TROPPO COMODO

del Luciano Pranzetti






Il Cardinale Reinhard Marx, vescovo di Monaco e Frisinga, ha presentato al Papa le sue dimissioni con una lettera datata 21 maggio e soltanto ieri, 4 giugno, resa pubblica. In essa, il prelato, dichiara di sentirsi corresponsabile dello stato di abissale abiezione e di degrado morale in cui è sprofondata la Chiesa degli uomini, arrivata – dice il cardinale – “a un punto morto”.
 
Ma quali le ragioni di questa decisione?

La catena di abusi e violenze sessuali - 3.600 secondo un rapporto del 2018 - commessi dal clero tedesco nell’arco di 70 anni e su cui, per lungo tempo, s’era disteso una coltre di consapevole silenzio da parte della gerarchìa locale e, diciamolo, vaticana.
 
Si aggiunga, a siffatta putredine, la blasfema e ignobile “pastorale” con cui l’episcopato tedesco autorizza, o lascia fare, la benedizione delle unioni omosessuali, del che il cardinal Gerhard Müller ha, giorni or sono – meglio tardi che mai – denunciato la sacrilega disobbedienza alla legge di Dio.
   
Non è un caso che questo purulento e fetido cancro, così esteso e ramificato come non mai, dati il suo avvìo dal nefasto Concilio Vaticano II i cui padri conciliari decisero di “aprire al mondo” la Chiesa, e, con Papa Bergoglio, di mandarla in “libera uscita” inventandosi il “dialogo” quale magico ed efficace strumento di interazione illudendosi – consapevolmente – di convertire gli uomini. Ma di ciò, ci riserviamo di effettuare una disamina più larga e puntuale nei prossimi tempi. Perciò torniamo a Marx.

Basta, secondo voi, cari lettori, una epistola con cui, mielosamente e senza lacrime, il cardinale dichiara di condividere – classico verbo conciliare – la responsabilità dei disastrosi danni causati dalla sua nulla vigilanza e, anzi, dalla sua complicità? Troppo comodo scendere dalla barca quando infuria la tempesta, troppo comodo addossarsi gravissime colpe senza pagar dazio.
Cari cattolici, scusate ho sbagliato, riconosco di aver mancato, perdonatemi e lasciate che mi goda la pensione, quella che il governo tedesco mi riconosce in virtù delle tasse che i cattolici versano obbligatoriamente.

Certo, i fedeli, fra poco, dimenticheranno il cardinal Marx, il ritardatario cardinal Müller e tutto riprenderà a scorrere nel dialogo, nel discernimento, nell’unità nella diversità, ma il liquame sparso nella casa di Dio continuerà ad ammorbarla.
 
E a tal proposito riteniamo utile riportare, tanto per dar l’idea, la poesiola di Trilussa “La vipera convertita

Appena che la vipera s’accorse – d’esse vecchia e sdentata, cambiò vita. – S’era pentita? Forse. – Lo disse ar pipistrello: - Me ritiro – in un orto de monache qui intorno, - e farò penitenza fino ar giorno – che m’esce fôri l’urtimo sospiro. – Così riparerò, con un bell’atto, - a tanto male inutile ch’ho fatto. . .
- Capisco – je rispose er pipistrello – la crisi de coscenza è sufficiente – per aggiusta’ li sbaji der cervello; - ma er veleno ch’hai sparso fra la gente, - crisi o nun crisi, resta sempre quello.









giugno 2021
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