Cronache

Tensioni alla marcia No Tav: sassi agli agenti: 40 denunce

I manifestanti a volto coperto forzano la zona rossa. Pietre contro gli agenti che rispondono coi lacrimogeni

Tensioni alla marcia No Tav: sassi agli agenti: 40 denunce

"L'obiettivo è raggiungere al cantiere". La marcia No Tav ha raggiunto la "zona rossa" di Chiomonte e ha scatenato la solita guerriglia. Bandiere e cori sfidano la pioggia e i timori di scontri e violenze. "È un tempo partigiano", hanno detto i militanti alla partenza, "Quattro gocce non ci spaventano".

Ad aprire il corteo c'è lo striscione che recita: "La valle che resiste - No tav". I manifestanti scandiscono slogan come "I popoli in rivolta scrivono la storia, To Tav fino alla vittoria" e "Giù le mani dalla Val di Susa".

"Io spero sia una manifestazione bagnata, ma partecipata, fatta con la testa e non con la pancia perché chi oggi tira una pietra, una castagna o qualunque cazzata sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini, non certo per il movimento non certo per il No tav", avvisa il leader storico del movimento, Alberto Perino, "È una manifestazione per ricordare che ci siamo, c'eravamo, ci saremo sempre e saremo sempre in mezzo ai piedi a loro".

Un appello finito nel vuoto. L'arrivo a Chiomonte si apre infatti tra le tensioni: un gruppo di attivisti No Tav, tutti a volto coperto, è giunto al cancello posto lungo il sentiero gallo-romano, ha tagliando la recinzione con un flessibile ed è entrato in zona rossa. Contemporaneamente altri manifesanti incappucciati ha lanciando delle pietre contro il cancello posto in fondo al sentiero gallo-romano, che delimita l'area del cantiere dell'alta velocità. Altri attivisti stanno cercando di aggirare il cancello percorrendo sentieri dall'alto. La polizia ha risposto con un lancio di lacrimogeni.

Ma nel mirino ci sono anche i Cinque Stelle, accusati di aver tradito la causa No Tav che avevano sposato fin dalla nascita del movimento. Questa notte dal ministero di Toninelli è partita la lettera alla Ue che conferma l'impegno a terminare la linea dell'Alta velocità Torino-Lione. Manca la firma dell'esponente grillino, ma il M5S resta sotto accusa. "Comunichiamo che non ci facciamo prendere in giro e non si farà prendere in giro da nessuno", dicono i manifestanti, "Diciamo a tutti i politici, M5S in primis, che i loro giochi di potere e di poltrone non ci interessano. Dopo le parole di chi in campagna elettorale aveva promesso che la Tav non si sarebbe fatta ci ritroviamo a dover sentire stupidaggini a mezzo stampa su costi e opportunità. Non ci sono governi amici, ma non significa che in molti non sperassimo che ci fosse una vittoria. Siamo in tanti a far sentire la nostra voce con forza e determinazione. Non accettiamo intimidazioni. Fermare la Tav tocca a noi".

"Non mi interessa sentire Grillo, mi è bastata la sua dichiarazione", accusa anche Beppe Grillo, "Sono deluso, con lui a livello personale perchè c'era un rapporto di stima non dico di amicizia. Non ho capito la sua presa di posizione".

Le denunce

Sono 40 i manifestanti No Tav denunciati per gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine durante la demolizione del cancello che delimita l'area di accesso al cantiere di Chiomonte in Val di Susa. Tra questi vi sarebbero alcuni esponenti del centro sociale Askatasuna, oltre a un leader nazionale del movimento No Tav che, secondo quanto si apprende dalla Questura di Torino, ha preso parte attiva alla demolizione del cancello.

A quanto si apprende, tutti coloro che hanno fatto ingresso oltre il cancello che delimita il cantiere saranno identificati e denunciati.

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