Dal vangelo secondo Scalfari, “ispirato” da Francesco (di mestiere papa)

I grandi difensori di Papa Francesco continuano a sostenere che certe “confidenze” private all’amico Scalfari, non sono magistero ufficiale del Papa e, di conseguenza, non ci riguarda. Tuttavia, queste confidenze, vengono poi rese pubbliche dal sito ufficiale de L’Osservatore Romano che, non per nulla, si chiama la “voce del Papa”, e qui vengono pubblicati i Documenti ufficiali del ministero petrino. Quindi non è giustificato il dire che ciò che il Papa dice – in confidenza – all’amico Scalfari o ad altri, non ci riguarda, dal momento che queste confidenze sono di dominio pubblico.

E le ultime “confidenze” sono davvero drammatiche a livello dottrinale. Scalfari arriva a descrivere un “vangelo nuovo” scaturito  dalle riflessioni che egli attribuisce a Papa Francesco, ma che il Papa non smentisce. E sono pensieri gravissimi, eretici, senza sé e senza ma, sono eretici. Qui troverete il testo integrale di Scalfari. Ecco alcune “perle”:

– nel “nuovo vangelo” secondo Scalfari: per Bergoglio il sacerdozio è secondario, e così sarebbe stato nei primi tempi del cristianesimo, tesi luterana che Bergoglio appoggia, secondo Scalfari, ma anche tesi condannata dal concilio di Trento… da qui il luteranesimo, pur tenendosi i “vescovi” ha eliminato di fatto il clero inventandosi i “pastori” senza alcun sacramento dell’Ordine Sacro… Secondo il vangelo di Scalfari, Bergoglio gli avrebbe confidato che Gesù ha istituito SOLO due Sacramenti, il resto “sono venuti DOPO”… dando così l’impressione di sostenere la tesi protestante…. che di fatto ha tolto gli altri sacramenti;

– nel “nuovo vangelo” secondo Scalfari: Bergoglio è d’accordo non sull’unicità di Dio (dottrina cattolica) ma su un dio unico per il mondo (tesi mondialista e dell’Anticristo di Soloviev);

– nel “nuovo vangelo” secondo Scalfari: per Bergoglio, naturalmente è sempre Scalfari che racconta, ma le definisce “confidenze”, Gesù è “realmente un uomo con tutte le passioni, le debolezze, le virtù d’un uomo (qui manca di unirci Dan Brown con la Maddalena sposa di Gesù e siamo a posto!);

Quest’ultima novità è di una gravità, perché detta da un Papa, o a lui attribuita dal suo amico, senza precedenti nella storia della Chiesa. Gesù è Dio e di conseguenza non essendoci in Lui il germe del “Peccato Originale” non vi è neppure la concupiscenza della carne che è la nostra debolezza umana. Se in Maria Vergine, Concepita Immacolata, è stata preservata dal peccato originale come dice il dogma, in Cristo non è un dogma della Chiesa che stabilisce l’innocenza di Gesù, bensì è proprio la Sua situazione di “Dio incarnato” ad offrire a Maria questa primizia di innocenza e alla Sua Chiesa LA VERITA’ ASSOLUTA.

Il Verbo Divino, nato appunto da un grembo verginale reso immune dal peccato originale, essendo Dio vivo e vero, non recava con Se le debolezze e le virtù degli uomini. Il pensiero attribuito al Papa è gravissimo perché attribuisce, persino all’uomo, virtù – ma capovolgendo il donatore – che Dio avrebbe assunto in Se con l’incarnazione mentre – queste virtù – sono suoi, sono DONI DI DIO nella coscienza originale dell’uomo, prima del peccato, e che a causa di questo l’uomo ha dimenticato.

Gesù non aveva in sé nessuna debolezza! E l’unica passione che lo animava, in quanto uomo, era quella giustizia divina che l’uomo aveva ricevuto prima del peccato originale, e che questi ha oscurato, offuscato, fatto dimenticare.

