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"VI SUPPLICO: CONVERTITEVI!" (REGINA DELLA PACE-MEDJUGORJE)

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: Dovremo bagnarci i piedi nel mar Rosso per salvarci

Caro Padre Livio,

la seguo sempre e rifletto molto sui segreti, sul tempo del loro svolgimento e su cosa potrebbe davvero rappresentare, per ciascuno di noi, questo tempo di travaglio e purificazione.

Inizialmente ero piuttosto ingannato, credo, pensando che sarebbe stato sufficiente essere fedele ai sacramenti e, seguendo le indicazioni della Regina della Pace, sarei potuto passare indenne e sostanzialmente senza scalfitture attraverso questi eventi.

Ma sto maturando l’idea che questi eventi siano stati pensati da Dio proprio per scalfire la corazza impermeabile costruita da consumismo e modernismo in tanti decenni di immersione in questo liquido amniotico venefico che ha generato l’uomo “moderno”.

Quindi sto riconsiderando un po’ tutto e mi sto convincendo che tutti dovremo lasciare qualcosa sul campo di battaglia di questo tempo voluto da Dio, indipendentemente dal nostro stato.

Mi è rimasto in mente un Midrash ebraico ascoltato molti anni fa, che racconta del Mar Rosso e degli ebrei arrivati sulla sua riva con gli egiziani al loro inseguimento. Il Midrash racconta che il Mar rosso si aprì, ma solo dopo che gli ebrei si bagnarono i piedi…

In sostanza credo che anche a noi, a tutti noi, sarà chiesto di bagnarci i piedi in questi tempi di Maria che ci portano in quel golfo di luce che la Madonna ci ha annunciato.

Grazie caro Padre Livio per la sua opera incessante.

Con tanto affetto

Guido


Caro Guido,

molto presto il mondo intero si troverà nella morsa della “guerra distruttrice” (Suor Lucia) che metterà a rischio le vite e il pianeta.

In quel momento la tentazione sarà quella di cedere al nichilismo, cioè alla potenza cieca dell’odio e della morte. Satana farà sentire il suo sibilo perché ci arrediamo e ci facciamo trascinare con Lui nell’abisso senza speranza.

Per questo è necessaria la presenza degli “Apostoli di Maria” perché indichino in Lei l’ancora della salvezza e tendano e mani a quelli che sono nelle tenebre ma “cercano il nostro Dio”.

La gente vive il presente come un sogno irreale, come se non fosse possibile una catastrofe globale da noi stessi procurata e che, sull’orlo del precipizio, si fermerà la corsa forsennata.

Il risveglio avverrà quando sarà troppo tardi, perché né il primo né il secondo né il terzo segreto apriranno gli occhi accecati e quando verranno aperti i sette sigilli sarà troppo tardi.

Non vi è dubbio che si salverà un resto, ma questo alla Madonna non basta per “il trionfo” del suo Cuore Immacolato.

Di qui l’importanza della nostra risposta generosa, non limitandosi a bagnare i piedi, “ma anche le mani e il capo! perché le anime si salvino.

Ave Maria

Padre Livio

MEDJUGORJE: I TRE GIORNI DELLA SALVEZZA

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CI SCRIVONO

Trovo geniale il format del nuovo libro

Carissimo Padre Livio, trovo geniale la struttura del nuovo libro, dove le riflessioni che si succedono formano un mosaico coinvolgente. Ottima l’idea di incastonare qua e là pezzi pregiati della profezia cristiana che illuminano la strada. Lei sta usando la fionda di Davide contro la supponenza di moderni Golia.

Complimenti caro Padre

Maurizio

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UNO SGUARDO DI FEDE SULL’ATTUALITA’

Pensiero spirituale sulla fede tiepida che non regge alla prova

Cari amici, senza una fede forte non riusciremo a reggere nel tempo della prova. La Madonna ha fatto molte volte l’esortazione ad essere saldi e forti nella fede, perché nel tempo dei Segreti sarà soprattutto la fede ad essere messa alla prova.

