Indizio n.12 Bibbia CEI 2008: “Si può ancora considerare Parola di Dio un siffatto libro, stravolto nella traduzione?” di INVESTIGATORE BIBLICO

[…Sono le ore 3.35. Che incubo. Sono sudato fradicio.
Martina ha commentato il mio indizio n.10 chiedendomi: “
Una domanda: si può ancora considerare Parola di Dio un siffatto libro, stravolto nella traduzione?
E cosa le rispondo? Questo quesito è un macigno, ma di certo è stato lo Spirito Santo ad ispirare questa lettrice.
Mi alzo dal letto, tanto il sonno non tornerà più. Il mio cubo di Rubik è fermo da tre anni. Non l’ho mai risolto.
Forse potrei pensare alla prossima mossa di scacchi. Il mio amico Jonah mi ha inviato per corrispondenza la sua. E’ passata una settimana. Arrocco lungo. Questa la perdo se non trovo qualche tatticismo serio.
No, la domanda di Martina. A questo devo pensare…
]*

Bene, avrete capito da questo titolo ‘shock’ che la domanda che sto per porre è un vero mattone sulle nostre teste.

La domanda è semplicissima, non scontata, molto lecita. E la nostra lettrice Martina ne è stata ispiratrice e portavoce: si può ancora considerare Parola di Dio un libro in cui sono contenute traduzioni stravolte, distorte, errate? E si parla non di errorini o di sfumature. Stiamo parlando di traduzioni che cambiano la prospettiva spirituale, il significato profondo di alcuni passi. Un inversione di rotta.

Per cercare di dare una risposta a un quesito di così profonda gravità, comincio con il rileggere un documento del Concilio Vaticano II di fondamentale importanza: il ‘Dei Verbum’ (1965) . Per chi fosse interessato alla lettura integrale della Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione, questo è il link:

http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html

In primis, Dei Verbum è una Costituzione Dogmatica (fondata, appunto, su dogmi di fede), e sarebbe dovuto essere il canale principale, la base, il fondamento di ogni traduzione biblica.

Purtroppo, nonostante lo scrupolo dei biblisti post-1965, si è al contrario verificata una escalation di ‘libere’ traduzioni che ci hanno portato fino all’orrore della traduzione Cei 2008.

Al Capitolo 22 della Dei Verbum viene espresso un concetto cruciale:

“ È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra Scrittura. Per questo motivo, la Chiesa fin dagli inizi fece sua l’antichissima traduzione greca del Vecchio Testamento detta dei Settanta, e ha sempre in onore le altre versioni orientali e le versioni latine, particolarmente quella che è detta Volgata. Poiché, però, la parola di Dio deve essere a disposizione di tutti in ogni tempo,la Chiesa cura con materna sollecitudine che si facciano traduzioni appropriate e corrette nelle varie lingue, di preferenza a partire dai testi originali dei sacri libri. Se, per una ragione di opportunità e col consenso dell’autorità della Chiesa,queste saranno fatte in collaborazione con i fratelli separati, potranno essere usate da tutti i cristiani.

Tra queste righe ho evidenziato due punti che a me sembrano di fondamentale importanza.

Primo, la Costituzione caldeggia “traduzioni appropriate e corrette” dei testi biblici. In altre parole le traduzioni , per rimanere Parola di Dio, devono essere le più fedeli possibile al testo originale. Diversamente NON E’ PIU’ PAROLA DI DIO.

Se un termine greco o ebraico esprime uno specifico significato (certamente tenendo conto del contesto e della parola più appropriata in italiano) NON E’ COMUNQUE MAI AMMISSIBILE TRADURRE CON UN SIGNIFICATO DIVERSO.

Distaccarsi dal significato del testo originale comporta DISTACCARSI DA CIO’ CHE DIO VUOLE DIREREALMENTE ATTRAVERSO LA SUA PAROLA. E distaccarsi da ciò che Dio vuole dire, comporta che non si tratta più della Sua Parola.

Faccio un inciso a proposito degli Ebrei, i quali sono assolutamente scrupolosi su questo punto.

Essi non necessitano di traduzioni (l’ A.T. è scritto in ebraico): hanno il lusso di leggere direttamente la fonte linguistica senza bisogno di traduzione.
L’ebraico, all’interno del testo masoretico (l’A.T. in ebraico), è ricco di piccoli segnetti, che risultano essere vocali, accenti particolari, o numeri (i numeri sono rappresentati dalle lettere ebraiche).

Ecco, immaginate che, se per un errore di stampa della loro Bibbia, venisse cambiato uno di questi segni linguistici al posto di quello corretto, per gli ebrei quel testo NON SAREBBE PIÙ PAROLA DI DIO. PERDEREBBEDI SACRALITA’.

Faccio mio tale approccio verso il testo biblico, applicandolo al Nuovo Testamento, e azzardo nell’affermare che, attraverso una traduzione distante dal vero significato (non parlo di errori marginali ma sostanziali), un testo evangelico perde la sua sacralità. Posso arrivare a concludere che tale testo non è più da considerarsi un Testo Sacro.

