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Visita pastorale alla Parrocchia romana di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca, 08.03.2015


Visita pastorale alla Parrocchia romana di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca

Omelia del Santo Padre

Parole del Papa nei vari incontri nel corso della visita alla parrocchia

Nel pomeriggio di oggi, III domenica di Quaresima, il Santo Padre Francesco si è recato in visita pastorale alla Parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca, nel settore est della diocesi di Roma.

Al suo arrivo, poco prima delle ore 16, nel territorio parrocchiale, il Papa ha compiuto una sosta nella chiesa di Santa Giovanna Antida, dove ha incontrato gli ammalati e i poveri assistititi dalle Missionarie della Carità.

Subito dopo ha raggiunto la parrocchia e nel campo sportivo ha incontrato i bambini e i ragazzi della catechesi. Salutati i bambini che frequentano i due Centri diurni della parrocchia, ha incontrato nel teatro il Consiglio pastorale e gli animatori. Infine ha confessato alcuni penitenti.

Quindi il Papa ha presieduto nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Madre del Redentore la Celebrazione della Santa Messa.

Di seguito riportiamo il testo dell’omelia che il Papa ha tenuto dopo la proclamazione del Santo Vangelo, e le parole pronunciate nel corso dei vari incontri con le diverse realtà della parrocchia:

Omelia del Santo Padre

In questo passo del Vangelo che abbiamo sentito, ci sono due cose che mi colpiscono: un’immagine e una parola.

L’immagine è quella di Gesù con la frusta in mano che caccia via tutti quelli che profittavano del Tempio per fare affari. Questi affaristi che vendevano gli animali per i sacrifici, cambiavano le monete… C’era il sacro – il tempio, sacro – e questo sporco, fuori. Questa è l’immagine. E Gesù prende la frusta e va avanti, per pulire un po’ il Tempio.

E la frase, la parola, è là dove si dice che tanta gente credeva in Lui, una frase terribile: "Ma Lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli, infatti, conosceva quello che c’è nell’uomo" (Gv 2,24-25).

Noi non possiamo ingannare Gesù: Lui ci conosce da dentro. Non si fidava. Lui, Gesù, non si fidava. E questa può essere una bella domanda a metà Quaresima: Gesù, può fidarsi di me? Gesù, può fidarsi di me, o faccio la doppia faccia? Faccio il cattolico, quello vicino alla Chiesa, e poi vivo come un pagano? "Ma Gesù non lo sa, nessuno va a raccontarglielo". Lui lo sa. "Lui non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza; egli, infatti, conosceva quello che c’è nell’uomo". Gesù conosce tutto quello che è dentro il nostro cuore: noi non possiamo ingannare Gesù. Non possiamo, davanti a Lui, fare finta di essere santi, e chiudere gli occhi, fare così, e poi fare una vita che non sia quella che Lui vuole. E Lui lo sa. E tutti sappiamo il nome che Gesù dava a questi con la doppia faccia: ipocriti.

Ci farà bene, oggi, entrare nel nostro cuore e guardare Gesù. Dirgli: " Signore, guarda, ci sono cose buone, ma anche ci sono cose non buone. Gesù, Tu ti fidi di me? Sono peccatore…". Questo non spaventa Gesù. Se tu gli dici: "Sono un peccatore", non si spaventa. Lui, quello che lo allontana, è la doppia faccia: farsi vedere giusto per coprire il peccato nascosto. "Ma io vado in chiesa, tutte le domeniche, e io…". Sì, possiamo dire tutto questo. Ma se il tuo cuore non è giusto, se tu non fai giustizia, se tu non ami quelli che hanno bisogno dell’amore, se tu non vivi secondo lo spirito delle Beatitudini, non sei cattolico. Sei ipocrita. Primo: Gesù, può fidarsi di me? Nella preghiera domandiamogli: Signore, Tu ti fidi di me?

