Bergoglio rompe con il Credo: “Ognuno ha la sua risposta”

…e così «La presenza di Dio oggi si chiama anche Rohingya. Ognuno ha la sua risposta», parola del Vicario di Cristo che così annulla l’unica risposta che davvero conta: NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO.

Che papa Francesco ci stia assordando da cinque anni con la sua rivoluzione gesuitica modernista “rap”, è sotto gli occhi di tutti, ma che noi dobbiamo “abituarci” e in silenzio subire, non solo le ambiguità ma ora anche le contraddizioni, è inaccettabile.

Se a Myanmar ha taciuto sulla difesa del gruppo dei musulmani per evitare rappresaglie contro le comunità cristiane, così hanno descritto i fatti i Media al seguito papale, in Bangladesh papa Francesco si è potuto finalmente realizzare in ciò che più gli piace: accontentare tutti. Finendo anche per contraddirsi perché, il Vicario di Cristo che afferma che ogni religione ha la sua risposta, annulla automaticamente l’unica risposta che davvero conta e che è quell’unica Verità che si chiama ed è Gesù Cristo. Parole a braccio, la cui trascrizione ufficiale e integrale le trovate qui.

Viene spontaneo chiedersi: perché convertirsi a Cristo se “ognuno ha la sua risposta”? E perché la “nostra” risposta dovrebbe essere più vera di quella delle altre religioni? E perché si dovrebbe dare ascolto ad un uomo “vestito di bianco”, accolto come una star, ascoltato da TUTTI, ma per le cui parole nessuno si converte a Cristo, se ciò che dice vale come una risposta fra le tante altre che il mondo religioso, il supermarket delle fedi può offrire?  A COSA CI SERVE IL CREDO attraverso il quale è Gesù Cristo la sola risposta che cerchiamo? A Natale chi attendiamo:  Rohingya??  In definitiva: se Gesù Cristo è LA RISPOSTA agli interrogativi umani, cosa vuol dire che “ognuno ha la sua risposta”?

Ma vedete amici, ritorniamo sempre a quella INFORMAZIONE necessaria che ognuno di noi deve avere per capire la situazione: Bergoglio è figlio dello “spirito del concilio“, quello condannato già da Paolo VI, da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI… Bergoglio è figlio spirituale del preposto gesuita Pedro Arrupe alla guida del gesuitismo modernista degli anni ’70, inizi anni ’80, che si scontrò – per la dottrina – contro Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. E’ tutto provato, nero su bianco, con testi anche ufficiali che troverete qui.

Quando il giovane Jorge Mario Bergoglio venne ostracizzato dalla stessa Compagnia di Gesù, per la sua opposizione contro la Teologia della Liberazione (TdL vedi qui), si pensava bene di assoldarlo per combattere la “buona battaglia” che lo stesso Giovanni Paolo II aveva ingaggiato, condannando la TdL attraverso un documento fatto preparare dall’allora cardinale Ratzinger, qui il testo integrale.

Tuttavia, ciò che molti non compresero allora, e neppure oggi, è che Bergoglio ingannò tutti con la sua trasposizione dalla TdL alla Teologia del popolo, del pueblo (TdP). Non ingannò ovviamente Pedro Arrupe ieri, e neppure al successore Sosa oggi, da lui prescelto alla guida della nuova Compagnia, perché entrambi consapevoli della nuova linea intrapresa dai rivoltosi: IL MODERNISMO.

Affermare che “Ognuno ha la sua risposta” è il cavallo di battaglia del gesuitismo modernista di de Chardin, K. Rahner, Pedro Arrupe ieri e di Sosa e Bergoglio oggi, con i cortigiani di corte di cui papa Francesco si è circondato proprio per portare avanti quella battaglia che aveva come slogan: “se non si può convertire la gente a Cristo, allora bisogna cattolicizzare ciò che non è cattolico“.