Mi rendo perfettamente conto del ‘mal di pancia’ che possono provocare le mie parole.

Ma voglio spingermi oltre e provocarvi ulteriormente.

Quale differenza può esserci tra una Bibbia tradotta male – vedi Cei 2008 -, e una bibbia dei testimoni di geova?

Entrambi contengono errori di traduzione. La CEI in un modo e il testo della setta dei testimoni di geova in un altra angolazione. Tuttavia sono sempre errori.

In Luca 23,43 – episodio del buon ladrone – la Cei 1974 traduce in questo modo le parole di Gesù: “In verità ti dico,oggi sarai con me nel Paradiso”.

Nella bibbia dei testimoni di geova lo stesso versetto è riportato così: “In verità ti dico oggi, sarai con me in Paradiso”.

Un semplice cambio di virgola cambia tutta la Teologia.

Naturalmente Gesù alludeva al fatto che il ladrone sarebbe entrato in Paradiso il giorno stesso del Venerdì Santo, giorno della sua morte. Ma, spostando quella virgola, i testimoni di geova alludono al contrario ad un “fatidico domani” in cui il ladrone sarebbe entrato in paradiso. Questo perché tra i loro pilastri dottrinali è diffusa la convinzione che dopo la morte si resta addormentati fino al giudizio universale; un errore teologico imperdonabile. Tutto per una minuscola ed insignificante virgola.

UNA VIRGOLA PUÒ CAMBIARE UN’ INTERA TEOLOGIA, UN INTERO SIGNIFICATO.

Torniamo ai quesiti: qualcuno tra i cattolici può considerare la bibbia dei testimoni di geova come Parola di Dio? Non credo proprio.

Prima di giungere ad altre conclusioni, voglio analizzare un altro punto del n.22 della Dei Verbum.

Ed esattamente il seguente: “Se, per una ragione di opportunità e col consenso dell’autorità della Chiesa, queste saranno fatte in collaborazione con i fratelli separati, potranno essere usate da tutti i cristiani.”

Ecco l’errore di fondo.

Pur trattandosi del testo di una Costituzione Dogmatica, la citata frase della Dei Verbum di dogmatico non ha proprio nulla. Si è radicata in me la convinzione che gli errori di traduzione degli ultimi decenni siano stati causati proprio dalle “collaborazioni” con i “fratelli separati”.

Di nuovo un quesito: siamo proprio convinti che sia indispensabile tradurre la Bibbia insieme ai protestanti? Ergo distribuire questi testi a “tutti i cristiani”? Non penso di peccare nel presumere che la confusione nasca dal punto di cui sopra.

[…Ora una pausa nel mio ragionamento per volgere lo sguardo al passato. Il passato e la Tradizione mi rincuorano. Sono la mia àncora in queste fitte tenebre. A volte mi sento nel dubbio, mi sento confuso. Muovo il cavallo in H5 e scrivo al mio amico la mia nuova mossa? Oppure sto pensando agli scacchi per distrarmi dai troppi veleni della falsa dottrina? No, calma, non sono solo. C’è sempre la Tradizione. Gli scritti del passato sono come rocce indistruttibili che la Grazia di Dio ha conservato per orientare il cristiano in questi tempi perversi…]*

Tra un tiro di pipa e l’altro, ho ritrovato degli scritti della Tradizione della Chiesa che fanno al nostro caso. Trattano, appunto, di traduzioni e interpretazioni della Parola di Dio. Non dimentichiamoci che i tre cardini della FEDE CATTOLICA sono proprio Bibbia, Tradizione dei Padri e Catechismo Ufficiale.

Condivido con voi alcuni interessanti e salvifici estratti.

1- Concilio di Trento – Papa Paolo III

SESSIONE IV (8 aprile 1546)

Primo decreto: Si ricevono i libri sacri e le tradizioni apostoliche

Lo stesso sacrosanto Sinodo, considerando, inoltre, che la Chiesa di Dio potrebbe ricavare non piccola utilità, se si sapesse quale, fra tutte le edizioni latine dei libri sacri, che sono in uso, debba essere ritenuta autentica, stabilisce e dichiara che questa stessa antica edizione volgata, approvata nella Chiesa dall’uso di tanti secoli, si debba ritenere come autentica nelle pubbliche letture, nelle dispute, nella predicazione e che nessuno osi o presuma respingerla con qualsiasi pretesto.

Inoltre, per reprimere gli ingegni troppo saccenti, dichiara che nessuno, basandosi sulla propria saggezza, negli argomenti di fede e di costumi, che riguardano la dottrina cristiana, piegando la sacra Scrittura secondo i propri modi di vedere, osi interpretarla contro il senso che ha (sempre) ritenuto e ritiene la santa madre Chiesa, alla quale spetta di giudicare del vero senso e dell’interpretazione delle sacre scritture o anche contro l’unanime consenso dei padri, anche se queste interpretazioni non dovessero esser mai pubblicate”.

