Il più grande dei dolori.

Tanti e di diversi tipi sono i malanni ed i dolori che la razza umana ha meritato dopo la Caduta di Adamo ed Eva. E la morte del Benedetto Redentore non ha liberato l’uomo dal dolore: lo ha solamente aiutato a meglio sopportarlo. E stiamo solamente parlando dell’uomo che vive in Grazia di Dio: per gli altri nulla è cambiato.
Forse è impossibile fare una scaletta in cui indicare per diverso grado di sopportazione tutti i dolori.

È generalmente vero che più è grande il dolore fisico e minore è la sua durata, e questo perché stiamo parlando di quei dolori che sono scatenati da quelle malattie cui già il nome incute terrore, e questo tipo di malattie porta sempre alla morte.
Ma non esistono solo i dolori fisici tra quelli che ci sono stati regalati da Adamo ed Eva: esistono anche i dolori spirituali. E tra questi ne possiamo contare innumerevoli: dalla bocciatura ad un importante esame, al subire il tradimento tra coniugi. E se il primo generalmente è di breve durata, il secondo può durare per la vita intera.
Ed è questo che contraddistingue principalmente il dolore fisico dal dolore spirituale: la maggior durata del secondo.

Ma il dolore non è mai fine a se stesso, e come ci insegna la Vita del Benedetto Redentore, il dolore è l’arma più potente che Dio ci ha dato e per la salvezza della nostra anima e per la salvezza di altre anime.

E se il Dolore del Signore Crocifisso servì per aprire il Paradiso a tutte le anime di buona volontà del passato, del presente e di tutto il futuro, anche il nostro dolore non è mai inerte, ma vivo ed operante.

Il nostro merito, di accettare ed offrire il nostro dolore personale unito agli infiniti meriti del Signore Gesù Cristo, è come il buon chicco di grano che ha trovato il terreno propizio per produrre i suoi meriti: dove il venti per cento, dove il cinquanta, dove il cento per cento, e per la salvezza propria e per la salvezza dei fratelli.

E se il dolore ha questa capacità, allora più il dolore è profondo e più produce frutto. E, senza arrivare al dolore provato dalla Madre del Dolore, possiamo dire che, se è vero che il dolore spirituale è quello che spacca i cuori, allora è quello che è più accetto a Dio, perché a Dio l’uomo deve ogni sua primizia.

E primizia significa quello che ci costa di più a cui rinunciare, e la salute, fisica e spirituale, sono le cose più difficile a cui rinunciare, dunque le più meritevoli davanti agli occhi di Dio, infatti:
“Ma di tutti i dolori che guidano l’anima all’eterna salvezza questo è il più profondo: vedere soffrire colui che ami.” A Giuliana di Norwich.

E di tutti i dolori spirituali, che sono i più profondi, il maggiore è quello di veder soffrire i propri figli, perché è il dolore sofferto dalla Madre del Dolore.
Dio, infatti, non può che aver richiesto alla Santissima Vergine che il dolore più profondo tra tutti quelli esistenti, per farle meritare di divenire e la Madre del Redentore, e la Madre del Dolore.

E questo perché se ci fosse stato un altro dolore più profondo di quello di veder soffrire il proprio Figlio, allora sarebbe stato quel dolore che Dio avrebbe richiesto alla Corredentrice: dunque nell’umana natura non vi è dolore più profondo di quello di veder soffrire i propri figli.

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