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Antonio Socci, la verità su Matteo Salvini che fa impazzire la sinistra. "Perché la Lega durerà tanto"

Giulio Bucchi
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Angelo Panebianco ieri sul Corriere della sera ha vaticinato la prossima esplosione di M5S, ma anche di Pd e Forza Italia, appena cadrà l' attuale governo, soprattutto se il Presidente Mattarella chiederà «il consenso delle forze parlamentari più responsabili a sostegno di un governo di emergenza». Leggi anche: "Come puoi salvarci dal Movimento 5 Stelle": Socci, l'appello a Salvini Questi partiti per salvarsi, secondo Panebianco, dovrebbero aderire al suo: il «partito preso» del maggioritario (lui crede ancora che i problemi si risolvano con l' ingegneria delle leggi elettorali). Per sostenere i miracolosi poteri del maggioritario (contro il deprecato proporzionale) Panebianco incorre in due clamorosi errori. Anzitutto afferma che il "virtuoso" maggioritario costringe a «fare le alleanze prima del voto», al contrario dell' attuale proporzionale che sarebbe dunque reo di ogni male. È per questo - a sentire il professore - che, dopo essersi presentato come parte del centrodestra alle elezioni del 2018, visto l' esito delle urne che non hanno dato maggioranze, «Salvini, come se niente fosse, fece il governo con i 5 stelle». I precedenti - Ma Panebianco dimentica che negli anni del maggioritario è accaduta più volte la stessa cosa. Infatti Forza Italia - che si era presentata col centrodestra - nel 2011 appoggiò un governo con il PD (esecutivo Monti), mentre la Lega rifiutò di farlo e stette all' opposizione. Anche nel centrosinistra "l' Italia dei valori" - che si era presentata nella coalizione col Pd - andò all' opposizione. Poi, nel 2013, Forza Italia, che aveva partecipato alle elezioni con il centrodestra, addirittura dette vita a una maggioranza di governo col Pd (esecutivo Letta), mentre, ancora una volta, la Lega e Fratelli d' Italia andarono all' opposizione. Pure la coalizione di centrosinistra che si era presentata alle elezioni si spaccò perché "Sinistra ecologia e libertà" non aderì al governo Letta e passò all' opposizione. Tutto questo - ripeto - dopo aver votato con il maggioritario. Nel 2018 c' è stata almeno più trasparenza e correttezza: dopo aver votato con il proporzionale, constatata l' assenza di maggioranze di governo, la Lega di Salvini ha chiesto un preventivo "nulla osta" agli alleati del centrodestra per tentare di dare un governo al Paese e solo dopo il loro "via libera" ha fatto un governo col M5S. Dunque si può concludere che il primo argomento di Panebianco è infondato. Poi ne propone un altro e incorre in un nuovo errore storico, dicendo che «il maggioritario scoraggia le scissioni, il proporzionale le incoraggia». Ricordiamo di nuovo la vicenda del governo Letta: nel novembre 2013 Forza Italia, che era parte della maggioranza, passò all' opposizione, ma quell' esecutivo restò in piedi perché alcuni parlamentari e ministri berlusconiani fecero una scissione, fondando il "Nuovo Centrodestra" e restando nel governo Letta (e nei successivi). Non solo. Proprio nella legislatura più maggioritaria (2013-2018) esplose il fenomeno dei cambi di casacca: ce ne furono quasi seicento. Un fenomeno assai peggiore delle scissioni. Il Sole 24 ore scriveva: «È stata la legislatura più instabile della storia della Repubblica: in 57 mesi i cambi di casacca sono stati la cifra record di 566... Un valzer che - secondo i calcoli di OpenPolis - ha coinvolto 347 parlamentari. Dunque il 35,53% degli eletti ha cambiato casacca almeno una volta». Con ciò le presunte virtù del maggioritario decantate da Panebianco si dissolvono. Poi ci sono i rovinosi difetti. Infatti le elezioni del 2013 non erano state vinte dal centrosinistra, ma pareggiate: la coalizione capeggiata da Bersani aveva preso il 29,5% alla Camera contro il centrodestra che era al 29,1% e anche al Senato la differenza era minima (31,6 % contro 30,7%). Ma proprio per gli effetti distorsivi di quel maggioritario, con un abnorme premio di maggioranza (e anche grazie alla scissione del Nce), il centrosinistra - del tutto minoritario nel Paese - ha potuto spadroneggiare per cinque anni con effetti devastanti. Del resto nei giorni scorsi Bersani ha dichiarato in Tv che se fosse al governo si comporterebbe allo stesso modo, per esempio facendo subito lo Ius Soli anche contro l' opinione dell' 80% per cento degli italiani. Basta un piccolo premio - Basta questo per evitare come la peste il ritorno al maggioritario. Va benissimo l' attuale proporzionale corretto con un piccolo premio di maggioranza. Invece di pensare alle leggi elettorali i partiti devono pensare a contenuti politici che corrispondano ai veri interessi e ai profondi sentimenti del Paese. Si vota - se n' è accorto anche Francis Fukuyama - su interessi materiali e identità. Per gli italiani il centrosinistra ha reso il Paese molto più povero e ha umiliato la sua sovranità e la sua identità. Così è crollato il Pd. E proprio dall' idea del riscatto economico e della difesa dell' identità (che riguarda sia la prepotenza della Ue che le migrazioni), deriva il consenso stellare che i sondaggi danno oggi alla Lega di Salvini (attorno al 36%), che a questo punto diventa il nuovo pilastro politico del Paese, il suo punto di equilibrio. I professori riflettano su questo. di Antonio Socci

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