Comitati comunisti rivoluzionari

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Comitati Comunisti Rivoluzionari
Attiva1976 - 1984
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Contestoanni di piombo
Ideologiacomunismo
Componenti
Attività
Azioni principaliterrorismo rosso

I Comitati comunisti rivoluzionari furono una organizzazione di sinistra extraparlamentare. Nacquero a Milano nel 1976 a partire da una scissione dei Comitati Comunisti per il Potere Operaio, a sua volta formati l'anno precedente da militanti di Lotta Continua in crisi con la loro organizzazione.[1] Un'altra frangia dei Comitati Comunisti per il Potere Operaio contribuì alla nascita di Prima Linea.

Giudiziariamente furono riferite ad essi diverse sigle, tra cui: Combattenti per il comunismo, Gruppi di fuoco, Guardia proletaria territoriale, Nuclei armati per il contropotere territoriale, Nuclei combattenti per il comunismo, Proletari organizzati per il comunismo, Squadre comuniste territoriali, Autonomia proletaria, Gruppi armati proletari.

Principali attività criminali[modifica | modifica wikitesto]

Per attività a loro connesse furono indagate 92 persone.

Nel 1984 Ernesto Balducchi, una delle principali figure dell'organizzazione, fece pervenire al cardinal Martini tre borse piene di armi ed esplosivi del gruppo, a seguito della decisione di cessare la lotta armata.[3]

Aderenti alla organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco Donat Cattin parla dei rapporti tra Prima Linea, BR e altre formazioni di estrema sinistra (minuto 11:23)
  2. ^ Benito Bollati, Il delitto Pedenovi, Lasergrafica Polver, Milano, 2001
  3. ^ v.pag 65 Anna Cento Bull, Philip Cooke, Ending Terrorism in Italy, Routledge, 2013

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN172220579 · LCCN (ENno2011103344 · WorldCat Identities (ENlccn-no2011103344