’Israele, potrebbe essere la ‘pistola fumante’ che gli archeologi stanno cercando per determinare la vera posizione della biblica Betsaida? Secondo un team di ricercatori statunitensì sì. Il mosaico, scoperto durante gli scavi di una basilica bizantina, fa riferimento al donatore “Costantino, servo di Cristo” e prosegue con una petizione a San Pietro “capo e comandante degli apostoli celesti”. Questo mosaico si aggiunge a una lunga lista di altri reperti del sito, che secondo l’équipe fornisce la prova definitiva che il sito è effettivamente la città di Betsaida, citata nei Vangeli, a nord del Lago di Tiberiade; paese natale degli apostoli Pietro, Andrea e Filippo, tra i primi seguaci di Gesù. Ne dà notizia l’Adnkronos. 

Il team di archeologi nel sito di  El-Araj

Scavando a pochi metri dalla riva settentrionale del Mar di Galilea, il team di archeologi ad El-Araj, riferisce il notiziario online della Biblical Archaeology Society, ha fatto un’incredibile scoperta: un medaglione a mosaico rotondo con un’iscrizione greca su due righe. Non è certo la prima iscrizione a mosaico che il team, guidato dai professori Mordechai Aviam e Steven Notley, ha scoperto nella basilica bizantina. Tuttavia, potrebbe essere la più importante. L’iscrizione fa parte di un più ampio pavimento a mosaico nella sacrestia della chiesa (una stanza per la preparazione del servizio religioso), in parte decorato con motivi floreali.

La scoperta

Secondo Notley, “questa scoperta è il nostro più forte indicatore del fatto che Pietro aveva un’associazione speciale con la basilica, che probabilmente era dedicata a lui”. Poiché la tradizione cristiana bizantina identificava abitualmente la casa di Pietro a Betsaida, e non a Cafarnao come spesso si pensa oggi”. Questa identificazione è supportata da molti diari di viaggio bizantini, tra cui lo scritto dell’VIII secolo di Willibald, vescovo di Eichstätt, che si fermò a Betsaida per visitare la Chiesa degli Apostoli, costruita sopra la casa di San Pietro del I secolo.

A breve verrà pubblicato un articolo sulle scoperta

Ma un’iscrizione dimostra che il sito è Betsaida? Per lo meno, dimostra che i cristiani bizantini credevano che lo fosse. “In effetti, è una ‘pistola fumante’. Ora possiamo dire con certezza che questa è la chiesa visitata da Willibald, e per lui è Betsaida, quindi lo è anche per noi”, ha detto Aviam. Allo stesso modo, in precedenti interviste, Notley aveva affermato: “Non ci sono altre chiese nelle vicinanze menzionate dai visitatori bizantini in Terra Santa, e non c’è motivo di dubitare che questa sia la Chiesa degli Apostoli”. Mentre si sostiene che anche il vicino sito di Et-Tell sia il luogo della biblica Betsaida, il team che sta scavando a El-Araj ritiene che la scoperta della basilica bizantina e dei reperti ad essa associati spinga la bilancia delle prove decisamente nella loro direzione. Il team archeologico e i traduttori dell’iscrizione, Leah Di Segni e Yaakov Ashkenazi, pubblicheranno a breve un articolo scientifico sul mosaico. Nel frattempo, il mosaico continuerà a essere studiato e saranno effettuati lavori di conservazione.

Betsaida è citata più volta nel Nuovo Testamento. Secondo il Vangelo di Marco, Gesù vi compì il miracolo della guarigione di un cieco. Secondo il Vangelo di Luca, Gesù vi compì nelle vicinanze il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per cinquemila uomini. In un altro passo del Vangelo di Matteo, Gesù rimprovera Betsaida poiché non s’è convertita nonostante abbia assistito a numerosi miracoli.

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