Dittico

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Il dittico (dal greco δίπτυχον, Dis-, "due" + ptychē, "piega") era una tavoletta formata di due assicelle riunite a libro da un lato, con una cerniera o un legaccio di cuoio.

Storia e tipologie[modifica | modifica wikitesto]

I primi dittici, cosiddetti tali, erano usati dai Romani per scrivervi appunti, con lo stilo, sulle due facce interne in legno semplice spalmate di cera come in un taccuino. Ve ne erano di vario tipo, anche piccolissimi che stavano nel pugno (pugillares).

Il dittico consolare, per lo più in avorio od osso, era un oggetto di lusso, costituito da due tavole artisticamente decorate con iscrizioni, decorazioni e immagini, che viene usato dal III secolo per celebrare le elezioni dei consoli i quali usavano regalarne agli amici in occasione della nomina.

Dal medioevo in poi il termine dittico è invece attribuito a dipinti su tavola costituiti da due parti unite con una cerniera, che in genere potevano aprirsi e chiudersi oppure essere fissi, completati da cornici. Analogamente, se l'opera aveva tre pannelli dipinti si parla di trittico, altrimenti, in generale, si parla di polittico.

Esempi di dittico[modifica | modifica wikitesto]

Dittici romani[modifica | modifica wikitesto]

Tra i dittici consolari romani sono da ricordare:

Dittici dipinti[modifica | modifica wikitesto]

Nel cristianesimo[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Cristini: Eburnei nuntii: i dittici consolari e la diplomazia imperiale del VI secolo, in Historia: Zeitschrift für Alte Geschichte, 68 (2019), pp. 489-520.
  • Wolfgang Kermer: Studien zum Diptychon in der sakralen Malerei: von den Anfängen bis zur Mitte des sechzehnten Jahrhunderts: mit einem Katalog. Düsseldorf: Dr. Stehle, 1967 (Phil. Diss. Tübingen 1966)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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