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Benedetto XVI: «Non spaventiamoci davanti ai problemi del mondo»

2/01/2013

Benedetto XVI: «Non spaventiamoci davanti ai problemi del mondo»

IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE
Lo ha detto il pontefice nella prima udienza generale del 2013. «Nulla è impossibile a Dio»
REDAZIONE
ROMA

Dida: Il Papa all’udienza generale

Il Natale esprime un «annuncio sempre nuovo e porta speranza e gioia al nostro cuore perchè ci dona ogni volta la certezza che anche se spesso ci sentiamo deboli, poveri e incapaci di fronte alle difficoltà e ai problemi del mondo, lo spirito di Dio agisce proprio nella debolezza, la sua grazia è la nostra forza». Lo ha affermato il Papa nella prima udienza generale del 2013, nell’aula Paolo VI davanti a oltre settemila persone, spiegando quel «Nulla è impossibile a Dio» che l’angelo dice a Maria.

La incarnazione è il «grande sconvolgente mistero di Natale», ha detto ancora Benedetto XVI, e con il «sì» di Maria al progetto di Dio «colui che l’universo non può contenere prende dimora nel grembo di una vergine».

«A volte, anche nel cammino e nella vita di fede - ha osservato Benedetto XVI - possiamo avvertire la nostra povertà, la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire al mondo. Ma Dio – ha proseguito - ha scelto proprio un’umile donna, in uno sconosciuto villaggio, in una delle provincie più lontane del grande impero romano. Sempre, anche in mezzo alle difficoltà più ardue da affrontare, dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria. Nulla è impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno sicuro ed è aperta ad un futuro di ferma speranza».

Il pontefice si è soffermato sul tema dei pastori che a Betlemme sperimentano una «gioia» profonda. Ma, commenta il Papa, «di fronte alle tenebre che spesso avvolgono il nostro mondo e il nostro cuore, ci chiediamo da dove viene questa gioia che i pastori provarono davanti alla Santa Famiglia, e come può un bambino debole e piccolo aver portato una novità così radicale nel mondo, tanto da cambiare la storia».

Nella catechesi ha ripercorso la domanda di Pilato sulla «origine» di Gesù che ha sviscerato nel suo libro sulla infanzia di Cristo, pubblicato alcune settimane fa. Se Gesù è il figlio di Giuseppe, si chiede il Papa immedesimandosi nelle domande dei contemporanei di Cristo, come può essere il Messia? Benedetto XVI ha quindi indagato la origine divina di Gesù come viene espressa nel credo, per la parte sulla incarnazione.

La incarnazione, il mistero dell’Emanuele, cioè del «Dio con noi», ha affermato papa Ratzinger, esprime una realtà «che le parole non possono manifestare» e che è stata espressa con forza, invece, «dai grandi maestri della musica sacra» come per esempio, ha detto, nella messa di Mozart.
«Mozart - ha commentato Benedetto XVI - esprime con la universalità della musica ciò che le parole non possono manifestare, cioè Gesù che si incarna e si fa uomo».