Beatificazione Angelelli: testimone chiave è lo stesso Bergoglio?

Per raccontare questa triste cronaca ci affidiamo all’ottimo articolo di Andrea Zambrano, qui, perchè è molto ben fatto ed è inutile che ci ripetiamo, inoltre sembra sia una prima parte, interessante sarà di certo anche la seconda. Stiamo seguendo i fatti dall’anno scorso in attesa, appunto, che qualcuno nel frattempo avesse potuto smentire questo vero “nepotismo”. Invece a quanto pare “il dado è tratto” sta beatificazione s’ha da fare e si farà, non importa se è stato ucciso davvero o se la macchina abbia avuto un vero incidente…. a loro non interessa stabilire la verità, l’importante è beatificare la teologia della liberazione, trasformandola in quella del pueblo, molto cara a Bergoglio medesimo.

E sì, se qualcosa vi fosse sfuggito, il presule Angelelli non è affatto morto “in odio alla Fede” (cattolica), non ha subito l’attentato come quei 350 veri martiri nello Sri-Lanka nel giorno di Pasqua, vedi qui…. o tanti altri veri Martiri di questi tempi, di questi giorni e sempre più numerosi, per i quali nessuno – Papa compreso – si prende l’onere ma anche l’onore di dichiararli MARTIRI o “Santi subito”. E sì perché, se non l’avete ancora capito, Angelelli non ha fatto alcun miracolo, sarà beatificato perchè sarebbe un martire…

Il punto è che, Angelelli, era un vescovo politico e filo marxista… Ciò che ragionevolmente ci si domanda è se possa essersi trattato davvero di “odio alla Fede” o di “martirio”. E a quale fede poi? E’ evidente, ora, alla fede del pueblo, alla fede marxista, terzomondista, metteteci tutto quello che volete che non sbaglierete. Qualcosa la potrete comprendere leggendo anche qui.

Angelelli è stato inoltre… colui che catturò l’attenzione di un giovane gesuita, allora, di nome Jorge Mario Bergoglio… che così racconta: «Monsignor Angelelli alla Rioja ci predicò il ritiro spirituale il 13 giugno 1973 quando fui eletto provinciale. Lì ascoltai il suo consiglio: un orecchio per ascoltare la parola di Dio e uno per ascoltare il popolo. Non esiste l’evangelizzazione di laboratorio: l’evangelizzazione è sempre corpo a corpo, personale, altrimenti non è evangelizzazione: corpo a corpo col popolo di Dio e corpo a corpo con la parola di Dio» (ottobre 2018 – udienza gruppo di giovani francesi).

Dice ragionevolmente Zambrano: “Il messaggio che questa beatificazione vuole lanciare è che la Chiesa in Argentina, durante la dittatura militare, è stata perseguitata in odium fidei…”  infatti va sottolineato che “il caso” trova una svolta, stranamente, proprio nel 2014 ad un anno dalla elezione di Bergoglio (che da sei anni non va in Argentina e non ci vuole andare). I giornali, la stampa sinistroide, i Media favorevoli al nuovo corso, tutti gridarono “giustizia è fatta” ed il SIR (Servizio di informazione religiosa) scrive: “Decisiva la testimonianza di papa Francesco che ne ha difeso la memoria del pastore…” (??) Ma come? ha atteso 38 anni per dare questa testimonianza così decisiva??

Che Bergoglio volesse questa beatificazione, a prescindere dalla verità dei fatti, è evidente come quando espresse, da Arcivescovo di Buenos Aires, le seguenti parole nel 2006 per il trentesimo anniversario della morte di Angelelli: “Penso che quel giorno qualcuno sia rimasto contento, abbia creduto che era il suo trionfo, ma è stata invece la sconfitta degli avversari. Uno dei primi cristiani ci lasciò una bella frase: sangue di martiri, seme di cristiani“…  Inoltre avevano un legame “pastorale”: Angelelli; Jorge Mario Bergoglio e l’allora preposto della Compagnia Pedro Arrupe…. entrambi sostenevano la TEOLOGIA DEL POPOLO… un’altra coincidenza?