Sarà messa alla prova l’adesione alla fede cattolica perché ci sarà quella persecuzione alla Chiesa che vedrà oppressi i cattolici fermi nella fede che non apostatano. Se la fede è debole e incerta, pur di salvare la vita – come hanno fatto nella Storia tanti cristiani che sono diventati musulmani – compiono il peccato dell’apostasia. Al tempo delle persecuzioni dei romani, tanti cristiani hanno sacrificato l’incenso alla statua dell’imperatore e per essere riammessi alla Chiesa hanno dovuto fare una lunga penitenza. Il peccato di apostasia è considerato il peccato più grave, già nell’antichità era al primo posto, seguito dall’omicidio e l’aborto per poi passare all’adulterio. Per essere perdonati ci voleva un cammino penitenziale lungo.

Una fede tiepida non regge perché la potenza di seduzione del demonio è molto forte. Abbiamo degli esempi chiarissimi nella Storia della Chiesa e negli stessi Apostoli di Cristo, che hanno condiviso con Lui tre anni di vita. Essi hanno visto Gesù compiere miracoli, la Sua potenza contro i demoni, la sua Onnipotenza sulla natura, la sua eccelsa Santità e la sua Sapienza. Fino alla Passione la loro fede era ancora molto umana, sincera ma legata alle cose terrene, come vediamo nell’Ultima Cena, quando discutevano sul regno messianico dal punto di vista mondano.

Nella Passione vediamo che il diavolo mette alla prova. Gesù disse a Pietro che satana vuole vagliarli come con il grano. Questo avviene per permissione divina, affinché noi stessi possiamo vedere se siamo buon grano, zizzania o pula. C’è anche la speranza di satana di farci cadere durante la prova, come è successo con Pietro e soprattutto Giuda. Vediamo che nella Passione, questi amici di Gesù non hanno retto alla prova.

Pietro negava la possibilità di cadere in tentazione e, affermando che sarebbe stato fedele fino alla fine. Gesù intervenne dicendo che lo avrebbe rinnegato tre volte prima del canto di un gallo. L’Apostolo Pietro era quello più intrepido nella fede, come a Cafarnao quando Gesù nella Sinagoga preannunciò l’Eucarestia. A quelle parole, alcuni Apostoli iniziarono a mormorare e Gesù chiese loro se volessero andare via, ma Pietro rispose: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Il primo Apostolo aveva una fede sincera ma non era molto radicata, non era temprata, non era passata attraverso la persecuzione, perciò, quando è arrivato il momento della prova ha vacillato.

Molte volte siamo presuntuosi, crediamo di essere forti, di essere inattaccabili. La verità è che siamo deboli, perché la forza viene da Dio ed è il dono soprannaturale della fortezza, uno dei doni dello Spirito Santo. Essendo il tempo dei Segreti il tempo della prova della fede, della persecuzione della Chiesa, in cui le porte dell’inferno tenteranno di prevalere, dovremmo essere temprati in modo tale da non vacillare. Se si rinnega la fede, si perde l’anima. Chiediamo sempre al Signore il dono della fortezza, perché ci renda più forti e saldi nella fede.

Essendo questa la prospettiva che abbiamo davanti, non dobbiamo presumere di noi stessi. Molti cristiani hanno una fede molto debole, basta un soffio perché si spenga, appena arriva il nemico tremano, si nascondono o cedono. È proprio per questo che la Madonna è a Medjugorje da così tanto tempo: per fortificare la Chiesa e noi nella fede. «Non voglio costringere nessuno a fare ciò che non sente e non desidera da sé, sebbene io abbia avuto per la parrocchia messaggi particolari, con i quali volevo risvegliare la fede di ogni credente» (30 aprile 1984).

Vuole risvegliare le nostre anime, come se si trovassero in un sonno stanco della tiepidezza. La fede si fortifica attraverso la preghiera continua, come un fiore che ha bisogno di acqua. È la necessità prima perché il fiore della fede non appassisca, una preghiera con la quale ci mettiamo di fronte a Gesù, a Dio, con Maria nella preghiera perché entri in noi la grazia, la luce, la forza e l’amore di Dio.