Secondo, il gesto. Quando entriamo nel nostro cuore, noi troviamo cose che non vanno, che non vanno bene, come Gesù trovò nel Tempio quella sporcizia del commercio, degli affaristi. Anche dentro di noi ci sono sporcizie, ci sono peccati di egoismo, di superbia, di orgoglio, di cupidigia, di invidia, di gelosie… tanti peccati! Possiamo anche continuare il dialogo con Gesù: "Gesù, Tu ti fidi di me? Io voglio che Tu ti fidi di me. Allora io Ti apro la porta, e pulisci la mia anima". E chiedere al Signore che, come è andato a pulire il Tempio, venga a pulire l’anima. E immaginiamo che Lui venga con una frusta di corde… No, con quella non pulisce l’anima! Voi sapete qual è la frusta di Gesù per pulire la nostra anima? La misericordia. Aprite il cuore alla misericordia di Gesù! Dite: "Gesù, guarda quanta sporcizia! Vieni, pulisci. Pulisci con la Tua misericordia, con le Tue parole dolci; pulisci con le Tue carezze". E se noi apriamo il nostro cuore alla misericordia di Gesù, perché pulisca il nostro cuore, la nostra anima, Gesù si fiderà di noi.

[00382-01.01] [Testo originale: Italiano]

Parole del Papa nei vari incontri nel corso della visita alla parrocchia

Incontro con gli ammalati nella Chiesa di Santa Giovanna Antida

Vi ringrazio per l’accoglienza, vi ringrazio anche per il vostro sorriso. Io so che voi pregate per me, e di questo vi ringrazio tanto. Il Signore vi vuole tanto bene, il Signore è vicino a voi. Il Signore mai ci abbandona, neppure nei momenti più brutti. Abbiamo fiducia in Lui: Lui è vicino a noi, e quando arriva un momento brutto – perché a tutti succede questo – quando vengono i momenti brutti, un po’ di nostalgia, un po’ di tristezza, i lacrimoni che vengono, il pianto… Facciamo così con la mano e: "Signore, io so che Tu sei qui". Mai ci abbandona. Forse dici: "Eh, Tu sei qui, ma il momento brutto lo passo io!". Ma Lui ha vissuto un momento brutto sulla croce e – vi ricordate? – Lui è stato il primo a fare strada a tutti noi. E per questo sa cosa è il dolore, la tristezza, essere soli e tante cose… Ma sempre Lui è lì. Mai perdere la fiducia. Capito? Sì? Ma non siete molto convinti, eh? Mai perdere la fiducia! E con il Signore c’è anche nostra Madre. Le mamme mai lasciano soli i figli, e la Madonna è la nostra mamma. Adesso la preghiamo tutti insieme: "Ave o Maria,…".

E vi do la benedizione: "Vi benedica Dio onnipotente, …".

E, per favore, pregate per me: non dimenticate! Ci vedremo più avanti, ma non so, il Signore sa… Avanti, coraggio! Il Signore sempre è lì. Grazie. Grazie dell’accoglienza!

Incontro con bambini e ragazzi nel campo sportivo della parrocchia

[Bambina]
Padre Santo, volevamo sapere cosa hai provato quando sei stato eletto Papa …

[Papa Francesco]
Grazie …

[Ragazza scout]
Questa è una domanda che volevamo farti noi due: questa domanda l’avevamo da molto tempo, e finalmente potremo avere una risposta. Se Dio perdona tutti, come mai esiste l’Inferno? E poi, una piccola curiosità: secondo Lei, com’è il Paradiso?

[Ragazza]
Caro Santo Padre, in quanto cristiani ci scontriamo con molte difficoltà. Veniamo esposti a tante prese in giro, anche a causa delle nostre scelte morali, come ad esempio vivere cristianamente la nostra sessualità. Santità, ci aiuti a capire e ci consigli come vivere al meglio la nostra fede e camminare accanto a Dio, nonostante le asprezze della vita che spesso ci fanno sentire lontani dal Suo amore. Grazie con tutto il nostro cuore.

[Papa Francesco]

Buona sera a tutti!