Nel Getsemani non vi è affatto “la debolezza del Cristo”, ma quella lotta giusta che fu abbandonata dal peccato originale: l’uomo ha per istinto la sopravvivenza, ed ha in orrore la morte (entrata per invidia del demonio), il soffrire – nel Libro di Giobbe è spiegato assai bene – inoltre Gesù non soffre per “se stesso” in quel frangente nell’orto degli Ulivi, ma “vede” tutto il male degli uomini in ogni tempo, fino alla fine, e ne ha orrore. Da qui la supplica al Padre: “se puoi allontana da me questo calice…”. Questa supplica non è l’indice di una debolezza del Cristo, al contrario, è la prova – anche – della nostra sofferenza nei confronti della giustizia, della verità, del recupero dell’uomo afflitto dal peccato originale.

Il Peccato originale, oltre che con il Battesimo che ci dona la Grazia, ci rende Figli adottivi di Dio in senso proprio, lo si vince con ATTI DI VOLONTA’ al progetto di salvezza del Padre. Questo è il Getzemani che ogni uomo deve superare. Gesù anche nel Getzemani insegna, è maestro, sulla propria pelle, di come l’uomo può vincere. Egli assumendo su di sé il peccato degli uomini, soffre nella carne quello che l’uomo soffre nell’anima.

È gravissimo che un Pontefice confidi ad un amico ateo – e gaio di esserlo – che Gesù Cristo avrebbe incarnato in se anche le debolezze degli uomini le quali provengono esclusivamente dal Peccato Originale.

È gravissimo che un Pontefice confidi ad un amico ateo – e gaio di esserlo – che il sacerdozio è roba secondaria, ed è FALSO affermare che: “Così avveniva nei primi secoli del cristianesimo, quando i Sacramenti erano direttamente celebrati dai fedeli e i presbiteri facevano soltanto il servizio…” (parole attribuite al Papa da Scalfari, e dal Papa non smentite). Ma basta leggere i primi capitoli degli Atti degli Apostoli per capire che qui si sta manipolando la Scrittura! Gli Apostoli nominano i diaconi per “occuparsi del servizio ai poveri” e lasciare agli Apostoli il compito DEI SACRAMENTI. Cristo affida solo agli Apostoli il  Sacramento della Riconciliazione; Giacomo descrive che compito dei presbiteri era quello di portare il Sacramento detto “Viatico” o di consolazione ai moribondi: «Chi è malato, chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5,14-15).

Il sacerdozio non è affatto “secondario” ma primario, e la malattia del clericalismo nasce purtroppo quando il prete pretende di comandare nell’imporre le sue opinioni personali. Il prete ricopre un ruolo AUTOREVOLE nell’eseguire i comandi del Signore, in questo senso è: «Alter Christus, il sacerdote è profondamente unito al Verbo del Padre, che incarnandosi ha preso forma di servo, è diventato servo (Fil 2,5-11), e diventa un despota quando, deposta la sana dottrina, vuole comandare per imporre la sua visione di Chiesa. Questo fu uno dei peccati di Lutero: pretendere di comandare e di dire alla Chiesa cosa fosse giusto fare in base alle sue opinioni.

I Sacramenti sono 7 e tutti riportati nella Sacra Scrittura: «La Chiesa si riceve e insieme si esprime nei sette Sacramenti, attraverso i quali la grazia di Dio influenza concretamente l’esistenza dei fedeli affinché tutta la vita, redenta da Cristo, diventi culto gradito a Dio» (Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis n. 16). E del resto lo afferma il Catechismo della Chiesa: «I sacramenti della Nuova Legge sono istituiti da Cristo e sono sette, ossia: il Battesimo, la Confermazione, l’Eucaristia, la Penitenza, l’Unzione degli infermi, l’Ordine e il Matrimonio» (CCC n. 1210). Come fa un Pontefice a dire all’amico ateo che non è così? O Scalfari capisce fischi per fiaschi, ma è grave che l’amico Papa non smentisca mai, oppure ci troviamo davanti ad un Papa che – nelle confidenze ad un amico ateo – MENTE SAPENDO DI MENTIRE, per non dire di peggio, che è convinto degli errori che confida all’amico, felice di essere ateo.

Non spetta a noi trarne delle conclusioni, il dibattito rimane aperto, perché qui non si fa processo a nessuno, ma si ragiona con vigilanza, onestà di mente e di cuore, memori delle parole di San Paolo: «Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!» (Gal 1,6-10).