Quando si sperimenta l’amore di Dio, difficilmente si vacilla e cade. La fede si fortifica anche nella prova, nel combattimento spirituale quotidiano. Quindi cercando di superare le tenebre, i dubbi, le tentazioni, le tiepidezze, perché Dio le permette proprio per questo, così che siamo fortificati e misuriamo le nostre debolezze. Restiamo nell’umiltà e chiediamo la grazia della fortezza, della resistenza e del coraggio.

La fede va nutrita anche con la meditazione della Parola di Dio, con le buone letture, l’esempio delle vite dei Santi, in modo tale da essere dei soldati e testimoni. Siccome è il tempo del combattimento spirituale, degli inganni di satana, delle sue seduzioni e delle sue tempeste, allora dobbiamo preparaci a questo per non soccombere.

L’incontro con la Madonna, con i suoi Messaggi rafforza molto la fede. Non basta andare a Messa e osservare i Comandamenti, ma bisogna seguire anche la Regina della pace e i suoi Messaggi. Le prove che verranno sono dell’Apocalisse, dei tempi del grande combattimento escatologico fra le potenze del Cielo e del male. Saremo in mezzo a questo combattimento e ci sarà chiesto un “” radicale e profondo, come quello della Madonna. Nella tiepidezza di una vita cristiana, riusciremo a dare quel radicale con il quale siamo disposti a sacrificare la vita ed essere fedeli a Cristo?

Sono tempi particolari quelli dei combattimenti spirituali, ma sono una costante nella Storia della Chiesa. Come hanno perseguitato Gesù, perseguiteranno anche noi. È una costante che Dio permette per fortificarci, per essere vittoriosi ed essere strumento di salvezza per le anime degli altri.

Da: “Lettura cristiana della cronaca e della storia”

☕️IL CAFFEINO QUOTIDIANO DI P. LIVIO☕️

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Universitari inginocchiati ad Allah.

L’alleanza tra Islam e ideologia woke

 15 Maggio 2024 ore 14:42 – di Roberto de Mattei- Corrispondenza Romana

Universitari americani inginocchiati ad Allah: il video del 1° maggio 2024 (diffuso da Al Jazeera, è simbolico e ha fatto il giro del mondo. Centinaia di studenti della University of California (UCLA), a Los Angeles, dopo aver pregato Allah hanno protestato contro il “regime sionista”, al grido di “Free, free Palestine!” e “La resistenza [di Hamas] è giusta!”.

La UCLA è una delle capofila di una vasta protesta pro-Hamas che vede coinvolti prestigiosi atenei degli Stati Uniti, come Harvard, Yale e Columbia.  Quali sono le ragioni di questo allineamento di una cospicua parte di studenti e di docenti delle università americane alle parole d’ordine dell’Islam radicale? Una prima risposta è possibile: l’interesse economico. Le principali università americane ricevono massicci finanziamenti da Fondi islamici, in particolare dal Qatar e dall’Arabia Saudita. Il Qatar ha il nono fondo sovrano più grande del mondo e l’Arabia il sesto. Con simili ricchezze non è difficile influenzare le università occidentali. Va sottolineato che quest’opera di condizionamento economico non si svolge in maniera sotterranea, ma legalmente, alla luce del sole, attraverso le facilitazioni fiscali offerte alle organizzazioni che godono dello status giuridico non profit identificato dalla legge Usa 501C3. E molte di queste organizzazioni sono legate direttamente o indirettamente all’Islam.

Secondo Alberto Simoni, su “La Stampa” del 4 maggio, un quarto dei fondi ricevuti dagli atenei americani. provengono da Qatar, Arabia Saudita ed Emirati. In un ampio articolo su “Il Foglio” del 12 maggio, Giulio Meotti documenta a sua volta l’esistenza di una guerra economica tra Qatar e Arabia Saudita non solo per la supremazia del mondo islamico, ma anche per conquistare ideologicamente l’Occidente. Uno dei campi di battaglia è il sistema universitario. Ciò spiegherebbe perché, dopo il 7 ottobre, i canti a sostegno di Hamas sono stati, come scrive, «la colonna sonora di tutte le proteste nei campus americani».