Ad ogni modo… sapete chi è stato incaricato di rispondere alle tante critiche (dall’Argentina) che sommersero la Santa Sede l’anno scorso, dopo l’annuncio della beatificazione di Angelelli? Niente popò di meno che… Vaticaninsider … cioè, avete capito bene? Portavoce della Santa Sede – per il caso Angelelli – è stata una rubrica vaticanista de “la Stampa” diretta da Tornielli, dal 18 dicembre 2018 promosso direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede… coincidenza? E’ evidente che il suo lavoro deve averlo svolto molto bene!

Certo fa pensare che la maggior parte dei siti che sostengono questa beatificazione TUTTI di matrice socialista-marxista, rilanciano: “il vescovo dei poveri ucciso dal regime argentino..” e giù con i complotti ammettendo e riconoscendo che non ci sono prove, ma non per questo la sua beatificazione può essere dubbia perché, quanto al fatto di non avere prove, sarebbe la prova che si è trattato di un complotto del regime…. ma che sistema è mai questo, per una beatificazione?

Quanto alla voce che gira, su tutta la stampa di regime: la verità giudiziaria ha stabilito che fu omicidio… non è affatto “stabilito”! Perché ancora ad oggi non c’è stato affatto un verdetto unanime, è questo il vero problema e l’ostacolo per una beatificazione che deve essere invece  limpida e cristallina, non deve farsi imbrigliare dai complottismi di nessun genere. Ciò che appare invece evidente è che Bergoglio abbia smosso lui le acque pretendendo la soluzione del caso, in un modo o in un altro, col solito motto fatto proprio dalla nuova Compagnia di Arrupe: “il fine giustifica i mezzi”….


BREVISSIMO AGGIORNAMENTO:

Un nostro Lettore, Roberto K. nei commenti, ci ha ricordato di un nostro editoriale che avevamo persino dimenticato di segnalare… ecco le sue riflessioni per le quali lo ringraziamo:

Mi permetto di riportare come nel 2017 Bergoglio ha firmato un motuproprio sulle nuove e future beatificazioni modificando da una parte le motivazioni per i nuovi beati in odio alla fede, ma dall’altra mise due paletti che in verità già c’erano, e sono questi due nell’art.2:
d) esistenza della fama di santità e di segni, almeno dopo la morte;
e) necessità del miracolo per la beatificazione, avvenuto dopo la morte del Servo di Dio e per sua intercessione.
qui c’è il testo
Il punto è che Angelelli non ebbe mai questa fama di santità e di segni, nè in vita e neppure dopo la morte, tanto che ha saputo spaccare l’opinione pubblica dei fedeli e mai, una beatificazione, aveva diviso i fedeli tra loro e la stessa chiesa locale. Bergoglio stesso ha sempre soffocato coloro che gli si opponevano, a Buenos Aires, quando imponeva già il culto alla memoria di Angelelli.
Il secondo paletto è stato completamente disatteso. Se è necessario almeno un miracolo dopo la morte, perché per Angelelli si è fatta l’eccezione?

Infine sono andato a ripescare il vostro articolo su questo motuproprio: IL CURIOSO ART.N.36 DEL MOTU-PROPRIO DI PAPA FRANCESCO
Art. 36:
“Sono proibite nelle chiese le celebrazioni di qualunque genere o i panegirici sui Servi di Dio, la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame. Ma anche fuori della chiesa bisogna astenersi da quegli atti che potrebbero indurre i fedeli a ritenere a torto che l’inchiesta, fatta dal vescovo sulla vita e sulle virtù, sul martirio o sull’offerta della vita del Servo di Dio, comporti la certezza della futura canonizzazione dello stesso Servo di Dio”.

Sbaglio io oppure di panegirici, voli pindarici, celebrazioni all’Angelelli, da parte di Bergoglio, sono sempre stati fatti in barba alle Norme? Non è avvenuto esattamente il contrario di quanto stabilito dalla Chiesa stessa?
Voi avevate posto una domanda che ripropongo: A che gioco sta giocando Papa Francesco?

 

8 pensieri riguardo “Beatificazione Angelelli: testimone chiave è lo stesso Bergoglio?

  1. Beatificare Angelelli
    significa beatificare se stesso e la propria ideologia, pur non avendo essa nulla a che fare col Cattolicesimo.
    Ma il narcisismo si sa, tende sempre a grandi traguardi attraverso mezzi meschini.

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  2. Seguo molto la Bussola e mi stavo perdendo però su questo caso di beatificazione che è un vero ginepraio. Vi ringrazio per aver descritto ulteriori particolari che sembrano essere infatti la vera motivazione di questa beatificazione insolita, e danno una visione più ampia e forse anche più completa dei fatti.

