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Il principe di Sansevero sul legame tra Pachamama, Nodi e Massoneria: il culto di Bergoglio, alias “papa Francesco”

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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La negazione è un notissimo meccanismo di difesa psicologica - primitiva e pericolosa - che implica il rifiuto di accettare la realtà, bloccando così la consapevolezza degli eventi esterni.

Se una situazione è troppo difficile da gestire, il soggetto può rifiutarsi di percepirla, o negare che esista, per evitare di affrontare sentimenti dolorosi o aree della loro vita che non desiderano ammettere.

Esempio classico, il marito che si rifiuta di riconoscere i segni evidenti dell’infedeltà della moglie, perché quella “è sua moglie, è santa, è fedele e mai lo tradirebbe”.

Qualcosa di molto simile sta avvenendo per la figura del presunto “papa Francesco” che la stragrande maggioranza dei cattolici si ostina ancora, dopo otto anni di pazzesche inversioni, blasfemie e assurdità, a riconoscere non solo come legittimo papa, ma anche come “cattolico”.

Ora, un grosso blocco emotivo impedisce di comprendere la pur elementare questione canonica: come vi abbiamo ripetuto e dimostrato fino alla nausea, il Santo Padre Benedetto XVI non ha mai abdicato, ma costretto dai suoi nemici a togliersi di mezzo, senza che i cardinali (fedeli e infedeli) se ne accorgessero, si è autoesiliato in sede impedita (canone 412), restando così il vero papa “emerito”, cioè l’unico che “merita” di essere papa. Non avendo abdicato, il conclave del 2013 era illegittimo: è stata una riunione fra cardinali, uno dei "loro rituali”, come ha scritto lo stesso Benedetto in “Ultime conversazioni” (2016), ma non ha eletto alcun vero papa.

Quindi, siccome in molti hanno difficoltà a comprendere che Bergoglio non è formalmente pontefice, anche di fronte ai suoi pronunciamenti e gesti più platealmente anticattolici, chiudono alla comprensione razionale e accettano qualsiasi cosa al grido di: “Sì, sì, va bene, ma comunque lui è il papa”. 

C’è da fare una chiosa: non perché si è antipapi si è per forza anticattolici. Vi furono persino due antipapi santi, Ippolito e Felice II. Ma certamente, dal punto di vista della fede, per via del dogma dell’infallibilità papale, un papa anticattolico non può esistere e, nel caso, non può che essere un antipapa. Ci siamo?

Ora – e veniamo a bomba – si è finalmente colmato un tassello che ci consente di capire quale sia il legame tra il culto andino della Pachamama, la Massoneria e la magia di "Maria che scioglie i nodi".

Come sapete, l’intronizzazione in San Pietro dell’idolo pagano Pachamama, la Madre Terra, è stato uno degli atti più anticattolici dello pseudo-pontificato di Bergoglio. La Pachamama, alla quale si offrono sacrifici animali e, una volta, probabilmente, umani, costituisce simbolicamente la perfetta inversione della figura della Madonna, tanto che alcuni sacerdoti sostengono che essa sia simbolicamente “incinta dell’Anticristo”. QUI. La Massoneria, d’altro lato, come leggerete QUI, costituisce la perfetta “antimateria” rispetto al Cattolicesimo e dovrebbe incuriosire ciò che scrivono Luca Canapini e Costantino Manes in “La ‘feroce libertà’: il Sudamerica tra Massoneria e Cattolicesimo: «Si pensi alla figura dell’attuale pontefice Francesco, argentino e gesuita, da sempre apertamente e ostentatamente progressista in evidente ANTITESI alle ragioni conservatrici e dogmatiche del Cattolicesimo, e che propone una lettura degli ideali cristiani orientata AI PRINCIPI DEL RELATIVISMO, al SUPERAMENTO DELLA DOTTRINA DEL PECCATO e del pieno accoglimento di tutte le divergenze religiose e sociali. È così che la Chiesa di Bergoglio ambisce a divenire una interlocutrice privilegiata della contemporaneità, FACENDO PROPRIA UNA PARTE SIGNIFICATIVA DELLA DOTTRINA MASSONICA».