Prima una domanda che è molto importante, quella che hai fatto tu, come bella scout hai fatto una bella domanda, e difficile. Adesso domando anch’io: Dio perdona tutto, o no? [Risposta: Sì! Perdona tutto!] Perché Lui è buono… o no? [Sì! E’ buono!] Lui è buono. Ma, voi sapete che c’era un angelo molto orgoglioso, molto orgoglioso; che era molto intelligente. E lui aveva invidia di Dio, capite? Aveva invidia di Dio. Voleva il posto di Dio. E Dio ha voluto perdonarlo, ma lui diceva: "Io non ho bisogno di perdono, io sono sufficiente a me stesso!". Questo è l’Inferno: dire a Dio: "Arrangiati tu, che io mi arrangio da solo". All’Inferno non ti mandano: ci vai tu, perché tu scegli di essere lì. L’Inferno è volere allontanarsi da Dio perché io non voglio l’amore di Dio. Questo è l’Inferno. Hai capito? E’ una teologia un po’… facile da spiegare, ma è questo. Il diavolo è all’Inferno perché lui l’ha voluto: mai un rapporto con Dio. Ma, se tu sei … pensa a un peccatore: se tu fossi un peccatore tremendo, con tutti i peccati del mondo, tutti; e poi, ti condannano alla pena di morte; e quando stai lì, bestemmi, insulti, tante cose… E al momento di andare lì, alla pena di morte, quando stai per morire, guardi il Cielo e dici: "Signore…!". Dove vai, in Cielo o all’Inferno? Forte… [In Cielo!] In Cielo, vai, perché c’era un altro che era un ladrone, ma un ladro di quelli… E’ stato crocifisso vicino a Gesù. E uno di questi due ladri insultava Gesù. Questo non credeva a Gesù; sopportava i dolori fino alla morte. Ma a un certo punto, qualcosa s’è mosso dentro e ha detto: "Signore, abbi pietà di me!". E cosa ha detto Gesù? Ti ricordi cosa ha detto? "Oggi, questa sera, sarai con me nel Paradiso". Perché? Perché ha detto "ricordati", "guardami". Va all’Inferno soltanto colui che dice a Dio: "Non ho bisogno di Te, mi arrangio da solo", come ha fatto il diavolo che è l’unico che noi siamo sicuri che sia all’Inferno. E’ chiara la cosa? Grazie della domanda. Ma tu sembri una teologa!

L’altra domanda, non è facile. La moralità cristiana: come vivere questa moralità, come essere santo davanti a Dio, cosa devo fare? E la moralità cristiana, vivere moralmente, è una grazia, è una risposta all’amore che Lui ti dà prima. Se tu non sei consapevole che Lui ti ama, tu non puoi fare niente. Niente. E il modo morale di vivere è una risposta a quell’incontro con Gesù. Se tu non avrai incontrato Gesù, mai, mai potrai vivere una vita cristiana. E’ Gesù quello che ti aiuta ad andare avanti, e se tu cadi è Lui che ti alza e che ti fa continuare ad andare. Ma se tu pensi e noi pensiamo che la vita morale sia soltanto ‘fare questo’, ‘non fare questo’, ‘fare questo’, ‘non fare questo’, ‘ fare questo’, ‘non fare questo’…, questo non è cristiano. Questo è una filosofia morale, ma no, non è cristiano. Cristiano è l’amore di Gesù che ci ama per primo. Capito? Quando tutti noi abbiamo tentazioni di invidia, gelosie, tante tentazioni, tutti, tutti, tante tentazioni; nel momento della tentazione, guardare Gesù e dire: "Signore, guardami, non lasciarmi da solo". Ma poi, se tu cadi, alzati. Gli alpini hanno una canzone molto bella che dice così: "Nell’arte di salire ai monti, l’importante non è non cadere, ma non rimanere caduti". La moralità cristiana è questo: tu cadi? Alzati subito e avanti. E’ questa, la vita. Ma sempre con Gesù. Senza Gesù non potrai fare nulla. Capito? Eh? Anche tu puoi andare a studiare teologia morale alla Gregoriana: ti insegneranno queste cose…

E la terza domanda, che è stata la prima: cosa ho provato quando sono stati eletto Papa. Non so…: "Mi hanno cambiato di diocesi"… [ride, ridono] Io ero felice in una diocesi e adesso sono felice in un’altra. Mi hanno cambiato. Ecco.

Ai bambini della Comunione, che mi hanno scritto tutti una lettera, ringrazio e porto le lettere con me.

Preghiamo la Madonna perché ci benedica tutti. Mai andare nella vita senza Gesù! Mai cercare la salvezza senza Dio: è Lui che salva. Così non andiamo all’Inferno. E mai lamentarsi quando la vita ti cambia di posto!

"Ave o Maria…".