La prova di ciò che vi portiamo è data anche dalle stesse parole di papa Francesco nei suoi viaggi ed incontri: egli cerca di accontentare tutti. Tutti hanno “una risposta da dare”, tranne – a quanto pare – la dottrina della Chiesa e i cattolici che si azzardassero a proclamarla. In questi incontri Bergoglio dice cose suggestive ai cattolici, li conferma nella fede, senza dubbio, ma con delle aggiunte atte a spingere le nuove comunità di cristiani, ad accogliere i non cattolici non per convertirli, ma per creare INSIEME la nuova società sincretista, vedi qui, regolata non da dottrine, ma da una sorta di supermarket delle fedi dentro i quali ognuno “troverà la sua risposta”, a seconda di ciò che potrà esprime il proprio pensiero, o la propria idea di fede, vedi qui.

Non inventiamo nulla: nell’incontro con i giovani in Bangladesh, vedi qui fonte ufficiale, le immagini parlano chiaro perché non c’è alcun Crocefisso e nessuna icona della Vergine Santa durante l’incontro, ma piuttosto un enorme poster con il volto di Bergoglio primeggiante la sua parola. Non a caso, in tutti i suoi Discorsi, in questo viaggio, papa Francesco ha solo citato se stesso.

Avevamo già portato le prove, vedi qui, di come papa Francesco abbia eliminato, dagli incontri Gesù Cristo Eucaristia, ora siamo anche alla eliminazione DEI SEGNI CATTOLICI durante l’incontro con i giovani…. Potrete accusarci di tutto, ma provate almeno a smentirci portando argomenti, e noi faremo subito ammenda, se scoprissimo di aver tralasciato qualcosa di importante per la Fede Cattolica.

Prendiamo atto, per onestà propria di chi si ritiene cattolico, che dobbiamo tenere conto dell’attuale situazione drammatica in cui vive il mondo, destinato ad un grave fallimento. Insomma, non è che si può dare la colpa di tutto a papa Francesco! Bergoglio ha davanti a sé il collasso del mondo, gli scandali nella Chiesa, il dominio della cultura radical-laicista. Spesso ci viene da pensare come egli, da gesuita modernista, pensi che sia più efficace non prendere di petto il mondo ma assecondarlo il più possibile, proprio perché la vittoria del Cristo in fondo non gli è del tutto oscura, ci crede davvero! Ma sappiamo che non gli è mai interessata la coerenza con la dottrina e la Tradizione, e sappiamo che il suo interesse ruota più attorno alla (ri)conquista dei fedeli attraverso il consenso delle folle e l’assenso dei media e dei poteri culturali, vedi qui.

Le conseguenze altrettanto drammatiche di questo modo di ragionare, però, degli ultimi cinque anni, le conosciamo. Il problema è trovare un delicato equilibrio: andare in queste periferie senza però perdere quelli che vivono già, con enormi difficoltà, al centro, vedi qui! E conciliare due compiti della Chiesa: aprirsi ai mutamenti del mondo e insieme restare un punto fermo rispetto ai suoi sbandamenti, vedi qui. Papa Francesco, a dirla in bene, ha un catechismo del fai da te, elementare, con una visione assai spicciola di Dio; a dirla in male è un gesuita modernista e le sue aberrazioni anche in campo dottrinale, non sono campate in aria, ma sono un progetto chiaro di questa corrente, vedi qui.

Ogni generazione, da duemila anni, si trova e si troverà, ci ritroviamo, davanti all’immagine del Sinedrio: Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!».  Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!» (Mt.27,21-23).

Oggi nessuno vuole, intenzionalmente CROCIFIGGERE Gesù il Signore, ma il ritenerlo UGUALE alle altre religioni, nascondere il Crocefisso negli incontri cattolici, oscurare la Presenza reale nell’Eucaristia, equivale a crocefiggerlo di nuovoaffermare che «La presenza di Dio oggi si chiama anche Rohingya. Ognuno ha la sua risposta», significa tornare a crocifiggerlo perché, di proposito, si omette che LA PRESENZA DI DIO SI CHIAMA GESU’ CRISTO.

Siamo entrati in Avvento, volgiamo lo sguardo al Dio che viene, senza temere di dire al mondo il Suo Nome GESU’ CRISTO, portando le nostre afflizioni e la sofferenza della santa Chiesa, Sposa del Cristo, nel Cuore Immacolato di Maria e nel Cuore di San Giuseppe, portiamo la preghiera per il sommo Pontefice, per i Vescovi, affinché comprendano la gravità della situazione e la finiscano di tacere.