Diocesi di Amiens

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Diocesi di Amiens
Dioecesis Ambianensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Reims
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoGérard Le Stang
Presbiteri75, di cui 66 secolari e 9 regolari
6.634 battezzati per presbitero
Religiosi21 uomini, 120 donne
Diaconi18 permanenti
 
Abitanti569.662
Battezzati497.600 (87,4% del totale)
StatoFrancia
Superficie6.277 km²
Parrocchie49 (14 vicariati)
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleNotre-Dame
Indirizzo84 rue Saint-Fuscien, B.P. 43008, 80030 Amiens CEDEX 1, France
Sito webwww.amiens.catholique.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
L'antico palazzo episcopale di Amiens, che fu sede dei vescovi fino al 1905.
Vetrate della cattedrale.
I tre portali della facciata principale della cattedrale, costruiti tra il 1220 e il 1230.
La basilica minore Notre-Dame de Brebières ad Albert.
La chiesa abbaziale di Corbie.
La chiesa abbaziale di Saint-Riquier.

La diocesi di Amiens (in latino Dioecesis Ambianensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Reims. Nel 2020 contava 497.600 battezzati su 569.662 abitanti. È retta dal vescovo Gérard Le Stang.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende il dipartimento francese della Somme.

Sede vescovile è la città di Amiens, dove si trova la cattedrale Notre-Dame; con i suoi oltre 7.000 m² di superficie, è la più vasta delle cattedrali francesi. In diocesi si trova anche la basilica minore di Notre-Dame de Brebières a Albert.

Il territorio si estende su 6.277 km² ed è suddiviso in 49 parrocchie, raggruppate in 14 settori apostolici (secteurs apostoliques).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi di Amiens è stata eretta verso la fine del III secolo. San Firmino, conosciuto tradizionalmente come il fondatore e primo vescovo della diocesi, non è che l'ultimo di una serie di missionari venuti ad evangelizzare il nord della Gallia nel corso del secolo; tra questi si ricordano i santi Quintino, Genziano, Vittorico e Fusciano. Contestualmente alla pace costantiniana risale la costruzione della prima cattedrale edificata sulla tomba di san Firmino ad Abladene, collina dove oggi si trova il quartiere Saint-Acheul di Amiens.

L'opinione più accreditata e l'unica sostenibile è che san Firmino abbia subito il martirio all'epoca delle persecuzioni di Massimiano e di Diocleziano, tra la fine del III secolo e l'inizio del IV.[1] Primo vescovo storicamente documentato è Eulogio, la cui firma si trova nel documento redatto nel 346 con il quale, nello pseudo-concilio di Colonia, un gruppo di vescovi fece sua la decisione del concilio di Sardica a favore di sant'Atanasio di Alessandria.

Samarobriva Ambianorum era la capitale e il centro amministrativo del popolo celtico degli Ambiani nella provincia romana della Gallia Belgica seconda, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[2] Dal punto di vista religioso, come di quello civile, Amiens dipendeva dalla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Reims, sede metropolitana provinciale.

L'evangelizzazione delle campagne inizia solo dopo le invasioni barbariche, verso il VII secolo, ad opera di missionari eremiti, per lo più provenienti dalla Britannia, che sono all'origine delle grandi abbazie della diocesi: Saint-Valéry, Saint Riquier, Forest-Montiers e Corbie.

Nel XII e XIII secolo fanno l'apparizione in Piccardia nuove istituzioni religiose, come i canonici regolari, i premostratensi e i cistercensi, che fondarono nuovi ed importanti monasteri, come quelli di Valloires (1137), di Gard (1139) e quello femminile di Berteaucourt (1095).

Nel XIII secolo fu dato inizio alla costruzione dell'odierna cattedrale gotica.

Nel periodo della controriforma Amiens conosce l'arrivo dei Gesuiti, che nel 1604 aprono un collegio in città; nel 1624 è fondato dal vescovo François Lefèvre de Caumartin il seminario diocesano.

Tra i vescovi che si distinsero nella lotta contro il giansenismo e che si applicarono nel far osservare la bolla Unigenitus Dei Filius ci furono Pierre de Sabatier († 1733) ed il suo successore Orléans de La Motte († 1774).

