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Messe con fedeli in “trance”: arriva lo stop del vescovo

Monsignor Borghetti: servono maggiori approfondimenti

Paolo Isaia
1 minuto di lettura

Diano Castello - Il caso delle benedizioni celebrate nella parrocchia di San Nicola da Bari, a Diano Castello, nel corso delle quali, al momento dell’imposizione delle mani sul capo, decine di fedeli sarebbero caduti in una sorta di trance spirituale, cadendo a terra privi di sensi, ha destato grande sconcerto nella diocesi di Albenga e Imperia. E ieri il vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti ha deciso di sospendere quelle che sono state definite (ma dalla diocesi si sottolinea «in maniera impropria») come “messe di guarigione” o “messe di liberazione” di Diano Castello.

Un provvedimento, quello adottato da Borghetti, «nell’attesa di valutare l’opportunità di emanare disposizioni più precise in merito a questo tipo di celebrazioni o incontri di preghiera. Disposizione che ha trovato piena accoglienza dai sacerdoti interessati», viene rimarcato.

Il caso è scoppiato domenica scorsa, quando alcuni fedeli hanno perso conoscenza appena il sacerdote ha imposto loro le mani sul capo per la benedizione. Il tutto davanti a decine di persone. Si è scoperto subito che non si è trattato di un episodio isolato, ma che già in altri incontri dello stesso genere erano svenuti altri fedeli che si erano sottoposti al rito dell’imposizione delle mani sul capo. E infatti, la chiesa di San Nicola, in occasione delle ultime funzioni celebrate da don Silvano De Matteis, si è riempita di persone. Tra cui, ovviamente, molti curiosi attirati dalla notizia di quello strano fenomeno.

Lo stesso don Silvano, nei giorni scorsi, si è premurato di spiegare che quanto accaduto nel corso della liturgia, e che ricade sotto il nome di incontro di preghiera di “Liberazione e Guarigione” e viene praticata da tempo con crescente successo a Diano Castello dallo stesso parroco, talvolta affiancato da altri sacerdoti, non è un “esorcismo” o qualche pratica esoterica. Riconducendo tutto a «una forte emozione provata in un momento molto intenso di comunione con lo Spirito Santo». Ma per il vescovo coadiutore Borghetti quanto successo finora, e il clamore che ne è derivato, è sufficiente per dire basta. Almeno per ora, e almeno fino a quando non verrà fatta maggior chiarezza. Sempre che sia possibile.

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