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Vaticano, il passato "chiacchierato" di monsignor Ricca: "Basta tornare alle 2 di notte"? L'Espresso: dove avevano beccato l'uomo di Bergoglio

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Ha destato clamore in Vaticano la lettera scritta da monsignor Battista Ricca ai cardinali: si chiedeva ai prelati della Domus Santa Marta, residenza del Papa, di non tornare a casa a coprifuoco inoltrato, onde evitare di ricevere telefonate a notte fonda da parte dei reverendi Ospiti, beccati in giro a notte fonda dalle autorità. "Mi sembra oltremodo fuori luogo e pericoloso che vi siano rientri in casa alle 0.30, 2.00 e 2.15 di notte", ha scritto monsignor Ricca, direttore della struttura Santa Marta. Sollecita una certa curiosità sapere cosa stessero facendo suddetti prelati in giro a quell'ora, tanto più in questo momento in cui siamo tutti obbligati a rimanere in casa dopo le 22.

Tuttavia, i fatti più curiosi emergono attorno alla figura dello stesso autore della lettera ai prelati, monsignor Ricca. Nell'estate del 2013, un'inchiesta dell'Espresso si era occupata della Lobby gay all'interno del Vaticano, investigando proprio il passato di monsignor Battista Ricca. Al centro delle polemiche, delle presunte relazioni omosessuali che monsignor Ricca avrebbe avuto nel 1999 durante la nunziatura di Montevideo, in Uruguay e dove avrebbe stretto amicizia con il capitano dell'esercito svizzero Patrick Haari. "L'intimità dei rapporti tra Ricca e Haari" si legge ne l'Espresso "era così scoperta da scandalizzare numerosi vescovi, preti e laici di quel piccolo paese sudamericano, non ultime le suore che accudivano alla nunziatura". 

 

 

 

 

L'Espresso racconta anche alcuni episodi che hanno visto il monsignor Ricca come protagonista: "Incappò in più di un incidente per la sua condotta sconsiderata. Un giorno, recatosi come già altre volte in un locale di incontri gay, fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto". Lo stesso anno: "In piena notte l'ascensore della nunziatura si bloccò e di prima mattina dovettero accorrere i pompieri. I quali trovarono imprigionato nella cabina, assieme a monsignor Ricca, un giovane". 

Il 65enne originario di Brescia "ha conquistato la fiducia di Bergoglio in un'altra veste inizialmente come direttore della residenza di via della Scrofa nella quale alloggiava l'arcivescovo durante le sue visite a Roma, e ora anche come direttore della Domus Sanctae Martae nella quale Francesco ha scelto di abitare da Papa" si legge sempre ne L'Espresso. Soltanto dopo la nomina, il pontefice "è venuto a conoscenza, da più fonti, di trascorsi di Ricca a lui fin lì ignoti". La rivista conclude l'inchiesta dicendo che "una coltre di pubblico silenzio ha coperto fino ad oggi quei trascorsi del monsignore", dato che "in Vaticano c'è chi ha promosso attivamente questa operazione di copertura". La coltre di silenzio vige tutt'oggi, e anzi: è proprio monsignor Ricca a riprendere oggi i prelati per le loro misteriose uscite notturne.

 

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