Ora chiediamo a Dio che ci benedica tutti: "Vi benedica Dio onnipotente…". Grazie!

Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale e gli animatori

[Sacerdote]

Allora, Padre Santo, Lei ha davanti tutti coloro che collaborano qui, in parrocchia; sono quelli che ci permettono, a noi sacerdoti, di poter essere presenti nel territorio, e soprattutto grazie al loro impegno e alla loro costanza, ci aiutano a portare Gesù Cristo nel nostro quartiere. Abbiamo più di 250 collaboratori; molti sono qui, altri impegnati oggi in altri servizi ma è tutta gente veramente di buona volontà e con un grande cuore. Mentre stavamo venendo, in Via dell’Archeologia, Lei ha visto tutte quelle persone che l’aspettavano: quella è la gente che fa paura a Roma. Sono le persone povere. Non basta che due famiglie rovinino il tessuto di una situazione. La gente di Tor Bella Monaca è buona, e Lei oggi ha avuto la possibilità di toccare con mano la loro bontà e, come Le dicevo in macchina, la loro vicinanza a noi sacerdoti, perché ci vogliono bene: a noi e alle suore. E questo per noi è un grande dono, perché tutte le mattine ci alziamo sereni, sapendo di avere il popolo di Dio che cammina con noi nel portare la Parola di Dio nel quartiere. Quindi, lascio a loro adesso che dica qualcosa che li possa aiutare.

[Papa Francesco]

Buon pomeriggio e grazie di essere venuti: grazie tante. E grazie per quello che fate.

Quello che diceva il parroco è bello. La gente di Tor Bella Monaca è buona, è gente buona. Ha soltanto un difetto, ma è lo stesso difetto che avevano Gesù, Maria, Giuseppe: di essere povera. La povertà… Con la differenza che Giuseppe aveva un lavoro, Gesù aveva un lavoro. Tanta gente di qua non ne ha. E deve dare da mangiare ai figli! E come si arrangia? Eh, voi lo sapete! La tentazione… "Ma, io non voglio fare questo, io non vorrei, ma devo dare da mangiare ai figli". Questo è il vostro dramma, della gente di qua. Quella bontà messa alla prova dall’ingiustizia; dall’ingiustizia della disoccupazione o della discriminazione. E questo è peccato, è peccato grave. E tanta gente che è buona è costretta a fare cose brutte, forse, perché non trova un’altra via. Ma poi ci sono alcuni altri problemi: noi sappiamo che il diavolo e l’ingiustizia entra attraverso le dipendenze, sia l’alcol, sia la droga, e questo ci spinge a fare cose cattive, cose brutte. Ma voi avete capito questo, che sotto la polvere che si può vedere c’è un’anima buona, sempre. E una carezza, una tenerezza, un gesto di sfamare la gente, fa tanto bene.

Una volta, io non l’ho visto, ma nell’altra diocesi mi ha raccontato un parroco che doveva andare in carcere a visitare uno dei suoi che era in carcere perché aveva rubato: aveva rubato in un supermarket un po’ di carne per dare da mangiare ai suoi figli. E questo è brutto; povero uomo, che ingiustizie! Perché per compiere un comandamento, era in carcere. Se tuo figlio ha fame e la società non ti aiuta a lavorare, non ti aiuta a trovare un lavoro, non ti aiuta a uscire dai vizi… tu devi dare da mangiare ai figli… Questo lo dico per capire bene la situazione di tanta gente che è buona, ma la vita la spinge contro il muro. E voi lavorate perché queste situazioni non si ripetano, perché queste situazioni non siano quotidiane: voi lavorate per continuare ad andare avanti con la gente e dirle: "No, vieni qua, che bisogno hai? Io ti aiuterò…". E tante volte la gente, quando si sente accompagnata, ben voluta, non cade in quella rete dei cattivi, che sfruttano la gente povera. Perché anche i mafiosi sfruttano la gente povera per farle fare il lavoro sporco e poi, se la polizia trova, trova quella povera gente ma non i mafiosi che sono tutti sicuri e pagano anche la sicurezza. O non è vero, questo? E voi lo sapete meglio di me. Per questo, io vi consiglio una cosa, a voi, per aiutare la gente. Il primo comandamento pastorale è vicinanza: essere vicini alla gente. Vicinanza. Noi non possiamo andare in una famiglia con i bambini ammalati o affamati o che è caduta nel vizio, non possiamo andare con il ‘tu devi, tu devi, tu devi!’… No. Dobbiamo andare con la vicinanza, con quella carezza che Gesù ci ha insegnato. Per salvarci Dio si è fatto vicino a noi, si è fatto uno di noi: Gesù, e ha sofferto come noi! Questa è la strada: vicinanza. "Ma devo avvicinarmi anche a quello che io so che ha fatto fuori due o tre persone?". Avvicinati, perché anche quello ha un cuore, e Dio lo ama. Avvicinati. Questo è il grande consiglio pastorale che vi do. E vi ringrazio di questa collaborazione. E se c’è tanta ingiustizia, facendo manifestazioni politiche contro l’ingiustizia, gridando, e poi andare a mangiare una bella pizza con la birra, non serve. Serve la vicinanza, le carezze, l’amore, il condividere la vita.

