Dio, Patria e Famiglia

Il tradimento dei pilastri della nostra civiltà

di Catholicus





Avete presente il motto, antico ed orgoglioso, della tradizione cattolica e patriottica? Ebbene, esso suonava così “Dio, Patria, Famiglia”, ed era portato avanti principalmente dalla Chiesa Cattolica, quella preconciliare, quella dell’“Extra Ecclesiam Nulla Salus”, quella dei Patti lateranensi,  della condanna delle convivenze prematrimoniali e delle coppie di fatto e delle pratiche omosessuali.

Poi c’è stata la svolta antropocentrica (Dignitatis Humanae), immanentista, filo protestante (Unitatis Reintegratio), filocomunista (Mater et Magistra), ecumenista suicida (Nostra Aetate). Due papi rivoluzionari si sono incaricati di portare la Chiesa Cattolica in rotta di collisione con duemila anni di magistero, dottrina e pastorale fermamente cattoliche, ponendo le basi, col concilio Vaticano II, per la creazione di una contro-chiesa, una chiesa a rovescio, gnostica e massonica, diabolica contraffazione di Santa Romana Chiesa, con valori rovesciati: il bene che diventa male (cioè durezza di cuore, divisività, fondamentalismo violentatore delle coscienze indifese…) ed il male che, come per incanto, viene ad assumere valore positivo, grazie all’inganno della falsa misericordia, dell’accoglienza del peccatore impenitente, della condivisione dei suoi peccati, del suo accompagnamento fino alle soglie dell’inferno, ovviamente senza alcuna intenzione di convertire, evangelizzare, far proseliti guadagnando anime a Cristo, né tantomeno di ammonire chicchessia, invitando al pentimento, al ravvedimento operoso ed al cambiamento di vita..

Ebbene, non ci vuole un genio per capire come l’attuale gerarchia (ex) cattolica, seguita diligentemente da sacerdoti pavidi o collusi (collaborazionisti, come tutti i Quisling di turno) stia alacremente lavorando per abbattere questi pilastri e distruggere così l’edificio della Chiesa Cattolica e della società civile un tempo su di essa fondata.

Partiamo dal tradimento della Patria, dato che siamo all’indomani delle votazioni politiche. In questa campagna elettorale abbiamo visto un clero apertamente anti-italiano, che si è posto a servizio dei poteri forti e della massoneria internazionale, che ha sponsorizzato apertamente la campagna elettorale del PD (su precisi ordini della C.E.I.), invitando i loro esponenti e la radicale Emma Bonino a parlare nelle chiese, a fare propaganda elettorale e immigrazionista a fianco degli altari.
Quando invece Matteo Salvini ha giurato sul  Vangelo, corona del Rosario in mano, di voler basare la sua politica sulla Sacra Scrittura, l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha tuonato contro “la strumentalizzazione della religione a fini politici” (con quale faccia tosta, poi, visto che i primi a usare la religione per bassi scopi politici sono proprio loro, dal nuovo Papa all’ultimo curato di campagna!).
Inoltre ascoltiamo quotidianamente le concioni di preti, vescovi e cardinali, sul dovere cristiano di accogliere orde di migranti musulmani nullafacenti (in massima partire baldi giovanotti ben pasciuti con lo smarthphone di ultima generazione, che protestano e seminano il panico se non ottengono quanto pretendono), finti profughi e finti rifugiati, in realtà veri e propri invasori mascherati.

Sonoramente bocciato dagli italiani nel segreto delle urne, questo clero modernista non ha fatto alcuna autocritica, anzi, si è risentito, ad esempio per bocca del cardinal Segretario di Stato mons. Parolin, che ha affermato che gli italiani “dovrebbero essere rieducati ad una “cultura dell’accoglienza” e ad una “percezione equilibrata e positiva dell'immigrazione”, parole più adatte ad un vecchio gerarca comunista sovietico, roba da gulag dell’Urss… altro che parlar di salvezza dell’anima, dei Novissimi, della SS.ma Trinità, magari ricordando a chi lo avesse dimenticato  che “Dio non si è fatto crocifiggere per salvare gli uomini dalla guerra, dalla povertà, dall’invidia, dal matrimonio andato male, dalla tristezza. Lo ha fatto per salvarli dalla dannazione eterna” (come scriveva un vero maestro cattolico, Mario Palmaro, purtroppo scomparso prematuramente or sono quattro anni).