E stendiamo un velo pietoso sul quel concetto dell’unicità di Dio completamente stravolto e distorto da queste “confidenze”. Il Papa, secondo Scalfari, avrebbe detto testuali parole: «Per me esiste l’Assoluto, la nostra fede ci porta a credere nel Dio trascendente, creatore dell’Universo. Tuttavia ciascuno di noi ha un relativismo personale, i cloni non esistono. Ognuno di noi ha una propria visione dell’Assoluto: da questo punto di vista il relativismo c’è e si colloca a fianco della nostra fede…». Grave! Gravissimo! Inaudito ed eretico!

Il Vangelo di Nostro Signore e la Predicazione apostolica intendeva proprio eliminare quel relativismo della vera Fede a cominciare, infatti, dalla discussione sulla circoncisione (At 15). Perché dunque non usiamo più circonciderci? Il relativismo non si colloca affatto “a fianco della nostra fede” ma piuttosto la relativizza, gli toglie la vera unicità, e conduce la nostra fede A CREARCI UN DIO FATTO A NOSTRA IMMAGINE. Eccolo il capovolgimento del gesuita Karl Rahner di cui, purtroppo, è affetto anche Bergoglio, che male consiglia all’amico fiero di essere ateo.

Secondo Scalfari il Papa avrebbe affermato che “auspica” l’arrivo di una RELIGIONE UNICA nel mondo, in cui ci sia posto non per l’Unico Dio, incarnato, ma per un dio generico FRUTTO DELLA FEDE RELATIVA degli uomini, che però metta “tutti d’accordo”. Qui siamo ad uno stadio superato e ben peggiore dell’eresia ariana.

Gesù è venuto proprio a togliere le personali visioni dell’Assoluto (ora si chiama così, non più Dio, sic!): «Chi ha visto me ha visto il Padre… Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse…» (Gv 14,10-11), accogliere e seguire Gesù, per andare dal Padre, non è un optional, non è un punto di vista soggettivo e relativo…

Ma nel Bergoglio secondo Scalfari, la VERITA’ ASSOLUTA NON ESISTE ed è ovvio che se non esiste tutto diventa relativo e a seconda delle nostre opinioni soggettive. Dunque, ci chiediamo, Gesù che dice: “io sono la Verità…”, esiste o no? E’ Persona viva e vera oppure è solo frutto del nostro relativismo fidei? Un Pontefice non può seminare questi dubbi, non può affermare queste eresie all’amico ateo. E’ ovvio che poi il Papa dica, pubblicamente, che davanti alla sofferenza non abbiamo risposte, oppure che nel Presepe troveremo il “bambinello migrante”. L’uomo è stato messo al posto di Dio! Eresia modernista e del gesuita Rahner, ed oggi di questo magistero liquido. Siamo davanti ad un Papa che invece di correggere gli erranti, si fa confermare da un ateo, felicemente ateo.

7 pensieri riguardo “Dal vangelo secondo Scalfari, “ispirato” da Francesco (di mestiere papa)

  1. Al netto di tutte le doverose precisazioni morali che occorre fare di fronte a questi fatti gravi:
    va ricordato che agli anziani (in particolare agli anzianoni in quarta età) va misurata sovente la saturazione di ossigeno nel sangue poiché, quando questa scende sotto i normali valori, la persona va incontro a numerosi disturbi, ivi compresa la confusione mentale.

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  2. Vorrei segnalare la saggia riflessione di Antonio Socci, qui, http://www.antoniosocci.com/scalfari-scrive-gli-apostoli-tredici/#more-4990
    riportando questo passaggio:
    “Per esempio, Scalfari scrive che alla sua domanda su quale sia il suo santo prediletto, Bergoglio ha risposto testualmente: “Il primo è naturalmente Paolo. E’ lui ad aver costruito la nostra religione”.
    Una frase simile pronunciata da un papa, ovviamente, fa accapponare la pelle. Ma c’è dell’altro. Ecco un’altra frase che Scalfari attribuisce a Bergoglio: “Ognuno di noi ha una propria visione dell’Assoluto, da questo punto di vista il relativismo c’è e si colloca a fianco della nostra fede”.
    Infine Scalfari scrive:
    “nei primi secoli del cristianesimo i sacramenti erano direttamente celebrati dai fedeli e i presbiteri facevano soltanto il servizio. Francesco è d’accordo su queste tesi luterane che coincidono con quanto avvenne nei primi secoli”.
    Se è un distillato di teologia scalfariana nessuno ci perderà il sonno. Ma se davvero l’ha detto il papa è qualcosa di peggio.”

