Il carnevale visto dai santi

Come vivevano il periodo di carnevale i santi? Interessarci di questo ci serve a guardare con occhi nuovi questo fenomeno che, come vedremo, ha anch'esso attinenza con la fede.

S. FILIPPO: SANTO DELLA GIOIA
San Filippo Neri, il santo della gioia, famoso per la sua allegria che insegnava e trasmetteva anche ai giovani che educava nell'oratorio, aveva indetto una "santa crociata" contro il carnevale. Ogni anno, nel periodo di Carnevale, per riparare i peccati commessi dalle persone in quella festa pagana e saturnale, organizzava il pellegrinaggio alle sette Chiese a Roma.

Le quattro basiliche maggiori:

San Pietro;
San Giovanni in Laterano;
Santa Maria Maggiore;
San Paolo fuori le mura.

E le tre minori:

San Lorenzo fuori le mura
(o San Lorenzo al Verano);
Santa Croce in Gerusalemme;
San Sebastiano fuori le mura.

Un atteggiamento attivo, deciso, consapevole della gravità che la partecipazione a tali eventi comportava. Quanto dobbiamo imparare dai santi a guardare gli eventi della vita quotidiana con occhio soprannaturale! Non si può certo dire che S. Filippo Neri fosse un santo che non aveva senso dell'umorismo, che non sapeva ridere, scherzare e divertirsi all'occorrenza, ma sapeva farlo in modo sano, secondo Dio, senza cercare ciò che da Dio non viene e che porta facilmente al peccato e quindi alla morte dell'anima.


S.ANTONIO: MARTELLO DI DIO
Vogliamo citare un altro esempio significativo nel rapporto tra la santità e la festa pagana del carnevale: S. Antonio di Padova, francescano e dottore della Chiesa, scrisse una bellissima preghiera sempre per implorare perdono dal cielo per le offese che questo evento comportava alla santità di Dio. Riporto di seguito il testo:

S. Antonio è forse il più grande predicatore della storia della Chiesa. Celebre è l'episodio della predica ai pesci, che, poiché gli uomini non volevano ascoltarlo e facevano orecchie da mercante ai suoi richiami alla giustizia e alla moralità, furono i pesci a mostrare di gradire le sue parole, saltellando fuori e dentro l'acqua mentre egli predicava con tanto ardore la Parola di Dio. Faremo anche noi orecchie da mercante perchè non vogliamo cambiare la nostra opinione che tende a giustificare quella che, in fondo ci appare solo come una innocua mascherata?

S.FAUSTINA: APOSTOLA DELLA MISERICORDIA DIVINA
Per ultimo, più vicino ai giorni nostri, riporto quello che scrive nel suo diario la santa apostola della Divina Misericordia - così definita da Gesù - sul carnevale:

"Negli ultimi giorni di carnevale, quando facevo l'ora santa, vidi Gesù mentre veniva flagellato. Che supplizio inimmaginabile! Come soffrì tremendamente Gesù per la flagellazione! O poveri peccatori, come v'incontrerete nel giorno del giudizio con quel Gesù, che ora torturate a quel modo? Il Suo Sangue colava per terra e in alcuni punti cominciava a staccarsi [anche] la carne. Sulla schiena ho visto alcune Sue ossa scarnificate. Gesù mite emetteva flebili lamenti e sospiri.
Quando m'immergo nella Passione del Signore, spesso durante l'adorazione vedo Gesù sotto questo aspetto: dopo la flagellazione i carnefici presero il Signore e Gli tolsero la veste, che si era già attaccata alle Piaghe. Mentre gliela toglievano le Sue Piaghe si riaprirono. Poi buttarono addosso al Signore un mantello rosso, sporco e stracciato, sulle Piaghe aperte. Quel mantello arrivava alle ginocchia solo in alcuni punti. Poi ordinarono al Signore di sedersi su un pezzo di trave, mentre veniva intrecciata una corona di spine, con la quale cinsero la sacra Testa. Gli venne messa una canna in mano e ridevano di Lui, facendoGli inchini come ad un re. Gli sputavano in faccia ed altri prendevano la canna e Gliela battevano in Testa ed altri [ancora] Gli procuravano dolore dandoGli pugni, altri Gli coprivano il Volto e lo schiaffeggiavano. Gesù sopportò in silenzio. Chi può comprenderlo? Chi può comprendere il Suo dolore? Gesù aveva gli occhi rivolti a terra. Sentivo quello che avveniva allora nel Cuore dolcissimo di Gesù. Ogni anima rifletta su quello che ha sofferto Gesù in quei momenti. Facevano a gara per schernire il Signore. Riflettei [per conoscere] da che cosa potesse derivare tanta malignità nell'uomo. E purtroppo questa deriva dal peccato. Si erano incontrati l'Amore ed il peccato.
Giovedì. Adorazione notturna. Quando andai all'adorazione, fui subito investita dal bisogno di raccoglimento interiore e vidi Gesù legato alla colonna, spogliato delle [Sue] vesti e sottoposto subito alla flagellazione. Vidi quattro uomini che a turno sferzavano coi flagelli il Signore. Il cuore mi si fermava alla vista di quello strazio. Ad un tratto il Signore mi disse queste parole: "Ho una sofferenza ancora maggiore di quella che vedi". E Gesù mi fece conoscere per quali peccati si sottopose alla flagellazione: sono i peccati impuri. Oh, che tremende sofferenze morali patì Gesù, quando si sottomise alla flagellazione! Improvvisamente Gesù mi disse: "Guarda e osserva il genere umano nella situazione attuale". E in un attimo vidi cose tremende: i carnefici si allontanarono da Gesù, e si avvicinarono per flagellar[Lo] altri uomini, che presero la sferza e sferzarono il Signore senza misericordia. Erano sacerdoti, religiosi e religiose ed i massimi dignitari della Chiesa, cosa che mi stupì molto; laici di diversa età e condizione; tutti scaricarono il loro veleno sull'innocente Gesù. Vedendo ciò il mio cuore precipitò in una specie di agonia. Quando Lo flagellarono i carnefici, Gesù taceva e guardava lontano; ma quando lo flagellarono le anime che ho menzionato sopra, Gesù chiuse gli occhi e dal Suo Cuore uscì un gemito represso, ma tremendamente doloroso"