Vi è poi il culto della pseudo-Maria che scioglie i nodi, alla quale abbiamo dedicato un focus QUI. Una pseudo-devozione ispirata non a un episodio evangelico, ma a un oscuro ex voto settecentesco, fatto dipingere dal proto-massone Hyeronimus Langenmantel, conservato in una chiesa gesuitica tedesca che Bergoglio – il quale certo non brilla per “marianità” – ha propagandato in tutto il mondo con insistenza ossessiva e sospetta. Come avevamo individuato, le aderenze fra il rito magico dei Nove Nodi e la Novena dedicata a Maria che scioglie i nodi sono patenti e inquietanti. Attenzione: non esprimiamo giudizi di merito sulle religioni andine, sulla Massoneria, sulla magia o l’esoterismo, ma dobbiamo evidenziare l’irrisolvibile inconciliabilità tra queste e il Cattolicesimo, il che configura una truffa a danno di un mld e 285 mln di persone.

Ma cosa unisce la Massoneria europea, le religioni precolombiane e la magia? Ce lo spiega il famoso principe massone napoletano Raimondo Sangro di Sansevero (1710-1771) nella sua opera intitolata “Lettera Apologetica”. Il Sansevero, allievo dei Gesuiti nel periodo in cui, come scrive la Gran Loggia d’Italia “la Compagnia di Gesù elaborava sintesi ardite fra sapientia antiqua e «Religione rivelata»”, fu il primo gran maestro di una loggia massonica italiana, fu anche mago, esoterista, alchimista, occultista: una figura ammantata di genio e, certamente, di vapori sulfurei che in quel suo libro del 1750 trattava del linguaggio segreto e misterico dei “QUIPU'”, il sistema di notazione basato su NODI in uso presso gli INCA, nel Perù precolombiano.

“Il Sansevero sottolineava il carattere elitario del sapere nella società incaica attraverso una singolare interpretazione di quel mondo assai vicina alla realtà del Mezzogiorno […] Egli parlava infatti dell’esistenza in Perù del “patrizio feudatario”, della “cavalleria”, ma soprattutto dei “sacerdoti filosofi”, amauti (maestri di conoscenza n.d.r.), detentori degli arcani segreti dei quipù visti nei termini di una prefigurazione storica e presentati come una sorta di MASSONERIA INCAICA con  a capo Mancho Capac, il primo degli Inca. Al centro della loro filosofia stava il PACHACAMAC, il dio creatore dell’universo in cui era compendiata l’immagine panteistica del cosmo”. Ora, Pachacamac è nient’altro che il marito di PACHAMAMA, la dea della terra.

L’umorismo sottile, potremmo dire “divino” in ottica di fede, dell’intera vicenda è che il passo citato è tratto dal volume “I profeti dell’Illuminismo” dello storico Vincenzo Ferrone, oppositore di papa Benedetto XVI, tanto da avergli dedicato il libro “Lo strano illuminismo di Ratzinger”, pubblicato pochi giorni prima delle sue presunte “dimissioni”. Dobbiamo al prof. Martino Mora la scoperta di questa vera “chicca”. Ancor più divertente il fatto che, censore finale del Sansevero fu il papa BENEDETTO XIV, un grande pontefice, coltissimo, illuminato, promotore della scienza il quale però, nel 1751, rinnovò la condanna nei confronti della massoneria con la bolla Providas romanorum pontificum. Insomma, sembrava dire il papa Lambertini (noto per il linguaggio schietto): un conto la scienza sacra, la ricerca e la filosofia, e un altro conto è andarsene per prati seguendo l’occultismo esoterico e demoniaco.