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  3. L’Eugenio Scalfari trasuda e gronda ignoranza cattolica da tutti i pori.
    La domanda che apre è: ma questo cce è o cce fa’ – come dicono a a Roma – ovvero le sue sfondonate sono spontaneo frutto della sua ‘cultura’ o sono organiche a sollevare le tirature della Repubblica (il che, per le casse del gruppo editoriale L’Espresso-Repubblica sarebbe una manna del cielo, vista la crisi dell’editoria nera come la notte, aggiunta alla crisi generale).
    Chiaro che a noi credenti di Scalfari non ci frega o non ci dovrebbe fregare un beatissimo nulla, se non fosse per la sua amicizia (???) con papa Bergoglio.
    Sono le svarionate di quest’ultimo ovviamente ad allarmare.
    Ma la domanda grande come un palazzo che questa vicenda apre è: che Chiesa è quella che ha potuto nominare vescovo, e poi arcivescovo (i cui trascorsi sempre più arrivano a galla) e infine nientemeno che papa, un uomo come Bergoglio?
    Verissimo che il Signore scrive costantemente diritto sulle righe storte di noi uomini.
    Ma cosa dirà di chi artatamente scrive storto su righe tracciate storte, insegnando a milioni di altri a fare altrettanto?

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  4. Questo tizio, come sappiamo è vicino al capolinea, immaginate che fifa ha, per cui sta cercando in tutti i modi di giustificarsi, come se un papa compiacente potesse dare una parolina buona a san Pietro.
    Non ha mai capito che non gira in quel modo la storiella.

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  5. provo solo sdegno per aver portato un papa come bergoglio a pastore della Chiesa Cattolica ,la missione del papa di evangelizzare le Gente di far conoscere Gesù non esiste ,è offuscata ,in tanti modi si è capito questo,iniziando dal saluto cristiano che non ha mai fatto “SIA LODATO GESU’ CRISTO” per questo e per tutto ciò che ha riformato o crede di aver riformato per me non è papa.Spero in un chiarimento dei 4 cardinali peri Dubia che venga allontanato per eresia.

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    1. Cara Anna,
      in effetti ho pensato anch’io che, per quanto non fondamentale per la fede, sarebbe meglio il saluto “sia lodato Gesù Cristo” anzichè il simpatico, casereccio, disimpegnato, concreto “buon pranzo”. Tuttavia il secondo saluto, qualora esistesse una campagna elettorale nella Chiesa, porterebbe più voti rispetto allo stantìo “sia lodato Gesù Cristo”. E dunque vada per il “buon pranzo”, anche se il Papa notoriamente rifugge dall’esibizionismo, dalla popolarità, dal narcisismo…

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      1. Gentile sig. Paolo Giuseppe,
        le abbiamo lasciato il commento ma ora, passate le Feste, ci perdoni, è necessario chiarire che il suo pensiero è sbagliato.
        “Qualora esistesse una campagna elettorale nella Chiesa”?
        Ma di cosa stiamo parlando? La Chiesa non è una istituzione umana e non necessita di “campagne elettorali” ma solo di anime che si convertano, e di anime da convertire.
        E cosa significa poi, sacrificare il “Sia lodato Gesù Cristo” per portare più “voti”?
        E definire tale saluto “stantio”?
        E’ inaccettabile quanto afferma, anche se fosse per pura fantasia.
        Pensieri del genere, giudicare “stantio” il saluto a Gesù Cristo, è davvero un danno.
        Quanto al comportamento personale del Papa (se rifugga o meno ad un certo esibizionismo) non ci intromettiamo, ognuno si tenga pure la sua opinione, ma non la diffonda come un atteggiamento del quale sacrificare quel dato saluto che dobbiamo a Dio solo.
        Perciò: “NON vada per nulla” quel “buon pranzo” al posto del Sia lodato Gesù Cristo, bastava semplicemente accostarcelo.
        Quando si tratta di Gesù Cristo non esiste mai la “via di mezzo o il male minore”.

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