Dal 2001 al 2023, ricorda Meotti, il Qatar ha donato 4,7 miliardi di dollari alle università americane. Una delle più beneficate è stata la Georgetown University, un ateneo che ha un valore strategico non solo perché è la più antica università cattolica d’America, ma anche per la vicinanza alla capitale e la produzione di politici, e diplomatici, attraverso la sua rinomata School of Foreign Service. Tra il 2001 e il 2021, la Carnegie Mellon ha ricevuto dal Qatar 1,4 miliardi di dollari, Harvard 894 milioni, il Mit 859 milioni, la Texas A&M 500 milioni, Yale poco meno di 500 milioni e la Johns Hopkins 402 milioni.

Il denaro saudita, non meno ambiguo di quello del Qatar, fluisce verso tutti i tipi di scuole americane di élite come Harvard, Yale e Stanford; pubbliche come il Michigan e Berkeley, statali come la Eastern Washington University e la Ball State University. I sauditi hanno donato 270 milioni a 144 università americane in un anno. L’Università di Toledo ha ricevuto 23 milioni; la George Washington University, 19 milioni; il Massachusetts Institute of Technology, 16 milioni. A Yale, l’Arabia Saudita ha donato dieci milioni per un “Centro di studi della sharia”. 

In Italia, dove non sono possibili le donazioni private, ci pensano gli accordi pubblici, soprattutto con l’Iran. La Sapienza ha 54 accordi con gli ayatollah iraniani. L’Università di Trieste ha più accordi con l’Iran (cinque) che con gran parte degli altri paesi. L’Università di Torino ha sedici accordi con l’Iran, il doppio di quelli con Israele.

In America, come in Europa, i finanziamenti non sono a fondo perduto, ma legati alla creazione di centri di studi, corsi di laurea e master dedicati alla promozione della cultura islamica e all’assunzione di docenti favorevoli alla religione di Allah, che viene praticata in moschee costruite negli immediati dintorni delle università. La Georgetown University, lo scorso 18 marzo, ha ufficialmente aperto la Yarrow Mamout Masjid, la prima moschea in un campus universitario degli Stati Uniti.      

E tuttavia sarebbe sbagliato fare del problema una pura questione di petrodollari. Andrea Indini, su “Il Giornale” del 9 maggio 2024 osserva che le università americane più islamizzate sono anche quelle dove più radicata è l’ideologia woke e LGBTQ+. La UCLA, ad esempio, è una delle università più woke degli Stati Uniti.  Che significato ha, si chiede il giornalista, unire la bandiera palestinese ai vessilli Lgbt, quando è noto che in terra d’Islam non c’è spazio per la cultura femminista o pro-gay? In realtà la contraddizione è solo apparente e aiuta a comprendere la dimensione ideologica che sottende, come sempre, a quella economica del problema.

Il progetto islamico di conquista dell’Occidente ben si combina con il suicidio della cultura occidentale di cui è espressione l’ideologia woke. Paradigmatico è il caso della docente all’università di Berkeley, Judith Butler, un’attivista LGBTQ+ che ora difende la causa dei terroristi di Hamas sostenendo che l’attacco del 7 ottobre è un atto di “resistenza armata”.  Dopo essere stata una delle fondatrici dell’ideologia del gender, Butler lo ha demolito, in nome di un individualismo assoluto (“Io sono il gender”). Islamismo e nichilismo woke sono accomunati dall’odio per l’impero americano e la civiltà “eurocentrica”. Ciò spiega come allo spazio un tempo occupato dalla sinistra giovanile si sostituisce oggi una presenza “anarco-islamica”, intellettualmente alimentata dal relativismo culturale ed economicamente sostenuta dai paesi islamici. Mohamed Abdou, un sociologo musulmano dell’Università americana del Cairo, ex-visiting professor alla Columbia, parla di un «anarchismo islamico de-coloniale» (Islam And Anarchism – Relationships And Resonances Pluto Press, 2022), che sfida filosoficamente e teologicamente l’Occidente. Dietro le accuse al colonialismo in Africa, alla conquista europea delle Americhe, alle responsabilità del capitalismo occidentale per il degrado ambientale, c’è in realtà il rifiuto per tutta la storia, la cultura e l’identità dell’Occidente.