All'insorgere della rivoluzione, la diocesi comprendeva i territori storici dell'Amiénois, del Corbiois, del Ponthieu e del Vimeu, per un totale di oltre 750 parrocchie, raggruppate in 2 arcidiaconati, Amiens e Ponthieu, e 26 decanati.[1]

Durante la rivoluzione francese, il vescovo Louis-Charles de Machault è costretto a fuggire in esilio a Tournai. Solo il concordato del 1801 ristabilisce la pace nella diocesi. Il 29 novembre 1801, in forza della bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII, il territorio della diocesi venne fatto coincidere con i dipartimenti della Somme e dell'Oise, incorporando quello della soppressa diocesi di Beauvais. Contestualmente fu resa suffraganea di Parigi.

Nel 1822 fu ristabilita la diocesi di Beauvais, e Amiens ritornò nella provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Reims. In seguito a queste modifiche territoriali, rispetto all'antica diocesi, Amiens cedette alcune parrocchie meridionali alla diocesi di Beauvais; settori settentrionali furono interscambiati con la diocesi di Arras, ma soprattutto acquisì oltre 130 parrocchie dall'antica diocesi di Noyon ad est.[3]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. I più antichi cataloghi episcopali di Amiens, che si arrestano a Thibault d'Heilly († 1204), sono conservati nella raccolta di Robert de Torigni[4] e in due martirologi dell'abbazia di Corbie, questi ultimi utilizzati dagli autori di Gallia christiana. Secondo Louis Duchesne, questi cataloghi sono affidabili solo a partire dal IX secolo; i nomi precedenti invece non sono tutti garantiti dalla storia, mancano nomi di vescovi certi, alcuni di essi sono mal disposti cronologicamente. Inoltre le liste episcopali iniziano con cinque nomi di persone venerate come santi all'epoca della stesura dei cataloghi, ossia nel XII secolo.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 569.662 persone contava 497.600 battezzati, corrispondenti all'87,4% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1955 415.000 464.150 89,4 493 432 61 841 49 900 669
1970 470.000 512.113 91,8 387 324 63 1.214 72 524 835
1980 501.000 553.101 90,6 285 253 32 1.757 1 56 442 836
1990 492.000 548.000 89,8 209 178 31 2.354 2 53 351 98
1999 482.000 547.825 88,0 146 130 16 3.301 6 57 260 54
2000 489.000 556.100 87,9 142 129 13 3.443 7 50 253 51
2001 489.000 556.100 87,9 30 18 12 16.300 7 48 232 52
2002 489.000 556.100 87,9 128 115 13 3.820 6 43 238 54
2003 489.000 556.100 87,9 118 107 11 4.144 8 41 232 49
2004 489.000 556.100 87,9 117 106 11 4.179 9 40 211 49
2006 491.000 558.000 88,0 107 100 7 4.588 11 36 201 49
2012 503.200 586.200 85,8 88 80 8 5.718 16 26 171 49
2015 498.000 571.154 87,2 75 67 8 6.640 16 26 149 49
2018 509.500 583.641 87,3 69 62 7 7.384 17 21 115 49
2020 497.600 569.662 87,4 75 66 9 6.634 18 21 120 49

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Godet, DHGE, col. 1264.
  2. ^ Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 16 ottobre 2013 in Internet Archive., I, p. 556.
  3. ^ Godet, DHGE, col. 1265.
  4. ^ Monumenta Germaniae Historica, Scriptores Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive., XIII, p. 752.
  5. ^ a b c d e f g h Vescovo riportato dagli antichi cataloghi episcopali e citato da Gallia christiana, ma ignorato da Duchesne.
  6. ^ a b Vescovo assente negli antichi cataloghi episcopali.
  7. ^ Vescovo di Ostia.
  8. ^ Chiamato Ramboldus negli antichi cataloghi episcopali.
  9. ^ Secondo Gallia christiana, questo Teobaldo potrebbe essere lo stesso Tetbaldo deposto ed espulso nel 949.
  10. ^ Gli antichi cataloghi episcopali conoscono un solo vescovo di nome Fulcus.
  11. ^ Nominato dal re francese il 18 maggio 1687, è confermato dalla Santa Sede solo nel 1692.
  12. ^ Contestualmente nominato arcivescovo titolare di Sardi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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