Emma Bonino: «Dobbiamo difendere il nostro diritto all’aborto, sbagliato darlo per scontato»

di Alessandra Arachi

L’esponente di +Europa da radicale fu protagonista del referendum sull’aborto che lo rese legale in Italia: «Ora negli Usa comincerà il turismo sanitario, quello che noi abbiamo conosciuto bene»

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Emma Bonino, oggi +Europa, lei da radicale fu protagonista della battaglia per il referendum sull’aborto che lo rese legale in Italia. Cosa pensa della sentenza americana?
«E’ una sentenza politica, un grande passo indietro internazionale perché gli Stati Uniti erano uno dei pochi Paesi che, a mia conoscenza, aveva una legge federale, un diritto costituzionale. Adesso questa sentenza demanda la materia ad ogni singolo Stato».
Un po’ come succede in Europa?
«Sì in Europa non esiste, perché non ha competenza, nessun regolamento europeo sul diritto all’aborto ed è quindi lasciato il tutto alla competenza dei singoli stati membri. Tra questi c’è chi fa passi indietro giganteschi, vedi la Polonia o l’Ungheria».
Era una sentenza annunciata?
«Sul New York Times già da dicembre c’erano articoli che raccontavano come molti gruppi per la libertà di scelta si erano mobilitati da mesi. Purtroppo questa sentenza è vincolante punto e basta. Non è che adesso si può ricorrere contro la Corte Suprema, è come quando in Italia la Corte Costituzionale decide che un referendum non va bene, la cosa si chiude lì».
Lo Stato di New York ha già fatto sapere di essere disposto ad accogliere chi desidera abortire.
«Certo, infatti comincerà quel fenomeno che conosciamo molto bene che è quello del turismo sanitario. Negli Usa gli stati favorevoli all’aborto e quelli contrari sono sostanzialmente in parità».
Pensa che questa sentenza potrà avere qualche influsso anche sulla nostra legge italiana?
«La nostra legge è già sufficientemente bombardata. In alcune regioni non esiste neanche più per via delle obiezioni di coscienza . E se si ripensa alla cosidetta legge Pillon : l’abbiamo stoppata, ma c’è questa corrente culturale che ogni tanto fa capolino».
E crede che questa corrente culturale possa mettere in discussione il diritto all’aborto?
«I diritti non sono scritti nelle tavole della legge, se non li curi e non li difendi ogni giorno ti svegli una bella mattina e non li hai più. Sono stati dati un po’ per scontati i nostri diritti, a parte gli sforzi di alcune associazioni. Poi spunta la legge Pillon e chissà cosa altro e ti devi svegliare per proteggerli».

24 giugno 2022 (modifica il 24 giugno 2022 | 22:29)