Il linguaggio utilizzato dagli islamisti, come spiega Lorenzo Vidino, studioso della George Washington University (https://www.hudson.org/node/44718), è quello woke  dell’antirazzismo   e della teoria postcoloniale. Lo stesso Vidino, su “La Repubblica” dell’8 marzo, ci informa che dal 2013, l’Università degli Studi di Palermo ha un accordo di cooperazione scientifica con la “al Mustafa International University”, un’istituzione teologica dell’Islam sciita sanzionata dal governo degli Stati Uniti come longa manus della Forza Quds, il ramo dei Guardiani della Rivoluzione specializzato in intelligence e guerriglia (in sostanza, un tutt’uno di servizi segreti e forze speciali).Ogni giorno a Palermo si svolgono assemblee e laboratori contro gli accordi con Israele da parte di studenti pro-Hamas.Ma, allo stesso tempo, l’Università di Palermo è una delle più “inclusive” e aperte all’ideologia arcobaleno.

Non c’è bisogno di studi approfonditi per comprendere l’esistenza di una “vis destructiva”, che vorrebbe sopprimere tutto ciò che rimanda ai princìpi e alle istituzioni dell’Occidente cristiano. Per contrastare questa forza distruttiva la politica non è sufficiente. E’ necessario un cristianesimo militante che all’odio e al nichilismo contrapponga un profondo amore per la Civiltà cristiana, assumendo come programma le parole del Signore: «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore» (Gv 15, 9-11). L’amore di Gesù Cristo è inseparabile dall’osservanza dei suoi comandamenti e questi comandamenti, che costituiscono una filosofia e una pratica di vita, sono l’unico fondamento per la rinascita dell’Occidente nel XXI secolo.

Ghiaie di Bonate, 80 anni di grazie dalla Regina della Famiglia

Il 13 maggio 1944, a Ghiaie (Bergamo), la Madonna appare a una bambina di 7 anni, Adelaide Roncalli. È la prima di 13 apparizioni, ancora non riconosciute, con un messaggio centrale: la necessità di famiglie sante. Tra i miracoli anche danze del sole, come a Fatima. La Bussola intervista Lucia Amour, medico e mamma miracolata per intercessione di Maria

La Nuova Bussola 13_05_2024 – Riccardo Caniato

Un parto traumatico, un miracolo straordinario ottenuto per l’intercessione di Maria: un bimbo, Alessandro, nato morto che inizia a respirare, la sua mamma, Lucia, che ritorna alla vita quando l’emorragia le aveva prosciugato le forze. Da quel prodigio, avvenuto il 18 aprile 1985, la mamma decide che la sua esistenza sarà un atto di ringraziamento alla Madonna, e il suo grazie si incarnerà prima di tutto nella professione di medico, sempre a difesa della vita in cui lei ora più che mai riconosce il dono prezioso di Dio; ma anche in altre forme per lei allora inaspettate. Tutto ha inizio quando una suora la conduce alle Ghiaie di Bonate (provincia di Bergamo) dove la Vergine nel maggio 1944 si è presentata come Regina della Famiglia a una bimba, Adelaide Roncalli.

Lucia Amour, questo il nome completo della mamma, resta incantata da quella mariofania, divenendone, con 13 libri all’attivo, formidabile conoscitrice e testimone. La incontriamo a 80 anni dalla prima apparizione.

