Circa 133 ostaggi israeliani innocenti sono ancora trattenuti illegalmente da Hamas nei tunnel e in appartamenti nascosti all'interno della striscia di Gaza.
La notte tra il 13 e 14 aprile l’Iran ha lanciato centinaia di missili e droni contro Israele. Ha violato la spazio aereo dei paesi arabi vicini, ha messo in pericolo la vita di milioni di persone ebrei, cristiani e musulmani, ha rischiato di distruggere le grandi moschee di Gerusalemme.
Elica Le Bon, avvocato e attivista iraniana, vive in America e sui social network racconta il regime della Repubblica Islamica d'Iran, battendosi per i diritti delle donne e dei dissidenti contro il regime.
Il massiccio arsenale lanciato contro Israele dagli ayatollah nella notte fra sabato e domenica è stato disinnescato non solo dalla bravura e dalla tecnologia degli israeliani, ma anche da un’alleanza di potenze occidentali – Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia – che hanno operato a fianco di nazioni arabe amiche.
Mentre cresce la tensione tra Iran e Israele, molti iraniani esprimono sostegno a Israele, scrivono sui muri graffiti anti-regime e usano i social network per manifestare sostegno allo stato ebraico.
L’abbattimento di centinaia di droni, missili cruise e missili balistici lanciati dall’Iran nella notte fra sabato e domenica dimostra che un elemento importante della grande strategia del 7 ottobre contro Israele è fallito
Nell’ambito di un tour in Medio Oriente in occasione del Ramadan, lo scorso 24 marzo il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha incontrato al Cairo lo sceicco di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, suprema autorità religiosa del mondo musulmano sunnita.
Il mondo dovrebbe rendersi conto che dall’Iran è giunta una confessione molto importante.
E’ come se avesse detto a chiare lettere: sì, l’abbiamo fatto.
Dei civili palestinesi la rapirono il 7 ottobre e mercanteggiarono con Hamas per venderla al gruppo terrorista, come in una tratta degli schiavi. Lo ha raccontato lunedì alla rivista francese Le Point l’ex ostaggio Nili Margalit.
Come d'abitudine Hamas continua a puntare i piedi, sostenendo che la proposta di cessate il fuoco che ha ricevuto da Israele attraverso i mediatori Qatar ed Egitto non risponde alle sue richieste né a quelle di nessuna fazione palestinese.