SOSTA (teologia) – Lo sai che i Magi non erano multiculturalisti?

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Nella Messa del giorno della Festa dell’Epifania si legge un brano di Isaia 6o dove si dice:“Le nazioni pagane cammineranno verso la tua (di Gerusalemme) luce ed i re verso il tuo splendore nascente.”

Parole chiare: tutti devono andare verso Gerusalemme. Perché? Perché lì si è realizzata la Salvezza. Attenzione: lì, non altrove.

In alcune zone dell’Italia qualcuno potrebbe farci obiezione dicendoci: “Avete scoperto l’acqua calda!”, per dire che abbiamo affermato una cosa del tutto scontata, lapalissiana. Da che mondo è mondo si sa che per i Cristiani la redenzione si è realizzata a Gerusalemme, allorquando Gesù (lì, proprio lì) ha patito ed morto sulla Croce.

Eppure -acqua calda o meno- la cosa non sembra tanto scontata. Almeno in questi tempi.

Si ascolta sempre più frequentemente da parte dei cattolici parole di condanna del cosiddetto etnocentrismo. Cioè di condanna della convinzione che possa esistere una cultura, ovvero un giudizio ben preciso sul mondo e sulle cose, che a sua volta possa costituire riferimento fondamentale per costruire qualsivoglia civiltà. Si parla invece di multiculturalismo, policentrismo culturale ed etnico …e chi più ne ha più ne metta.

Eppure la Bibbia parla chiaro, tutta la Rivelazione parla chiaro: la salvezza non si è realizzata contemporaneamente in tutti i luoghi della terra, ma in un luogo ben preciso e circoscritto. E verso questo luogo bisogna andare.

Quello dei Magi è stato il primo pellegrinaggio cristiano. Cosa hanno fatto questi sapienti? Sono rimasti nelle loro agiate dimore, convinti che dappertutto, anche lì, tra i libri che possedevano, nelle cose che ascoltavano da qualche loro poeta e saggio, avrebbero potuto trovare la vera risposta? No. Hanno capito che alla loro cultura mancava qualcosa; e sono partiti per andare in un luogo ben preciso. Per fare di quel luogo l’inizio della propria vita.

Non ci facciamo fuorviare. Il centro esiste eccome. Ed è proprio attraverso il centro e la sua valorizzazione che il tutto può essere adeguatamente valorizzato, anche il lontano. Ma quando si pensa di fare tutto un “centro”, allora proprio questo tutto si disperde e smarrisce ogni significato.

Le cattedrali sono fatte da innumerevoli pietre. Quelle che sono verso l’abside sono lontanissime da quelle che sono verso l’entrata, eppure tutte le pietre sono unite fra loro perché c’è un centro che dà significato al loro essere in quel posto e formare la costruzione: il Centro della Presenza!


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