13 maggio 1944, la Madonna appare in un paese della bassa bergamasca…
Nel pomeriggio, verso le ore 18, quattro bambine stavano raccogliendo margherite per un altarino dedicato alla Madonna. Tra loro vi era Adelaide, di 7 anni, quinta di otto figli di una famiglia contadina. È solo lei a vedere nel cielo, a oriente, un puntino luminoso che avvicinandosi alla terra e ingrandendosi in tre cerchi di intensissima luce dorata delinea la presenza di «una Bella Signora con Gesù Bambino in braccio e alla sua sinistra san Giuseppe». La Signora indossa un abito bianco e un manto azzurro, ha la corona del rosario al braccio destro e due rose bianche sui piedi. La piccola rimane come pietrificata: «L’Adelaide l’è morta in piè!», dirà la sorellina Palmina alla mamma. La Bella Signora la tranquillizza, rivolgendosi a lei in dialetto bergamasco: «Scapa mia, che mé sò la Madòna» (Non scappare, sono la Madonna), poi le dona i primi insegnamenti: «Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera. Prega bene», invitandola a tornare in quel luogo alla stessa ora per altre nove sere. Le apparizioni alla fine saranno tredici.

Perché la Madonna ha scelto una bambina che neppure sapeva l’italiano?
La Madonna ha scelto spesso dei bambini, perché sono semplici e non potrebbero inventare i messaggi di alto valore teologico che Lei, apparendo, comunica. I bambini sono garanzia di veridicità; ma poi penso che Le piacciano tanto, per la loro freschezza. Adelaide, per esempio, si rivolgeva alla Vergine con un franco «Tè, Madòna…» (Ehi, ascolta, Madonna).

Qual è il cuore del messaggio delle Ghiaie?
Maria vuole insegnare la pazienza, la mitezza, la fedeltà, la fortezza e formare donne e uomini «buoni, obbedienti» alla Parola del Signore, «rispettosi verso il prossimo e sinceri», persone di preghiera. Donne e uomini così daranno corpo a famiglie «sante, tra le sue mani materne». La Vergine indica nella famiglia cristiana il nucleo generativo di nazioni e di società sante. Nella 10a apparizione confida: «Al mio cuore materno preme quella pace mondiale in cui tutti si amino come fratelli»; e aggiunge: «Solo così il Papa avrà meno da soffrire». Ora che tutti noi vediamo quanto il Papa soffra per le guerre possiamo comprendere meglio le parole della Bella Signora.

Questo 13 maggio cade anche il 117° anniversario della 1a apparizione di Fatima: c’è un nesso tra le due mariofanie?
Entrambe le apparizioni iniziano lo stesso giorno, in entrambe si verifica il prodigio della danza del sole davanti a folle oceaniche: a Fatima il 13 ottobre 1917, a Ghiaie ben sei volte nel maggio ’44. Entrambe portano messaggi di grande importanza. L’invito alla preghiera e a offrire ogni sofferenza per i peccatori è un aspetto comune; e mi colpisce che nell’ultima visione a Fatima si presenti nel cielo la Sacra Famiglia, proprio come nella prima a Ghiaie e addirittura con gli stessi abiti: quasi un ponte tra le due epifanie!

Suor Lucia di Fatima disse al futuro cardinale Carlo Caffarra che satana vuole distruggere la famiglia cristiana. Ci vedi una consonanza con i messaggi delle Ghiaie?
Se ogni società umana ha come nucleo fondante la famiglia, una società composta da famiglie sane non potrà che essere sana. È pertanto evidente che il maligno miri a distruggere la società nel suo insieme partendo dalla famiglia. Ma il messaggio delle Ghiaie si spinge oltre: per rifondare la famiglia e la società, la Vergine desidera formare in modo completo la persona umana. I già citati suggerimenti offerti ad Adelaide vanno in questa direzione, sono semplici ma decisivi. «Devi essere buona»: pensiamo a Madre Teresa di Calcutta, era certamente buona, quanto bene e amore e aiuto spirituale e concreto ha sparso nel mondo! «Ubbidiente»: se noi cristiani comprendessimo l’efficacia della Parola, l’essere ubbidienti a essa sarebbe il nostro primo impegno. «Sincera»: la falsità che regna nel mondo è causa di incomprensioni, dolori, rivalse e cattiverie a catena. «Rispettosa verso il prossimo»: da qui nasce l’accoglienza dell’altro.