Ecco dunque che la famiglia Pachamama fa da catalizzatrice per una nuova, pasticciata religione pseudo-ecologista, panteista, sincretista, massonica, esoterica, fintamente bonaria, ma distruttiva, che trae ispirazione da una società come quella incaica, la quale era governata col pugno di ferro da un unico uomo, (un dio-Uno, come quello di cui parla il Gran Maestro massone Giuliano Di Bernardo QUI), cui erano gerarchicamente sottoposti una classe di cavalieri massoni e di sacerdoti-maghi, ovvero una elite di presunti illuminati. A questo punto, solo un cieco non coglie la sovrapponibilità di questa pseudo-religione con gli obiettivi più impudicamente dichiarati dal mondialismo globalista massonico-sinistrorso, riassumibili con quell’espressione che fa tanto “gomblotto” e che pure è stata usata dallo stesso Bergoglio nella sua intervista a La Stampa del 13 marzo 2021: “Non bisogna sprecare la crisi, ma impiegarla per un NUOVO ORDINE MONDIALE”.

Attenzione però: quella prefigurata in questo minestrone ideologico-esoterico è una società autoritaria e ferocemente ipercontrollata, con un uomo annichilito nella sua forza vitale, senza identità, tradizione, cultura, lingua, sessualità, autonomia economica, governato da una casta di persone potentissime, depositarie di un potere assoluto e persino di uno pseudo-sapere misterico.

Tale processo è già in atto: sull’ipercontrollo non vale neanche la pena di parlare, ma solo in questo contesto si riescono a cogliere le follie sulla famiglia, sull’immigrazione, la distruzione del ceto medio produttivo, la propaganda gender, l’europeismo truffaldino, gli amoreggiamenti con la Cina, il disarmo della popolazione, il reddito-obolo di cittadinanza, l’abolizione del contante, la digitalizzazione massiccia e l’aggressione alla proprietà privata esplicitata dallo stesso Mons. Bergoglio testimonial e sponsor - insieme ai Rockfeller - del cosiddetto “Capitalismo inclusivo”, che “includerà” verosimilmente i vostri beni.

Schermato dalle sue ipnotiche, demagogiche mistificazioni buoniste-pauperiste, l’antipapa Francesco sta dunque modificando geneticamente il Cattolicesimo esattamente per condurlo ad essere il contenitore di questa nuova religione mondiale. Come uno gnomo sabotatore nella cassa del Big Ben, il “vescovo vestito di bianco” sta sregolando alcuni ingranaggi del meccanismo, in modo che fra qualche tempo, il grande orologio logico del Cattolicesimo segni l’ora opposta rispetto a quella esatta. Lo fa in modo impercettibile per la gran massa dei cattolici, i quali, ormai dottrinalmente devastati da 60 anni di zuccherose melensaggini postconciliari, potrebbero accettare senza batter ciglio anche un’Eucaristia consacrata con la Coca Cola e la pizza Margherita.

In ausilio delle vittime del processo psicologico di negazione, potremmo ricordare come Bergoglio abbia già cambiato il Catechismo (art. 2267), portandolo in contraddizione con la tradizione precedente, come porti al collo un simbolo dei Rosacroce, QUI come abbia inserito nel nuovo messale la RUGIADA, che è il NETTARE DEI ROSACROCE (QUIe come abbia rovesciato il senso del Padre Nostro, cambiando la frase “Non ci indurre in tentazione”, filologicamente e teologicamente correttissima (Dio mette alla prova), con l’abusiva “non ci abbandonare alla tentazione”, espressione che presuppone il fatto che Dio, proprio come il Grande Architetto dell’Universo massonico - il quale si disinteressa delle sue creature - possa abbandonare gli uomini a se stessi.

Tuttavia, resta ancora da definire una ricomposizione precisa della religione di Bergoglio. Lanciamo un appello a tutti gli studiosi del settore (scrivete a [email protected]) affinché possano aiutarci (anche in forma confidenziale) a scoprire a quali tradizioni attinga lo pseudo-papa e come si potrebbe configurare questo suo nuovo credo.

Sempre se abbia una coerenza interna.

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