Vediamo adesso il tradimento del pilastro della Famiglia, quella vera, tradizionale, formata dall’unione di un uomo e di una donna, e finalizzata alla procreazione e all’educazione cristiana dei figli. Anche qui non mancano lampanti segni del tradimento dei chierici: da quell’ormai lontano “chi sono io per giudicare” (i gay) di Papa Francesco (un assurdo logico, oltre che teologico); ai preti che invitano coppie gay o lesbiche sull’altare, indicandole ai fedeli come limpidi esempi di fedeltà coniugale e augurandosi che presto la Chiesa celebri le loro nozze; al tacito sostegno fornito alla legge Cirinnà. Per non parlare poi della famosa “Amoris Laetitia”, con la quale si sono sdoganati i rapporti adulterini, profanando in un sol colpo ben tre sacramenti (confessione, matrimonio, Eucarestia); forse a dimostrazione della grande simpatia del clero moderno per l’immoralità conclamata, le perversioni sessuali, i rapporti adulterini.
Di fronte a quest’improvviso entusiasmo del clero per le deviazioni sessuali e “tutte le forme  di famiglia” sorge però il sospetto che vi sia un “interesse privato in atti d’ufficio” da parte loro, viste le vicende che hanno coinvolto sacerdoti, monsignori ed altri prelati in questi ultimi anni: don Andrea Contin, il prete di S. Lazzaro, a Padova, che aveva trasformato la canonica in un set a luci rosse; mons. Charamsa, che all’epoca del sinodo sulla famiglia ha fatto “outing” con il suo amante; padre Gregory Greiten, (sacerdote del Wisconsin), che durante l’omelia ha dichiarato di essere omosessuale e di voler continuare a fare il prete; mons. Battista Ricca, direttore della Domus Sanctae Martae e inserito dal Papa nella “governance” dello IOR, noto in Urugay per le sue tendenze omosex (con uno svizzero, da lui assunto ed alloggiato in Nunziatura) e per l’assidua presenza in locali di incontri tra omosessuali; Padre James Martin, famoso gesuita statunitense pro LGBT, nominato dal Papa consultore del Segretariato per le Comunicazioni della Santa Sede; infine don Mauro Galli, parroco di Rozzano, nel milanese, accusato di violenza sessuale ai danni di un giovane parrocchiano. Vicenda, quest’ultima, particolarmente significativa poiché la Diocesi di Milano (guidata da mons. Delpini, quello che accusa Salvini di strumentalizzare la religione) ha cercato di mettere a tacere lo scandalo offrendo 150.000 euro alla famiglia della vittima, purché la cosa rimanesse segreta; ma come spesso succede, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi,  e così la vicenda è trapelata ed è finita sulle pagine dei giornali :
http://www.ilgiornale.it/news/politica/prete-pedofilo-curia-e-fondo-zittire-vittime-1502963.html

Infine, veniamo al primo punto, il più importante dei pilastri posti a base della nostra civiltà cristiana bimillenaria. Anche qui il tradimento è stato, ed è tuttora, evidente, innegabile.
Sin dall’epoca di papa Giovani XXIII,  infatti, la Chiesa Cattolica, papi in testa, ha rinnegato l’Extra Ecclesiam Nulla Salus, affermando che anche le false religioni conducono alla salvezza (Nostra Aetate), con la  teoria dei “cristiani anonimi” (e connessi “semina verbi”) di Karl Rahner, eminenza grigia del Vaticano II; nel corso degli anni, poi, dalla catechesi e dalla predicazione sono scomparsi i temi della SS.ma Trinità, della Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo (misteri fondamentali del Cristianesimo), dei Novissimi  (morte, giudizio, inferno e paradiso), per lasciare il posto a un vago umanitarismo sociale di stampo laico, all’ambientalismo, all’animalismo, alla raccolta differenziata, ed  altri temi simili, che nulla hanno a che vedere con  la missione propria della Chiesa di Cristo.
Pian piano la Chiesa è divenuta antropocentrica, immanentista, abbandonando Dio, il soprannaturale, la trascendenza, il destino eterno dell’uomo.
Con Bergoglio si è giunti poi al capolinea, ad una Chiesa che vuol essere una specie di “ospedale da campo”, dove si curano solo le ferite del corpo e non quelle dell’anima, dove non si deve convertire nessuno, né tantomeno richiamare i peccatori impenitenti al pentimento, al ravvedimento ed al cambiamento di vita, ricordando loro precetti e comandamenti divini (che per Bergoglio sono argomenti divisivi, pietre scagliate contro poveri fratelli indifesi!). Ciò poiché, sostiene Papa Francesco, “abbiamo tutti lo stesso Dio” (cristiani, ebrei, islamici, buddisti, ecc.), l’unica cosa certa è che siamo tutti figli di Dio (e cioè non lo diventiamo più dopo il battesimo, come ha sempre insegnato Santa Romana Chiesa), specialmente coloro che professano “le religioni del libro”, cioè cristiani, ebrei, islamici (come se Vangelo, Torah e Corano fossero la stessa cosa).

Concludendo, possiamo tranquillamente affermare (pur con immenso dolore) che ormai da 60 anni (cioè da papa Giovanni XXIII in poi) la Chiesa cattolica sta tradendo i tre pilastri su cui si basava la nostra civiltà, cristiana e cattolica, e che per secoli papi, cardinali, vescovi ed il clero tutto hanno sempre difeso e predicato.





marzo 2018
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