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Cani, gatti, Patria e inverno demografico. Ma ecco il vero obiettivo del “neo-patriottismo” di Bergoglio

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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L’ultima uscita di Sua Eccellenza Bergoglio sui cani e gatti ha destato molte polemiche. Non è affatto piaciuto l’aut aut (almeno quello percepito) fra avere dei figli e l’amare gli animali.

La frase “incriminata” era questa:

“Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli. Sì, fa ridere, capisco, ma è la realtà. E questo rinnegare la paternità e la maternità ci sminuisce, ci toglie umanità”.

Come faceva notare il Direttore Feltri nel suo editoriale, l’amore per gli animali non è affatto incompatibile con quello per la prole, anzi.

C’è però anche un altro aspetto di quella infelice pseudo-udienza QUI che si collega a questo strano, improvviso – e sospetto - parlare di “PATRIA” da parte di Bergoglio.

Come già scrivevamo QUI,  se l’Italia dovesse seguire alla lettera la sua pseudo-enciclica “Fratelli e sorelle tutti”  e i suoi continui, ossessivi appelli all’accoglienza, con confini e porti aperti, muri abbattuti, tramezzi rimossi, pioggia di visti, ricongiungimenti familiari ad libitum, ius soli, sacralizzazione dei migranti e via di seguito, nel giro di cinque anni della nostra Patria NON RESTEREBBE PIETRA SU PIETRA.  L’Italia sarebbe cancellata nel giro di pochissimi anni e sotto tutti gli aspetti: politico, sociale, economico, demografico, geopolitico, linguistico, etnoantropologico, culturale, artistico, mediatico, persino alimentare. Non stiamo parlando di qualcosa di là da venire, ma di un processo già IN CORSO D’OPERA

Peraltro, come ha notato Il Messaggero QUI,  fino a qualche anno fa Sua Eccellenza raccomandava alle famiglie cattoliche di non figliare “come conigli”, e oggi si preoccupa per l’inverno demografico italiano. (?) La Chiesa dell’antilogica di cui parlavamo QUI .

Ma a  cosa si deve questa improvvisa svolta nazionalisteggiante?

Ormai lo conosciamo bene. Non è il papa, come sapete, perché il Santo Padre Benedetto XVI non ha MAI abdicato, ma rinunciando in modo differito e non ratificato al ministerium, è entrato in sede impedita (canone 412), restando l’unico papa. E siccome non abbiamo l’abitudine di affermare cose di tale gravità senza basi oggettive, potrete documentarvi sull’inchiesta di 60 capitoli che troverete QUI. (Il clou nei capitoli 1,2,5,6-14)

Fatta questa premessa, possiamo analizzare i discorsi del vescovo usurpatore in modo distaccato, senza quella millenaria sudditanza psicologica che si prova nei confronti del papa.

Accettando il dato oggettivo che le famiglie italiane non fanno più figli, spingiamoci pure ad ammettere che le coppie preferiscano ripiegare su cani e gatti per non dover affrontare le responsabilità di un figlio, sempre più difficile da mantenere ed educare.

Logica vorrebbe che il discorso successivo di un vero papa dovrebbe essere: “Cari Italiani, riscoprite la gioia di mettere al mondo un figlio e tu, Stato Italiano, metti le giovani famiglie in condizioni di poter prolificare perché sennò la vostra Patria morirà”.

Vi fila, no? Ci siamo?

E invece no. Bergoglio non spinge affatto le coppie italiane verso la gioia della procreazione, né tantomeno incita il governo a politiche familiari degne di questo nome.

Bergoglio spinge per le ADOZIONI, parola che ricorre per sette volte nel suo discorso: “Non bisogna avere paura di scegliere la via dell’adozione, di assumere il “rischio” dell’accoglienza”; “l’adozione, che è un atteggiamento così generoso e bello”; “non bisogna avere paura di scegliere la via dell’adozione”; pensate all’adozione”; “auspico che le istituzioni siano sempre pronte ad aiutare in questo senso dell’adozione “questa è la voglia di essere padre, di essere madre anche nell’adozione”…

Un martello continuo.

L’antipapa non invita dunque a fare nuovi BIMBI ITALIANI, non a mettere al mondo nuovi esseri umani, ma ad adottare quelli che già ci sono nel mondo e, guarda caso, STRANIERI. Infatti, come vedrete QUI  , l’Italia è il secondo paese al mondo per ADOZIONI INTERNAZIONALI, ovvero circa due terzi dei bambini adottati vengono da altri paesi.

Ecco fatto: vedete? Sotto la vernice di quello strano pseudo-patriottismo demagogico di Bergoglio che ci aveva così sorpreso, ecco che spuntano fuori il solito IMMIGRAZIONISMO mondialista e NEOMALTHUSIANESIMO ovvero la politica di riduzione della popolazione mondiale.  Per giunta, in quel discorso è stato strumentalizzato anche quel povero San Giuseppe, da padre putativo di Gesù a sponsor di questa trappola neomalthusiana.

Ora, è un dato oggettivo che il massiccio afflusso di stranieri in qualsiasi paese del mondo cancelli l’identità del popolo che accoglie. E questo rientra in pieno nel programma di quelle elite che piazzano ovunque governi tecnici, e/o sinistrorsi e impongono immigrazioni a rotta di collo. Il notissimo obiettivo, tradizionalmente massonico, è quello di creare un uomo nuovo, senza patria, lingua, identità, cultura, tradizione, in modo che possa essere facilmente governato. E gli esseri umani devono anche essere di meno, per essere meglio gestiti.   

Del resto, lo stesso Bergoglio si è candidamente auspicato in una intervista a La Stampa del 13 marzo scorso che la crisi non venga sprecata ma impiegata “per edificare un Nuovo ordine mondiale”.  

Ed ecco svelato questo patriottismo sbandierato negli ultimi tempi: solo uno specchietto per le allodole per riguadagnare consensi al minimo storico, anche per l’emersione inesorabile, in Italia e all’estero della sua illegittimità canonica come pontefice.

Capite che abilità?

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