Sapete, oggi siamo digiuni di chiarezza e semplicità.

Che meraviglia, amici, la chiarezza limpida di questo Decreto: la traduzione da ritenersi autentica in quanto Parola di Dio è solo ed esclusivamente la Vulgata. Per questo sostengo e approvo la traduzione CEI 1974 essendo la traduzione italiana più vicina alla Vulgata e ai testi originali.

2- “Dei Filius(Costituzione Dogmatica – Concilio Vaticano I)1870 – Papa Pio IX

Capitolo II:Questa Rivelazione soprannaturale, secondo la fede della Chiesa universale, proclamata anche dal santo Concilio Tridentino, è contenuta nei libri scritti e nelle tradizioni non scritte ricevute dagli Apostoli dalla stessa bocca di Cristo o dagli Apostoli dalla stessa bocca di Cristo o dagli Apostoli, ispirati dallo Spirito Santo, tramandate di generazione in generazione fino a noi [Conc. Trid., Sess. IV, Decr. De Can. Script.]. Ora questi libri, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, integri in tutte le loro parti, come sono numerati nel decreto del medesimo Concilio e come si trovano tradotti nell’antica edizione latina, devono ritenersi per sacri e canonici. La Chiesa li considera sacri e canonici non perché, composti da opera umana, siano poi stati approvati dalla sua autorità, e neppure perché contengono la Rivelazione divina senza errore, ma perché, essendo stati scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, hanno Dio come autore e come tali sono stati affidati alla Chiesa”.

3- “Divino Afflante Spiritu” – Enciclica – Papa Pio XII – 1943

Cap. II Traduzione e Interpretazione dei Libri Sacri

Se il Concilio di Trento volle che la Volgata fosse quella versione latina, di cui tutti dovessero valersi come autentica, anzitutto ciò riguarda solo, come tutti sanno, la Chiesa latina e l’uso che in essa si ha da fare della Scrittura, e del resto non vi è dubbio che non diminuisce punto l’autorità e il valore dei testi originali.

Alla luce di questi estratti della Tradizione della Chiesa, sintetizziamo quanto segue.

Il testo latino della Vulgata o Nuova Vulgata è ritenuta la traduzione più attinente ai testi originali, quindi è da ritenersi “Parola di Dio”. Le traduzioni in altre lingue NON POSSONO PRESCINDERE DALLA VULGATA. Diversamente, se da essa si discostano, non vanno considerate come ispirate, e in conclusione non sono da ritenersi Parola di Dio.

Bene, torniamo alla lettrice Martina, che ringrazio con affetto per essere stata fonte di tanta interessante disquisizione, e alla sua lapidaria domanda.

***La traduzione CEI 2008 è da considerarsi Parola di Dio?***

[…Nelle indagini gli indizi sono come i pezzi del Domino. Non posso essere esente dal seguire il filo logico di questa dissertazione e porterò il mio azzardo fino in fondo. Che sia verità o provocazione, lascerò ai lettori il beneficio di una sana e legittima opinione verso la mia persona…]*

Il sottoscritto INVESTIGATORE BIBLICO,

alla luce dell’insegnamento e della Tradizione della Chiesa, consapevole delle responsabilità e delle conseguenze spirituali previste in caso di dichiarazioni mendaci

DICHIARA in riferimento alla Traduzione CEI 2008 delle Sacre Scritture

che gli estratti di testo che si DISCOSTANO in modo sostanziale dal significato dei testi originali, e dalla Vulgata, NON SONO da ritenersi Parola di Dio.

DICHIARA inoltre sempre in riferimento alla Traduzione CEI 2008 delle Sacre Scritture

che gli estratti di testo che si ATTENGONO al significato dei testi originali e della Vulgata, SONO da ritenersi Parola di Dio.

Ecco il vero dilemma: come capire se una traduzione è attinente ai testi originali e alla Vulgata e quale traduzione invece da cestinare?

Per non sbagliare, cominciare con l’acquisto immediato di una edizione della Bibbia di Gerusalemme del 1974.

Tale versione tradotta ha mantenuto fedelmente i canoni dei testi originale e della Vulgata.

Per completare la ricerca, poi, invito a continuare a leggere il mio umile blog per scoprire insieme tutti gli strafalcioni della CEI 2008.

Non resta che chiudere il sipario con questo passo dell’Apocalisse, per meditare l’argomento trattato:

Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro” (Apocalisse 22,18-19).

[…Ho spento la pipa. Stanotte mi coricherò stanco ma con la gioia nel cuore. Quella domanda lapidaria di Martina era patema e tremore. Ora, al contrario, è come elio che fa andare il palloncino verso l’alto. E’ proprio vero. Tutti gli investigatori hanno sempre degli informatori. E io ne ho trovata una…]*

Investigatore Biblico

*Retropensiero dell’autore. Vuoi un chiarimento sul contenuto? Vai qui:
https://investigatorebiblico.wordpress.com/cose-il-retropensiero-di-investigatore-biblico/