Dal Diario di Suor Faustina Kowalska (1905-1938).

Non credo ci sia bisogno di commentare quest'ultimo scritto. Si potrebbero citare tanti altri santi - o aspiranti tali - che ad esempio avevano le stigmate che sanguinavano in maniera copiosa proprio nel periodo di carnevale. Senza dubbio questo aveva attinenza con l'inizio della Quaresima ma è un ulteriore motivo di riflessione: non vediamo come si tenti di oscurare le festività cristiane con festività di altra natura? Il Natale è stato sostituito dal Natale commerciale (Babbo Natale ha sostituito Gesù bambino), l'Assunta è stata sostituita dai gavettoni di Ferragosto. La festa di tutti i santi oscurata da Halloween - altra festa diabolica - e ora il carnevale tenta di oscurare l'inizio del periodo più santo dell'anno che culmina puntualmente con la solennità fondante la cristianità che è la Pasqua del Signore. I figli di Dio sanno che c'è qualcuno che tenta di oscurare "la luce venuta dall'alto a illuminare le genti" (Lc 2, 22-40) e che esiste colui che i padri chiamavano la "scimmia di Dio" cioè colui che scimmiotta Dio nelle sue azioni, ma stravolgendone il senso. Colui che si oppone a Dio, il demonio, usa per fare questo le libere volontà degli uomini che gli prestano assenso, i più in maniera del tutto inconsapevole e in totale buona fede. Le radici storiche del carnevale sono chiaramente riconducibili al paganesimo e quindi all'idolatria. Il cristiano che vede il carnevale come è vissuto oggi più come festa ludica che come trasgressione vera e propria - non parlo ovviamente del carnevale di Rio o di altre organizzazioni famose - non deve essere frettoloso nel assolvere questa festa che, nelle sua radici, rimane pagana e in quanto tale favorisce il demonio. "Chi non prega Dio, prega il diavolo" (Leon Bloy). Le feste come il carnevale offendono Dio e come cristiani è necessario non assecondarle. Perchè esiste ancora il carnevale se non perchè la gente lo festeggia in massa? Anche i cristiani hanno questa responsabilità. Avere il senso del peccato è importante perchè solo allora si può dire di avere anche il vero senso dell'amore di Dio. Un amore che non giustifica il male, mai e per nessun motivo, ma che chiama l'individuo alla comunione con Lui e per fare questo, la persona non deve avere comunione con gli idoli, con i demòni. Su questo punto tutta la Sacra Scrittura e la Tradizione dei padri, sono concordi. Non si può servire due padroni. La scelta di essere cristiani si concretizza anche nello scegliere di non partecipare a questo tipo di feste che con Dio non hanno nulla a che fare, organizzando magari, altri tipi di divertimenti buoni e santi o - meglio ancora - impegnarsi in veglie di preghiera di riparazione e rimandare i divertimenti buoni e santi a un tempo più tranquillo.

Walter
Proprio oggi sono a Venezia per un lavoro... vi lascio immaginare il manicomio che c'è in giro... pazienza...