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  3. Ottime riflessioni. Mi permetto di riportare come nel 2017 Bergoglio ha firmato un motuproprio sulle nuove e future beatificazioni modificando da una parte le motivazioni per i nuovi beati in odio alla fede, ma dall’altra mise due paletti che in verità già c’erano, e sono questi due nell’art.2:
    d) esistenza della fama di santità e di segni, almeno dopo la morte;
    e) necessità del miracolo per la beatificazione, avvenuto dopo la morte del Servo di Dio e per sua intercessione.
    qui c’è il testo http://w2.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motu-proprio_20170711_maiorem-hac-dilectionem.html
    Il punto è che Angelelli non ebbe mai questa fama di santità e di segni, nè in vita e neppure dopo la morte, tanto che ha saputo spaccare l’opinione pubblica dei fedeli e mai, una beatificazione, aveva diviso i fedeli tra loro e la stessa chiesa locale. Bergoglio stesso ha sempre soffocato coloro che gli si opponevano, a Buenos Aires, quando imponeva già il culto alla memoria di Angelelli.
    Il secondo paletto è stato completamente disatteso. Se è necessario almeno un miracolo dopo la morte, perché per Angelelli si è fatta l’eccezione?

    Infine sono andato a ripescare il vostro articolo su questo motuproprio: https://cronicasdepapafrancisco.com/2017/07/20/il-curioso-articolo-n-36-del-mp-di-papa-francesco/
    Art. 36:
    “Sono proibite nelle chiese le celebrazioni di qualunque genere o i panegirici sui Servi di Dio, la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame. Ma anche fuori della chiesa bisogna astenersi da quegli atti che potrebbero indurre i fedeli a ritenere a torto che l’inchiesta, fatta dal vescovo sulla vita e sulle virtù, sul martirio o sull’offerta della vita del Servo di Dio, comporti la certezza della futura canonizzazione dello stesso Servo di Dio”.

    Sbaglio io oppure di panegirici, voli pindarici, celebrazioni all’Angelelli, da parte di Bergoglio, sono sempre stati fatti in barba alle Norme? Non è avvenuto esattamente il contrario di quanto stabilito dalla Chiesa stessa?
    Voi avevate posto una domanda che ripropongo: A che gioco sta giocando Papa Francesco?

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  4. Questa è la risposta a tutte le nostre domande:
    https://gloria.tv/video/F7J2s47rw1432qUKxuoncxMFt
    Il sacerdote che risponde “magna!” ad un matto che gli chiede “… che parte del corpo è questa?…” e, invece di mandarlo via, gli da la comunione sulle mani, dovrebbe essere immediatamente sospeso a divinis dal suo vescovo. Invece conosciamo sacerdoti sospesi per aver strenuamente difeso la Dottrina. Il fatto è che sono marxisti paranoici, nostalgici di una rivoluzione fallita, che stanno attuando una nuova metamorfosi del marxismo, che ha trovato affinità di intenti in alleati inaspettati, con lo scopo primario di distruggere ogni parvenza di soprannaturale. Hanno in mano la Chiesa, fin dai suoi vertici. Sono entrati nei seminari, fin dagli anni sessanta, per attuare il programma sistematico di distruzione delle nostra civiltà guidati da una forza inumana. Ma ormai abbiamo imparato ad individuarli, perché qualcosa traspare dalla loro impassibile sembianza, come esposto molto bene qui:
    http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7484-quel-sorrisetto

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  5. vi chiedete a che gioco sta giocando Bergoglio? gioca a fare il papa, ma non lo è, e se lo è è un vero traditore. Si crede Cristo in terra e non certo il suo servo, il suo vicario, egli si riempie la bocca di moralismo, bacchetta a destra e a sinistra, appare come fustigatore dei difetti dei cattolici, poi fa nepotismo, spadroneggia e intanto con questa beatificazione affossa anche la condanna alla teologia della liberazione, distruggendo tutto ciò che ha fatto Giovanni Paolo II.

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  6. Papa Bergoglio? Gioca al gioco apologetico e sviolinante verso la feccia per portarla agli altari, mentre con fare suasorio vuole far assorbir la supposta al popolo di Dio, che egli ovviamente disprezza perché popolo di credenti.

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