Giuseppe Cafasso

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San Giuseppe Cafasso
 

Presbitero

 
NascitaCastelnuovo d'Asti, 15 gennaio 1811
MorteTorino, 23 giugno 1860 (49 anni)
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione1925
Canonizzazione1947 da papa Pio XII
Santuario principaleSantuario della Consolata
Ricorrenza23 giugno
Patrono dicarcerati e condannati a morte

Giuseppe Cafasso (Castelnuovo d'Asti, 15 gennaio 1811Torino, 23 giugno 1860) è stato un presbitero italiano, canonizzato da papa Pio XII nel 1947.

Monumento a San Giuseppe Cafasso a Torino

È considerato uno dei santi sociali torinesi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Cafasso nacque a Castelnuovo d'Asti, ora Castelnuovo Don Bosco, nel 1811 (quattro anni prima della nascita di Giovanni Bosco) da una famiglia contadina, modesta e profondamente religiosa; il padre era originario di Pino d'Asti, mentre la madre era di Castelnuovo. Frequentò le scuole pubbliche del suo paese, per poi proseguire gli studi nel seminario di Chieri.

Difficile era prevedere un futuro di oratore: a scuola andava abbastanza male ed inoltre il suo parlare era sommesso, ma divenne prete a 22 anni ed entrò nel Convitto ecclesiastico di San Francesco, a Torino, fondato e guidato dal teologo Luigi Guala, dove i neo-sacerdoti potevano approfondire le loro conoscenze. Entrato come allievo, Cafasso vi rimase prima come insegnante, poi come direttore spirituale ed infine come rettore.

Nonostante la mancanza di una voce tonante, venne chiamato a predicare. Il suo aspetto era gracile, la sua colonna vertebrale deviata lo faceva apparire gobbo[1].

Divenne amico di don Giovanni Bosco e lo consigliò, indirizzandolo ad aiutare i ragazzi poveri di Torino.

Alcuni notabili gli proposero anche di candidarsi alla Camera, ma don Cafasso rinunciò, rispondendo «Nel dì del giudizio il Signore mi chiederà se avrò fatto il buon prete, non il deputato»[2][3].

Era popolare a Torino, in particolare per l'aiuto offerto ai carcerati, anche col supporto morale alle loro famiglie. Venne definito «il prete della forca»[4] perché spesso si presentava alle esecuzioni capitali seguendo il condannato a morte fino al patibolo per abbracciarlo, farlo sentire amato e indurlo a riconciliarsi con Dio.

Morì il 23 giugno 1860 a Torino. Beatificato nel 1925 da papa Pio XI, venne canonizzato da papa Pio XII nel 1947 e proclamato patrono dei carcerati[5] e dei condannati a morte. I suoi resti si trovano all'interno del Santuario della Consolata di Torino.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Monumento a S. Giuseppe Cafasso al Rondò della forca di Torino

Un monumento gli è stato dedicato a Torino nel 1960 nello slargo di Corso Regina Margherita, denominato popolarmente Rondò d'la forca perché in passato, dal 1835 al 1852 (e dal 1821 al 1834 nella vicina via Giulio) venivano qui eseguite le condanne a morte per pubblica impiccagione[6].

Lo stesso argomento in dettaglio: Valdocco.

Nella città di Torino gli è dedicata una via in Borgata Rosa-Sassi [7] Gli è intitolata una parrocchia in Borgata Vittoria.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Edizione nazionale delle opere di san Giuseppe Cafasso (Cantalupa, Effatà):
    • 1. Esercizi spirituali al clero. Meditazioni, a cura di Lucio Casto (vol. 2) con Alberto Piola (vol. 1), 2 voll., 2003 e 2007;
    • 3. Missioni al popolo. Meditazioni, a cura di Pier Angelo Gramaglia, 2002;
    • 4. Predicazione varia al popolo. Istruzioni e discorsi, a cura di Renzo Savarino, 2005;
    • 5. Epistolario e testamento, Introduzione, testi e note a cura di Giuseppe Tuninetti, 2004;
    • 6. Scritti di morale, a cura di Mario Rossino, 2 voll., 2009 e 2013

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Domenico Agasso Jr., Il Cardinale Piacenza per il santo "dei condannati a morte", in La Stampa - Vatican Insider, 14 gennaio 2012.
  2. ^ cailletm.com
  3. ^ Domenico Agasso, Renzo Agasso e Domenico jr Agasso, Il Risorgimento della carità. Vita e opere di uomini e donne di fede, su books.google.it, Cantalupa, Effatà, 2011, ISBN 978-88-7402-653-1. URL consultato il 23 giugno 2020.
  4. ^ San Giuseppe Cafasso, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it.
  5. ^ San Giuseppe Cafasso, in Missione Oggi - Archivio, 16 febbraio 2010. URL consultato il 23 giugno 2020.
  6. ^ Maurizio Ternavasio, Questa è la mia città. Il Rondò della Forca e l'invenzione del pan carré, in La Stampa, 22 maggio 2009.
  7. ^ Dove Come Quando. Guida di Torino '98-'99, Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997, p. 365.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Nicolis di Robilant, San Giuseppe Cafasso, cofondatore del convitto ecclesiastico di Torino, Torino, Edizioni Santuario della Consolata, 1960.
  • Leone Mugnai, S. Giuseppe Cafasso, prete torinese, Siena, Cantagalli, 1972.
  • Sergio Quinzio, Domande sulla santità. Don Bosco, Cafasso, Cottolengo, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1986, ISBN 88-7670-059-5.
  • Giuseppe Buccellato (a cura di), San Giuseppe Cafasso. Il direttore spirituale di Don Bosco. Atti del Convegno, Zafferana Etnea, 29 giugno - 1 luglio 2007, Roma, LAS Editrice, 2008, ISBN 978-88-213-0685-3.

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Controllo di autoritàVIAF (EN67611193 · ISNI (EN0000 0000 2176 4609 · SBN SBLV235252 · BAV 495/31126 · CERL cnp00834738 · LCCN (ENn79125848 · GND (DE13186789X · J9U (ENHE987007590807905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79125848