CORONAVIRUS

Asintomatici non contagiosi, l’Oms riaccende il dibattito. Bassetti: «Ce ne sono tre categorie»

Le dichiarazioni di un alto dirigente dell’Oms sul fatto che molto raramente i soggetti asintomatici sono contagiosi riaccendono un dibattito tra gli esperti che si protrae dall’inizio dell’epidemia

"La Cina nascose i dati sul virus, Oms frustrata"

3' di lettura

«È molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus». Lo ha dichiarato la dottoressa Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-Covid-19 dell'Oms durante il briefing di ieri dell'Agenzia dell'Onu secondo quanto riportato dalla Cnn. Una dichiarazione che ha riaacceso il dibattito su uno dei temi più controversi dell’epidemia di coronavirus, cioè la ppotenzialità infettiva dei soggetti privi di chiari sintomi respiratori.

La dottoressa ha spiegato che analizzando i dati di diversi Paesi che stanno seguendo “casi asintomatici” è emerso che questi non «hanno trasmesso il virus». Le sue dichiarazioni hanno risollevato le polemiche, con alcuni esperti pronti ad accusare l’Oms di ingenerare confusione e favorire comportamenti poco accorti.

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La parziale retromarcia: questione ancora aperta

La stessa Van Kerkhove ha poi corretto parzialmente quanto detto, affermando che si basava solo su due o tre studi e che era frutto di un «malinteso» sostenere che la trasmissione asintomatica è rara a livello globale. «Stavo solo rispondendo a una domanda, non volevo riferirmi a una linea ufficiale dell’Oms», ha detto.

L’esperta ha spiegato che le stime della trasmissione da persone senza sintomi provengono principalmente da modelli, che potrebbero non fornire una rappresentazione accurata. «Questa è una grande questione aperta, e rimane una questione aperta», ha detto, precisando che l'Oms «continua a raccogliere dati e ad analizzarli per rispondere davvero a questa domanda».

Bassetti: posizione dell’Oms pesante

È necessaria cautela: l'affermazione dell'Oms secondo cui è raro che gli asintomatici trasmettano il virus è una posizione pesante ma che dovrà essere suffragata da ulteriori studi. Ne è convinto il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti: «Credo piuttosto - ha avvertito - che esistano diverse categorie di asintomatici, con una diversa possibilità di infettare». «Si tratta di un'affermazione pesante che, se fosse confermata, cambierebbe molto la situazione. Infatti - sottolinea - buona parte delle misure sono state prese proprio per evitare che soggetti asintomatici potessero trasmettere il SarsCov2 ad altri».

Bassetti: ci sono 3 categorie di asintomatici

La stessa Oms precisa però che si tratta di una “questione ancora aperta”: «Da un'istituzione come l'OMS - afferma Bassetti - ci si aspetterebbe tuttavia che dei pronunciamenti vengano fatti solo se fondati su certezze». Ma ad oggi gli studi sul tema sono contrastati: «Credo sia una questione legata alla carica virale. Ci sono infatti 3 diversi tipi di asintomatici che, sulla base di tale carica, potrebbero risultare infettivi o meno».

Esistono, chiarisce Bassetti, «tre categorie di asintomatici, e probabilmente la possibilità o meno di infettare altri soggetti è direttamente alla loro particolare carica virale: ci sono infatti gli asintomatici che resteranno tali e che sono portatori sani del virus; questi avrebbero una bassa carica virale e dunque ritengo non possano contagiare. La seconda categoria è quella degli asintimatici che nel giro di qualche giorno svilupperanno poi i sintomi, i cosiddetti pre-sintomatici, e questi presenterebbero invece una più alta carica virale con una conseguente maggiore probabilità di essere contagiosi». Infine «vi sono i paucisintomatici, ovvero soggetti che presentano sintomi lievissimi e che possono passare inosservati, con una carica virale ancora diversa».

La carica virale cambia

La carica virale, cioè, «può variare tra gli asintomatici, e più è bassa più calano le probabilità di contagiosità». Ciò spiegherebbe ache perchè gli studi al momento presenti sul tema siano spesso contrapposti: «Un lavoro cinese, ad esempio - afferma Bassetti - ha tenuto in contatto 450 persone con un soggetto asintomatico positivo e nessuno è stato infettato, ma altri studi sono giunti a diverse evidenze». Insomma, conclude l'esperto, «ritengo sia necessaria cautela e penso che l'Oms si assuma una grande responsabilità con queste affermazioni».

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