L’autorità della Chiesa, a partire da Adriano Bernareggi, vescovo al tempo delle apparizioni, ha fatto resistenza all’evento, nonostante il sostegno di illustri personaggi come mons. Angelo Bramini e padre Agostino Gemelli. Come te lo spieghi?
Mons. Bernareggi, nel suo Diario di guerra, scrisse in data 21 maggio 1944: «Alle 18 ero al Patronato per la festa di san Giovanni Bosco […] ma la maggior parte della folla rimase fuori perché diceva di avere osservato fatti strani nel sole. Il mio segretario dice di aver osservato per lo spazio di 10 minuti circa il sole girare su se stesso, cangiando anche repentinamente di colore, giallo, rosso, bleu. Anche le persone e le cose si colorivano per il riverbero del sole in giallo, rosso, bleu…». Nonostante questi segni il vescovo un giorno si spinse a chiedere ad Adelaide di dire alla Madonna di non comparire più. Le folle accorse a Ghiaie crearono non pochi problemi di ordine pubblico in un tempo dilaniato dal conflitto. Il discernimento sui fatti di ordine sovrannaturale si spinge oltre la sfera razionale e comporta un grande senso di responsabilità: forse il vescovo rimase spaventato. Ma anche in seguito la Chiesa si è dimostrata restia ad accogliere la grazia di questo luogo… Perché questo? Non lo so. Adelaide diceva: «Si vede che il Signore ha voluto così». Ma il suo direttore spirituale, padre Bonaventura Raschi, aggiungeva: «Il fuoco cova sotto la cenere, l’incendio sarà grandioso!».

Alla fine Bernareggi, nel ’48, emise un decreto di Non constat
L’attuale vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, pur riaffermando la validità di quel decreto, ha precisato che il Non constat è un giudizio sospensivo, non definitivo sulla veridicità delle apparizioni. L’aspetto per me altamente positivo è che dalle mie fonti ho tratto certezza che tale giudizio si sia basato sulle negazioni che la bambina fu costretta a fare sotto forzatura, ma che mai nessuno abbia mai potuto rinvenire degli errori dottrinali nel messaggio consegnato ad Adelaide dalla Vergine. Perciò il caso potrebbe essere riaperto in qualsiasi momento.

Ci dici qualcosa delle grazie qui concesse?
Dal 1944 Maria ha tenuto fede alla promessa pronunciata nella 13a apparizione: «Voglio essere premurosa per tutti in questo luogo». Vi sono state grazie di guarigione fisica e spirituale, di ricomposizione delle famiglie, per donne con difficoltà ad avere figli. A molti è noto che la Madonna aveva promesso di salvaguardare Bergamo dal conflitto e di fatto la città fu inspiegabilmente esentata dal bombardamento già deciso dagli Alleati per il 14 agosto 1944, che avrebbe dovuto raderla al suolo.

Persone che frequentano Bonate mi hanno riferito di una grazia recente per l’attuale parroco, don Welman. Ne sei a conoscenza?
I giornali hanno scritto di un terribile incidente occorso al parroco durante il maxi-tamponamento di lunedì 5 febbraio sulla A22. Il sacerdote ne è uscito in condizioni gravissime. Così scriveva L’Eco di Bergamo il 7 febbraio: «Si trova ora ricoverato all’ospedale di Bologna in coma farmacologico, dopo l’intervento a cui è stato sottoposto martedì mattina per i traumi riportati nell’incidente». Il nostro carissimo don, molto amato dalla sua Comunità e da tutti noi che lo conosciamo, è uscito dall’ospedale dopo soli 16 giorni e poco dopo era già attivissimo, al punto che ha guidato la Luminata (processione con i lumini accesi in onore della Madonna delle Ghiaie, ndr) cantando e pregando! Il suo decorso clinico meriterebbe uno studio da parte di specialisti, ma noi che abbiamo supplicato la Regina della Famiglia per lui siamo in cuore certi che a Bonate si sia compiuto un nuovo grande miracolo.

🔴LIVE🔴”LA CONVERSIONE DELLA RUSSIA NON E’ MAI AVVENUTA”~ A cura di P.LIVIO🟢

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