17 luglio 2018 - 07:02

Don Zanotti nella bufera: «Ho subito abusi nella sua comunità»

Bergamo, accuse al fondatore della comunità «Oasi 7». I filmini e le foto hard sono già stati depositati in Vaticano e alla Procura di Roma, insieme a una denuncia per violenza sessuale

di Fiorenza Sarzanini

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I filmini e le foto hard sono già stati depositati in Vaticano e alla Procura di Roma, insieme a una denuncia per violenza sessuale. Mostrano padre Antonio Zanotti, fondatore della comunità di accoglienza per profughi e minori in difficoltà «Oasi 7», in compagnia di un ragazzo che viveva lì da oltre quattro anni. Lo straniero, trasferito adesso in un luogo protetto, racconta di essere stato costretto a diventare l’amante del frate cappuccino, di essere stato minacciato e infine picchiato quando aveva deciso di scappare proprio per sottrarsi a «un’esperienza terribile per cui ho anche tentato di togliermi la vita». Per questo, assistito dall’avvocatessa rotale Laura Sgrò, ha deciso di chiedere aiuto ai vertici della Santa Sede e alla magistratura. Non è l’unico. Altri due giovani hanno già depositato presso lo studio Bernardini De Pace la propria testimonianza e sono pronti a parlare con i pm e con le autorità ecclesiastiche.

Gli approcci

Il giovane ha un passato complicato. Arriva in Italia a 6 anni, quando ne ha 10 i genitori adottivi lo mandano in collegio «perché mi consideravano un bambino complicato». Comincia il peregrinare in vari istituti, nel 2014 entra all’Oasi 7. «Nei primi mesi — racconta nella denuncia — mi sentii accolto dal frate e dalla comunità, ma notai subito l’eccessivo lusso nel quale era abituato a vivere padre Zanotti, molto lontano dai costumi francescani. Per circa un anno svolsi attività lavorativa in cambio di solo vitto e alloggio, nonostante padre Zanotti mi avesse promesso una assunzione regolare in tempi brevi presso la cooperativa “Rinnovamento” di Antegnate in provincia di Bergamo. Dopo circa 3 mesi dal mio ingresso all’“Oasi 7” il frate cominciò ad approcciarmi sessualmente, prima con abbracci, poi dopo avermi invitato a bere nella sua stanza. Nonostante non fosse mio desiderio avere rapporti sessuali con il frate, non riuscivo a oppormi. Padre Zanotti cominciò a farmi dei regali costosi, qualunque cosa chiedessi me la acquistava. Se accondiscendevo alle sue richieste, mi faceva trovare dei soldi».

Il pestaggio

«Mi minacciava che senza di lui e la sua bontà avrei passato la mia vita in mezzo alla strada insieme ai disperati». Dopo un anno il ragazzo va via. «Me ne andai senza niente e senza un soldo e vissi senza un tetto sulla testa per qualche tempo. Quasi un anno dopo, rassicurato da padre Zanotti che le cose sarebbero cambiate e che avrei avuto un alloggio tutto mio dove poter vivere tranquillo insieme a uno stipendio vero, decisi di tornare. In effetti, come mi era stato promesso, ebbi assegnato un alloggio che contribuii a rifinire con le mie prestazioni lavorative, ma fu l’inizio della fine. Padre Zanotti divenne ancora più possessivo e geloso nei miei confronti».

Le avances

Il giovane entra nei dettagli, descrive le avancesdel frate, le altre richieste: «Mi costrinse a prendere del Viagra. Mi diceva sempre: “Ci vogliono i soldi, caro mio, io ne ho tanti e tu non hai niente”. Il degrado umano nel quale mi aveva gettato padre Zanotti fu tale che nel marzo del 2018 fui costretto, per non impazzire, ad andare a lavorare fuori dalla struttura. Due mesi fa, a causa degli ultimi gravi abusi subiti, sempre nelle stesse modalità delle minacce miste a lusinghe e ricatti, trovai la forza di andarmene definitivamente, preferendo vivere per strada piuttosto che vivere l’annullamento della mia persona. A seguito di ciò sono stato aggredito, picchiato e minacciato. Mi trovavo nella stazione di Bergamo quando due albanesi che conoscevo, perché residenti nella comunità di padre Zanotti, mi hanno circondato e riempito di pugni e schiaffi, lasciandomi a terra sanguinante, non prima di avermi detto: “Non tornare più là dentro e vedi di stare molto lontano da qui”. Adesso vivo in un luogo protetto, ma ho paura che possa accadermi qualcosa di brutto».

Lo stato laicale

L’istanza dell’avvocatessa Sgrò alle gerarchie vaticane è esplicita: «Erogare misure cautelari urgenti nei confronti di padre Zanotti e ridurlo allo stato laicale». Anche ai magistrati, chiarisce il legale, «abbiamo chiesto un intervento urgente, soprattutto tenendo conto che nella comunità sono ospitati numerosi giovani in difficoltà che devono essere protetti. E perché vogliamo sapere da dove provengono tutti i soldi che padre Zanotti ha a disposizione e come mai finora non gli è stato chiesto conto del loro utilizzo».

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