Oggi ho ricevuto una lettera di un amico mio ebreo – siamo grandi amici, a Buenos Aires. Mi ha scritto una lettera elettronica. E mi diceva di una storia – perché gli ebrei hanno storie antiche dei rabbini anziani che sono come catechesi, che i vecchi rabbini facevano perché la gente imparasse come si deve fare. E c’era un uomo ricco, molto intelligente – è una storia di tanti secoli fa, che loro raccontano – e nella sua intelligenza leggeva la Bibbia e diceva: "Il profeta Elia deve tornare, deve venire…", e non capiva perché non venisse, il profeta Elia. E’ andato dal suo rabbino. Il suo rabbino – vecchio, saggio – gli ha detto: "Vai nell’altro paese e troverai una casa così, così, così. Prendi tutto, tutte le cose per fare la festa – perché arrivava la loro festa del Capodanno – tutte le cose da mangiare, e portale lì in regalo e stai con loro un giorno di festa. E lì troverai Elia". E questo uomo ricco ha fatto due cestini e se ne è andato e ha fatto festa con loro, ma guardava, guardava e non vedeva Elia. Poi è tornato, dopo un giorno, e è andato dal rabbino e ha detto: "Ho fatto quello che tu mi hai detto, ma non ho visto Elia. Cosa devo fare? Tu mi hai ingannato!" – "Torna dopodomani, con le stesse cose, ma non bussare alla porta: ascolta dalla finestra di che cosa parlano". Erano gli ultimi giorni della festa. Quest’uomo si è avvicinato alla finestra, ha ascoltato e questa famiglia ebrea povera, povera, povera che non aveva da mangiare, parlava ai figli che dicevano: "Mamma, adesso come festeggiamo l’ultimo giorno della festa che non abbiamo da mangiare? Papà, come facciamo?". E la mamma e il papà hanno detto: "Abbiamo fiducia: così come Elia, il profeta, è venuto il primo giorno, tornerà anche oggi". E quell’uomo, che sentiva dalla finestra, si è accorto che il profeta Elia era lui.

Anche noi siamo profeti, anche noi siamo grandi profeti; ma annunciamo Gesù Cristo con i gesti: anche con le parole, ma prima con i gesti. Con la vicinanza. Quell’uomo si era avvicinato e aveva scoperto che lui aveva la capacità di risolvere tanti problemi, di sfamare tanta gente. Avvicinatevi. Non abbiate paura della vicinanza. Non abbiate paura delle carezze: accarezzate la gente, i malati, i soli, anche quelli che meritano l’appellativo di ‘miserabile’: accarezzateli, come Dio ha accarezzato noi. Vicinanza, carezze, amore. E andate avanti su questa strada. E grazie, grazie, grazie per quello che fate!

E adesso preghiamo la Madonna che era tanto vicina alla gente e che durante la storia della Chiesa ha voluto avvicinarsi a noi, venire da noi in tante apparizioni, in tanti posti del mondo, per insegnarci questa saggezza della vicinanza alle persone, senza repulsione. "Ave o Maria…".
"Vi benedica Dio onnipotente…".

E pregate per me… Che cosa vuol dire questo? Con il cuore avvicinatevi a me, che anch’io ho bisogno delle vostre carezze e preghiere! Grazie.

[00385-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0172-XX.02]