“Mai nella storia dell’uomo si era riusciti a produrre in così poco tempo un vaccino contro una terribile pandemia, ma soprattutto si è iniettato in pochissimo tempo decine di milioni di dosi, senza saperne chiaramente l’esito, se non quello sperimentale che ha portato il vaccino ad essere approvato dalla comunità scientifica e dall’agenzia regolatoria”.

Sono queste le parole del Generale Figliuolo, presentatosi in tuta mimetica davanti alle telecamere come fossimo in stato di guerra, che hanno sollevato non poche polemiche. Sentire dal commissario per il Covid-19 che si sta iniettando a milioni di persone un vaccino di cui si conosce solo l’esito sperimentale di certo non può rassicurare la popolazione. Ma soprattutto, sulla base di un vaccino di cui “non si conosce chiaramente l’esito” si possono comprimere i diritti e le libertà delle persone in funzione di un passaporto vaccinale?

Di questo hanno discusso Fabio Duranti e il magistrato Angelo Giorgianni a ‘un Giorno Speciale’ in compagnia di Francesco Vergovich.

“Il Generale Figliuolo – commenta Angelo Giorgianni – che svolge la funzione di commissario, quindi un civile, che si presenta in tuta mimetica, quindi in assetto di guerra, è un messaggio intimidatorio. Io utilizzerò le dichiarazioni di Figliuolo perché è reo confesso di crimine contro l’umanità, ha confessato che stiamo somministrando un vaccino solo sperimentale”.