lunedì 28 ottobre 2019

DIVAMPA L'INCENDIO: LA RIVOLUZIONE TRIBALISTA

Omnes dii gentium daemonia
(“Tutti gli dei delle genti sono demoni” (Sal. 95, 5)

A proposito del documento preparatorio per il Sinodo Panamazzonico
("Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un'ecologia integrale"),
riproduciamo un brano della
Parte III del libro Rivoluzione e Contro-Rivoluzione,
di Plinio Corrêa de Oliveira


[...] la strada verso questo stato di cose deve passare attraverso l’estinzione dei vecchi modelli di riflessione, di volizione e di sensibilità individuali, gradatamente sostituiti da forme di sensibilità, di pensiero e di deliberazione sempre più collettivi. Quindi la trasformazione deve avvenire soprattutto in questo campo.


In che modo? Nelle tribù la coesione fra i membri è assicurata soprattutto da un comune sentimento, da cui derivano abitudini comuni e un comune volere. In esse la ragione individuale rimane ridotta quasi a nulla, cioè ai primi e più elementari moti che il suo stato di atrofia le consente. “Pensiero selvaggio” (*), pensiero che non pensa e si volge soltanto al concreto. Questo è il prezzo della fusione collettivistica tribale. Lo stregone ha il compito di conservare questa vita psichica collettiva attraverso culti totemici carichi di “messaggi” confusi, ma “ricchi” di fuochi fatui o perfino anche delle folgorazioni provenienti dal misterioso mondo della metapsichica o della parapsicologia. Con l’acquisizione di queste “ricchezze” l’uomo compenserebbe l’atrofia della ragione.

Proprio della ragione, in altri tempi ipertrofizzata dal libero esame, dal cartesianesimo e così via, divinizzata dalla Rivoluzione francese, utilizzata fino al più aperto abuso in ogni scuola di pensiero comunista e ora, infine, atrofizzata e resa schiava del totemismo metapsichico e parapsicologico...

Omnes dii gentium daemonia” (“Tutti gli dei delle genti sono demoni” (Sal. 95, 5), dice la Scrittura. In questa prospettiva strutturalista, in cui la magia è presentata come una forma di conoscenza, fino a che punto è dato al cattolico d’intravedere le folgorazioni ingannevoli, il canto a un tempo sinistro e attraente, languido e delirante, ateo e feticisticamente credulo con cui, dal fondo degli abissi in cui giace eternamente, il principe delle tenebre attira gli uomini che hanno negato la Chiesa di Cristo?

È un problema del quale possono e devono discutere i teologi. Diciamo i teologi veri, ossia i pochi che credono ancora all’esistenza del demonio. Specialmente i pochi, fra questi pochi, che hanno il coraggio di affrontare gli scherni e le persecuzioni della propaganda e di parlare.

Plinio Corrêa de Oliveira

(*) Cfr. Claude Levy-Strauss, Il pensiero selvaggio, trad. it., Il Saggiatore, Milano 1964.



L'idolo panteista di Pachamama, dea della terra, in una cerimonia tribale che si è svolta nei giardini vaticani e, in sèguito,...

...presente, la Domenica 5 Ottobre, dentro la Basilica di San Pietro, quindi...
...portata a spalla da Piazza San Pietro alla chiesa di Santa Maria in Traspontina.





.


Nessun commento:

Posta un commento